Dati Istat riferiti a settembre 2012: disoccupati 2,8 milioni di persone, soprattutto uomini

Disoccupazione al 10,8% , è il livello più alto da gennaio 2004

Grave la situazione giovanile: fra i 15 ed i 24 anni, i senza lavoro sono saliti al 35,1%.

 

Cagliari -

 

 

Il rapporto Istat uscito in data 31 ottobre 2012 evidenzia che nel mese di settembre le persone disoccupate sono risultate essere 2,774 milioni, in aumento di 62mila unità (+2,3%) rispetto al mese di agosto. A rimanere senza occupazione sono soprattutto gli uomini: su base annua l'aumento della disoccupazione è del 24,9%, pari a 554mila unità.  

 

E’ il livello di disoccupazione più alto raggiunto dal gennaio 2004, quando sono iniziate le rilevazioni storiche mensili, e, guardando invece alle serie trimestrali, è il valore più alto dal terzo trimestre 1999.

  

Drammatica la situazione per i giovani: il tasso di disoccupazione fra i 15 ed i 24 anni a settembre è salito al 35,1%, (+ 4,7 punti su base annua), mentre tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 608 mila e rappresentano il 10,1% della popolazione in questa fascia d'età.

 

Questi dati seriali sono impressionanti, danno una lettura chiara delle politiche portate avanti dal governo Monti, oramai alla guida del paese da metà novembre 2011. I dati sull’andamento dell’economia sono devastanti. Nel periodo di vigenza del governo mezzo milione di lavoratori hanno perso il lavoro.  

Le varie riforme Monti che hanno colpito pensioni, carburanti, Iva e imposte sulle casa, bloccato il rinnovo dei contratti,  aumentato i contributi previdenziali e introdotto e/o aumentato decine di imposte, hanno fatto diminuire la liquidità degli italiani e conseguentemente hanno contribuito a far contrarre la domanda di beni e servizi, e il calo dell’occupazione ne è una diretta conseguenza.

E intanto, malgrado la cura Monti il debito dell’Italia schizza al record del 126,1% del pil, che è il nuovo record per il debito pubblico italiano. Nel primo trimestre aveva già raggiunto il picco di 123,7%, il più alto dal '95 quando era al 120,9%. L'Italia si conferma seconda solo alla Grecia, il cui debito è ora al 150,3%. 

Ma oltre a tagliare e a  tassare, i professori del governo sanno fare poco altro.  

 

Non ci vuole molto per capire che la cura a tenaglia "tagli-tasse" del governo Monti non faccia bene all'Italia. Un esempio per tutti è il caro benzina e gasolio determinato dall’aumento delle accise; non vi è stato quell’aumento delle entrate per lo stato previsto, ma a settembre le statistiche dell’Unione Petrolifera hanno evidenziato un calo dei consumi del 14,8%, con il consumo della benzina scesa addirittura del 18,2%.

 

Il contesto economico, in definitiva, è a dir poco, drammatico, in costante e irreversibile deterioramento. La gestione  dei tecnici e il loro programma eterodiretto (dall'Europa) di risanamento sta naufragando, condannato dalle cifre di un Paese che non riesce più a reggersi in piedi, bastonato e stordito dalle tasse. E’ necessario un cambiamento epocale. Non possiamo dare retta a quella parte del paese che si copre gli occhi con le fette di prosciutto e invoca il falli-Monti bis. Ogni indicatore condanna il governo, in un anno ha ottenuto poco e nulla, e l'Italia è devastata da disoccupazione e pressione fiscale, mentre delle mirabolanti riforme promesse non vi è traccia e se non quelle approvate a danno dei lavoratori e pensionati.

Questo governo dei tecnici ha fallito e deve andare a casa. Il governo Monti ha fallito, il governo dei professori, il governo voluto da  Napolitano, dalle banche, dalla BCE, dal FMI, dalla CE ha fallito.

Che la parola torni ai cittadini per decidere chi deve governare questo paese.