Il dietrofront di Equitalia sul pignoramento di stipendi e pensioni su conto corrente bancario o postale

Niente più prelievi sui conti correnti di pensionati e dipendenti con redditi sotto i 5mila euro al mese

Cagliari -

 

 

Una nota di Equitalia di «autoregolamentazione» tenta di riportare serenità fra i correntisti, dopo comportamenti a dir poco scorretti da parte della medesima: infatti si torna alle vecchie regole. Gli stipendi e pensioni di lavoratori dipendenti e pensionati non saranno pignorabili in toto, come d’altronde è previsto dalla legge. Non è un eccesso di garantismo nei confronti del contribuente, ma solo un ritorno nell’alveo della legge.  

 

In particolare il blocco riguarda il prelievo sui conti correnti, per redditi e pensioni sotto i 5 mila euro. In attesa, afferma l'agenzia di riscossione, "degli approfondimenti che si rendono necessari all'esito delle problematiche emerse in merito ai pignoramenti di conti correnti sui quali affluiscono stipendi e pensioni, si dispone con decorrenza immediata che per i contribuenti lavoratori dipendenti o pensionati non si proceda, in prima battuta, a pignoramenti presso istituti di credito o Poste". "Tali azioni - secondo la nota - saranno attivabili solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro o l'ente pensionistico e che, in ragione delle trattenute accreditate, il reddito da stipendio o pensione risulti pari o superiore a 5mila euro mensili".

 

Rimangono invariate le procedure di pignoramento presso gli enti previdenziali e i datori di lavoro: potrà essere bloccato, come sancito dal decreto semplificazione (DL n.16 del 2012) che aveva introdotto soglie graduali sulle somme su cui il fisco può intervenire, un decimo dello stipendio sotto i 2.500 euro mensili, un settimo tra 2.500 e 5 mila euro mensili e un quinto per cifre superiori.

 

Per quest'ultima fascia, superiore ai 5 mila euro, il limite di un quinto è valido per i pignoramenti che avvengono direttamente alla fonte, da parte o del datore di lavoro o dell’ente previdenziale. Se invece il pignoramento avviene in un secondo momento presso il conto corrente del dipendente o del pensionato, il limite di un quinto non è più valido. Se il denaro viene trasferito, l'Agenzia delle Entrate può pignorare l'intera somma.

 

L’intervento di Equitalia serve proprio a garantire l’applicazione di queste tutele progressive che la legge impone, e che le regole sulla tracciabilità scritte dal Governo Monti nel decreto «Salva-Italia» (articolo 12 del Dl 201/2011) avevano messo a rischio. Il «Salva-Italia» vieta infatti ogni pagamento in contanti di stipendi e pensioni superiori ai mille euro, imponendo per queste somme l’accredito su un conto corrente bancario o in Posta. Quando arrivano sul conto corrente, però, gli stipendi e le pensioni si confondono con gli altri risparmi del contribuente, per cui corrono il rischio di perdere la loro tutela, che però deve essere garantita.

 

Insomma un mezzo passo indietro da parte dell'Agenzia delle Entrate e di Equitalia dopo le polemiche e le accuse dei mesi scorsi a seguito della sovrapposizione normativa che vi abbiamo descritto. Equitalia infatti prelevava sia alla fonte che sui conti correnti aperti per la nuova legge sui pagamenti svuotando i conti correnti, e lasciando spesso senza neanche un soldo i malcapitati.   

 

Si è risolto quindi per via amministrativa un problema giuridico in attesa che governo e parlamento mettano mano alla legge per le modifiche opportune.