Comune di Quartu Sant'Elena - Singolare protesta dei dipendenti che guidano le auto di rappresentanza.

La divisa non c'è: autisti in tuta blu.

Quartu Sant'Elena -

Tuta da metalmeccanico al posto della divisa da autista dell'auto del sindaco. Il motivo è semplice: non sono ancora arrivate le divise estive richieste fin dal 2006.

Stanchi di quelle invernali, che hanno ormai da tre anni, ecco la singolare protesta per i venti dipendenti comunali: tuta blu con pantaloni larghi, anziché giacca, pantaloni e cravatta ufficiali (pesanti perché confezionati con tessuti invernali) per l'auto di rappresentanza del Comune, destinata agli impegni ufficiali di sindaco e assessori.
Il primo autista, tra i venti in servizio, ad avviare la protesta è Giorgio Matta, delle Rappresentanze di Base: «È vergognoso che ci tengano con gli stessi abiti invernali da tre anni, senza ascoltare le nostre lecite lamentele. Ora basta, presteremo servizio indossando tute per lavori diversi fino a quando non arriverà la fornitura di abiti leggeri estivi».
Nulla contro i metalmeccanici, anzi: «Casomai, sarebbe vergognoso vestirsi da politici che non mantengono le promesse. Da dicembre hanno promesso di consegnarci le divise estive ampliando l'appalto precedente, invece alla fine di agosto prendiamo atto che si sono dimenticati di noi. Chiediamo due giacche, due pantaloni, sette camicie, la cintura e una cravatta». Abiti freschi, considerate le temperature che superano i 30 gradi, anziché tessuti invernali tutto l'anno. «Ora vedremo», sogghigna il sindacalista, «se gli amministratori vorranno ancora salire in auto con noi o si vergogneranno perché non sarà garantita l'alta ufficialità del loro ruolo».
Stesso destino per i cinquanta dipendenti del cantiere comunale: anche loro attendono la riorganizzazione del vestiario con abiti in versione estiva, sempre tutelati dalle attrezzature antinfortunistiche. «Si accorgeranno che è estate anche per noi o, per risparmiare, dobbiamo sperare che arrivi in fretta l'inverno per avere gli abiti idonei?», chiedono gli operai.

di BEATRICE SADDI

L’UNIONE SARDA