La crisi si mangia i bambini greci e i loro genitori

Cagliari -

 

 

Il 10% degli allievi greci delle scuole elementari e delle scuole medie soffrono la fame, o insicurezza alimentare, facendo tornare al passato il paese ellenico. “Quando si tratta di insicurezza alimentare, la Grecia è arrivata ai livelli di alcuni paesi africani” rivela Athena Linos della Athens Medical School. 

 

Ma non siamo in Uganda, o nel Darfur, siamo in Grecia. Una situazione così non si vedeva dai tempi della Seconda Guerra Mondiale

 

I bambini in Grecia frugano nei secchi dell’immondizia della scuola per vedere se c’è qualcosa da mangiare; ci sono ragazzi che chiedono ai compagni gli avanzi del proprio pasto.

 

Chi sono? Sono figli di operai, di impiegati: i loro genitori sono pieni di vergogna e umiliati perché non possono più sfamare i propri figli e loro stessi, perché hanno consumato i loro risparmi e vivono mangiando pasta, lenticchie, riso o patate, gli alimenti più economici sul mercato.   

 

Gli insegnanti greci denunciano la situazione attuale: nemmeno nei peggiori incubi potevamo immaginare che saremmo arrivati a tanto. In Grecia i bambini vengono a scuola “morti di fame”; alcuni di loro raccontano che delle famiglie non hanno solo difficoltà a trovare lavoro, ma addirittura fanno fatica a sopravvivere.  

 

Le scuole greche non hanno mense convenzionate. I bambini si portano da casa il pasto. E ciò ha un costo talvolta eccessivo per alcune famiglie che vivono la crisi sulla loro pelle.

 

L’economia greca precipita in maniera vorticosa; dopo aver subito una contrazione del 20% negli ultimi 5 anni, la disoccupazione è arrivata al 27 % (la più alta in Europa). La disoccupazione è divenuta un fenomeno di lungo termine: 6 persone su 10 cercano lavoro da più di un anno. Se uno su quattro è a casa, molti di quelli che riescono a mantenere il proprio lavoro non riescono comunque ad arrivare a fine mese. I lavoratori hanno avuto una riduzione del salario del 22% solo nell’ultimo anno.   

 

La verità è che la Grecia è praticamente fallita, è ad un passo dal crollo, a causa dei debiti contratti per salvarsi. Hanno preso in prestito cento miliardi e i conti sono peggiorati di centotrenta, questa è la ricetta imposta dal FMI? Se la Grecia fosse uscita dall’Euro, tutto cio’ sarebbe accaduto? I soldi del trio BCE-FMI-UE dove sono finiti? Ovviamente alle banche e da lì non si sono mai mossi. Ma non ci avevano raccontato che bisognava dare i soldi alle banche per salvare il popolo? Le banche si sono salvate, il popolo invece affoga. Era ed è ovvio. 

 

La situazione è diventata più pesante con le nuove misure di austerità richieste dai paesi che vantano debiti dalla Grecia, dai tagli ai sussidi alle famiglie numerose o dall’aumento di alcune imposte, quali quella sulla corrente elettrica, l‘aumento delle tasse sul gasolio da riscaldamento, che lo hanno portato allo stesso prezzo del gasolio-auto. L’aumento del prezzo del gasolio di oltre il 50% dal 2009, combinato con un calo del reddito medio reale del 40-50%, ha determinato un crollo dei consumi del 80%. Ora per riscaldarsi si brucia qualsiasi cosa nei caminetti, compresa la plastica, materiali da costruzione, legna da ardere e tutto questo rende irrespirabile l’aria, avvolgendo le città in un mix tossico da inquinamento atmosferico. Con danni inimmaginabili all’ambiente, con i boschi e foreste sempre più spogli per via dei consumi di legna da ardere, il cui prezzo è raddoppiato in un anno.   

 

Un anno fa la Grecia non era nella situazione attuale. La Grecia affoga, e il deterioramento del sistema è progressivo, giorno dopo giorno. Il governo greco lotta per migliorare i conti? Ma le famiglie non vedono miglioramenti nelle condizioni della loro vita. La notte molte abitazioni hanno la luce spenta, i frigoriferi, vuoti, sono staccati, e le dispense sono vuote. Le società che forniscono l’energia elettrica, ogni mese tagliano luce e gas a 30 mila utenti, che non possono pagare le bollette.  

 

Molta gente arriva al licenziamento dopo aver percorso il calvario di mesi e mesi senza stipendio. Chi ha acquistato casa non puo’ pagare il mutuo, chi è in affitto, non paga il canone perché la miseria lo attanaglia.

 

L’economia greca sta arrivando ad un tale punto di degrado che si puo’ considerare come tragedia umanitaria. La situazione è sempre più disperata. Si potrebbe giungere ad una guerra civile.

 

Aumentano i saccheggi di metallo, e le rapine sono aumentate del 600%. Aumentano i senza tetto, e sono 40 mila persone che vivono nei cartoni. La crisi ha portato anche una netta riduzione del costo del lavoro, nonché ad una forte riduzione dei diritti dei lavoratori. Sono stati tagliati l’indennità di fine rapporto dei lavoratori, la malattia e gli straordinari. Insomma si è creata una enclave senza diritti nel cuore dell’Europa, una festa per i padroni multinazionali. Le misure europee hanno condotto un paese allo sfacelo. E’ questa l’Europa che sognavamo?