La Asl di Olbia nella bufera.

Olbia -

 

 

 

 

 

 

 

18 gennaio 2008 - L'Unione Sarda

Olbia Ieri un sit-in davanti all'ospedale
La protesta dei sindacati «Basta precari alla Asl»

Olbia - Erano una ventina i dipendenti che hanno protestato davanti agli uffici della Asl ieri mattina. Con i lavoratori, gli esponenti di Ugl (Unione generale del lavoro) e RdB(Federazione delle rappresentanze di base) arrivati anche per incontrare con il direttore generale Giorgio Lenzotti. Principale oggetto della protesta la situazione dei precari.
«Io lavoro per la Asl dal 2005 come precaria - racconta Maria Luisa Salis - in questo momento in realtà il mio contratto è terminato e ha fatto domanda per essere richiamata. Non è detto che questo accada. Se guardiamo al 2007, sono state assunte persone che non avevano mai svolto le mansioni richieste e altri con precedenti esperienze sono rimasti a casa». Non sempre funziona la rotazione del personale.
«Una volta scaduti i contratti a tempo determinato - spiega Giuseppe Zoccheddu dell'Ugl - l'azienda cerca nuovi operatori che saranno sempre assunti come precari».
Motivo di protesta anche la mancanza del personale all'interno delle strutture ospedaliere. «Faccio i turni di notte in sala operatoria da sola - dice una dipendente - con un'altra persona reperibile solo per le urgenze. In questo momento ci sono due dipendenti in maternità che non sono state sostituite. Chi rimane si deve occupare anche delle loro mansioni».
Oltre al sit in, i dipendenti Asl hanno organizzato una raccolta di firme per impegnare il direttore generale a definire alcune importanti questioni.
«Non bisogna dimenticare il pagamento degli straordinari - aggiunge Zoccheddu - nel mese di dicembre, è stata distribuita una circolare per spiegare che le ore di lavoro extra non sarebbero state retribuite ma si sarebbero dovute recuperare. Resta da capire, vista la carenza di personale, quante possibilità ci siano per recuperarle».(
e.n.)

 

 


18 gennaio 2008 - La Nuova Sardegna

Sit in dei sindacati ribelli davanti agli uffici Asl

OLBIA - Ieri mattina i massimi dirigenti della Asl Giorgio Lenzotti e Pierluigi Caria hanno avuto un incontro con i rappresentanti delle Rsu eletti alle scorse elezioni di fine novembre. Un incontro di routine per definire la programmazione di inizio anno. Nel frattempo, però, i rappresentanti sindacali delle sigle RdB e Ugl hanno dato vita a un sit in davanti alla sede dell’azienda sanitaria.
Una raccolta firme per ottenere alcuni istituti contrattuali che, a sentire loro, non sarebbero garantiti. Come la mensa. «La sua istituzione è prevista, ma finora non abbiamo avuto nulla - attaccano i sindacati in questione -. Se proprio non si può fare la mensa all’interno dell’ospedale, andrebbero bene anche dei buoni pasto da utilizzare nel bar più vicino. Lo hanno fatto altre aziende sanitarie sarde, perché non dovrebbe fare la stessa cosa anche la Asl di Olbia?».
Ma le questioni poste all’ordine del giorno dai sindacati RdB e Ugl riguardano anche straordinari, reperibilità, mobilità, sicurezza sul lavoro, commissione mobbing, commissione pari opportunità, piano incentivi, contratto integrativo aziendale, interinale, esternalizzazioni, stabilizzazione dei precari, dotazione organica, più il ritiro delle delibere del 20 dicembre riguardanti posizioni organizzative e coordinamenti. «Insomma, un lungo elenco di questioni su cui l’Azienda sanitaria locale dovrà darci al più presto una risposta».(al.pi.)


17 gennaio 2008 - L'Unione Sarda

RdB
«Assistenza negata ai pazienti»

Olbia - Non è tutto oro quel che luccica: la valutazione sulla Asl accomuna diverse sigle sindacali, anche quelle più lontane. Oggi, per esempio, Ugl e Rdb faranno un sit-in davanti alla direzione sanitaria, in ballo ci sono non solo questioni squisitamente sindacali. Particolarmente dure le rappresentanze sindacali di base che chiedono l'intervento dell'assessore Dirindin: l'assunzione di tre anestesisti dopo i disagi che si sono creati durante le feste, non soddisfa. Tutt'altro. «Non è nelle nostre intenzioni - scrivono - sostenere la posizione di un primario, quello di Anestesia e Rianimazione, che pur di ottenere l'assunzione di anestesisti non esita a creare disagio all'utenza; non mettendo a disposizione l'anestesista per gli esami radiologici con mezzo di contrasto dal 22 dicembre al 7 gennaio sono stati sospesi tali esami. L'obiettivo è stato raggiunto ma sulla pelle degli altri». Il sindacato fa quattro conti e li ricorda al direttore Lenzotti: 14 anestesisti ad Olbia sarebbero più che sufficienti per garantire le attività di Rianimazione per quattro, cinque posti letto e l'attività di anestesia di tre sale operatorie. Il raffronto è con Sassari dove 20 anestesisti, secondo le Rdb, riescono a garantire l'attività per 14 posti letto e cinque, sei sale operatorie. «Ma l'equipe di Sassari - scrivono nel documento - non si sognerebbe mai di rinunciare all'infermiere di anestesia contrariamente a quanto sta facendo il primario di Olbia che sta negando una garanzia al paziente». Attacco anche al Tribunale dei diritti del malato «che concentra la sua attenzione su banalità piuttosto che lavorare perchè all'utente vemga garantità la professionalità, soprattutto negli interventi chirurgici, contribuendo anche con un post-operatorio efficiente ad evitare eventuali complicanze».


16 gennaio 2008 - L'UnioneSarda

Manifestazione dei sindacati Asl

Olbia - Sit-in di protesta domani mattina nel piazzale della sede della direzione Asl dei sindacati di base e dell'Ugl in occasione dell'incontro convocato per lo stesso giorno dal direttore generale Lenzotti. I sindacati chiedono chiarimenti su come saranno distribuite le nuove risorse assegnate dalla Regione, in termini di finanziamenti e di posti letto ma anche sulle prospettive di stabilizzazione del personale precario. Si chiede anche un rilancio dell'ospedale di La Maddalena, tassello indispensabile per l'economia dell'arcipelago. «L'Ugl - conclude il comunicato - invita istituzioni, Provincia e Comuni ad avere una maggiore attenzione nel controllo della gestione della sanità in Gallura senza limitarsi a quello che appare in superficie». I sindacati invitano tutti i cittadini a partecipare alla protesta.


 15 gennaio 2008 - La Nuova Sardegna

OLBIA - Soffiano forte i venti di guerra nella sanità olbiese. Si parla di liste d’attesa, di organici insufficienti e di qualità dei servizi. Il sindacato di base da qualche giorno lancia accuse pesanti e giovedì addirittura ha annunciato un sit in di protesta davanti al quartier generale Asl. «Abbiamo posto in evidenza il problema della carenza di infermieri - spiegano Maria Rosaria Uras e Sisinnio Bitti della RdB - e quello della cattiva organizzazione del reparto di anestesia. In questo secondo caso, gli anestesisti sono assolutamente sufficienti, ma il servizio non è adeguato al punto che nei giorni scorsi si è dovuta fermare anche la radiologia».
E a proposito delle disfunzioni organizzative della Asl interviene anche la Cgil che ritorna «sull’approvazione dell’atto aziendale da parte della Regione, dove a caratteri quasi cubitali si narra di una sanità gallurese sempre più vicina al cittadino attraverso una fitta rete di servizi che partendo dal "nuovo ospedale" si dipana per tutto il territorio». «Dal punto di vista teorico sembrerebbe che tutto vada bene - dice Lorenzo Porcheddu, segretario della Funzione pubblica Cgil - ovviamente con alcune irregolarità, come quella delle liste di attesa ma come sempre manca un fattore di analisi forse il più importante e certamente il più sostanziale: chi permette alla Asl di erogare i servizi? Così si tace sull’assenza di una qualsiasi programmazione sul personale, si tace sul formidabile utilizzo di personale precario nella azienda, si tace sulla attivazione delle procedure per la stabilizzazione di questi, si tace sulla mancata programmazione di concorsi per il personale sia medico che di comparto». «Insomma - aggiunge Porcheddu - l’ossatura dell’azienda continua ad essere formata dallo stesso personale in servizio, con alcune eccezioni, che continua attraverso una perversa organizzazione del lavoro a garantire la fruizione al cittadino dei servizi sanitari sia quelli già presenti sia quelli di nuova istituzione». Secondo la Cgil, il nodo è che di fronte a questi probemi e di fronte soprattutto alla possibilità di risolverli manca qualunque tipo di dialogo con i lavoratori e il sindacato. «La nuova direzione generale - dice Porcheddu - si è caratterizzata fino ad ora con una politica di marginalizzazione delle relazioni sindacali introducendo un sistema decisionistico su materie squisitamente oggetto di confronto con il sindacato, ma si dimentica di dare risposte concrete e fattibili al problema del precariato e alla copertura dei posti vacanti. È singolare che l’azienda più grande della Gallura ancora oggi non abbia convocato il sindacato per comunicare le linee politiche e organizzative».


 14 gennaio 2008 - La Nuova Sardegna

«Turni massacranti, così l’ospedale scoppia»
Il Sindacato di Base: mancano anestesisti e infermieri. Giovedì un sit in di protesta
di LUCA ROJCH

OLBIA - Elegante, lustrata, asettica, la scatola della sanità cittadina brilla per efficienza. Propaganda delle provette secondo i rappresentanti dei sindacati base. Per i rappresentanti dei lavoratori dell’Azienda sanitaria il cuore della macchina mostra segni di affanno. Mancano anestesisti, infermieri, e anche le strutture appena inaugurate nel nuovo ospedale, il Giovanni Paolo II, mostrano le prime pecche.
Loro vivono dall’interno difficoltà ed emergenze dell’impresa della salute. Collante del benessere. Così i sindacati devono cercare di conciliare diritti dei lavoratori con diritti dei malati. Mettono a confronto il numero degli anestesisti nelle altre Asl con quelli presenti Olbia. Il risultato è imbarazzante. All’ospedale Civile di Sassari sono in servizio ogni giorno 20 anestesisti per 14 posti letto. I 14 in servizio nella Azienda sanitaria di Olbia devono lavorare sia al Giovanni Paolo II, sia nel vecchio ospedale, sia nei quattro posti letto di rianimazione, sia per far funzinonare la risonanza magnetica. Turni massacranti e servizio a singhiozzo. Lontani anni luce gli standard europei che impongono il rapporto di un medico ogni tre infermieri, al Giovanni Paolo II si vive una condizione difficile. «Ci sono situazioni quasi vicine al collasso, come in chirurgia - spiega il segretario del sidacato, Sisinnio Uras -. È impossibile per i pazienti essere seguiti dallo stesso personale dalla fase precedente all’intervento a quella post operatoria. Gli infermieri sono troppo pochi. C’è poi un altro difetto logistico legato al nuovo ospedale. Non sono state previste delle sale pre e post operatorie, in cui i pazienti devono attendere prima del loro turno». Come in una catena di montaggio, si attende sdraiati con flebo e numerino fuori dalla sala operatoria. «In molti casi è possibile vedere quale operazione viene svolta all’interno - continua Uras -. Per il personale normale routine, per chi sta per essere operato uno shock. Né è stata prevista una sala per chi si deve risvegliare. Dopo l’operazione si viene riportati subito in reparto. Mi chiedo dove sia finito il tribunale del malato. Credo sia necessario un suo intervento per verificare la qualità del servizio offerto dalla struttura sanitaria». Un’accusa e una richiesta di aiuto espressa in modo palese nelle scorse settimane. Il sindacato ha indirizzato una lettera all’assessore regionale, Nerina Dirinidin, in cui si chiede che da Cagliari arrivi un funzionario che controlli standard di qualità e di produttività. Intanto continuano la lotta anche su un altro fronte. Per giovedì hanno promosso un sit-in per avere un maggiore rispetto dei prinicipi contrattuali da parte della Asl.