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POLITICA DEI REDDITI: I salari dei lavoratori hanno perso un consistente potere d'acquisto precipitando in fondo alla classifica dei paesi dell'Unione europea.

I salari hanno perso il 10% dal 2002 al 2007.
La perdita del potere d’acquisto dei salari sta assumendo proporzioni sempre più evidenti. Le retribuzioni da lavoro dipendente, infatti, non tengono il passo dell’inflazione, almeno in termini reali. I salari d’ingresso sono sempre più magri e i giovani nei primi anni di lavoro sono costretti ad accettare retribuzioni che difficilmente superano i mille euro mensili.
Rispetto a cinque anni fa, chi guadagna 13.000 euro l’anno, ha visto ridursi il proprio potere di acquisto di 1.395 euro; chi ne guadagna 26.000 di 2.794 euro; su 39.000 l’anno la perdita del potere di acquisto è stata pari a 4.187 euro; su 65.000 di 6.976.
Persino l’ineffabile governatore della Banca d’Italia, si è accorto che gli stipendi italiani sono inferiori del 30-40% rispetto a quelli di Francia, Germania e Inghilterra.
L’analisi effettuata del centro di studi statistici dell’Eurostat è la più recente comparazione dell’evoluzione degli stipendi in Europa. Eurostat analizza gli anni compresi tra il 2002 e il 2004, si riferisce ai dipendenti dei comparti dell’industria manifatturiera e servizi.

 

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