10 NOVEMBRE 2017 - SCIOPERO GENERALE NAZIONALE
10 NOVEMBRE 2017
SCIOPERO GENERALE NAZIONALE
Presidio regionale
(dalle ore 10,00 Sotto il palazzo del Consiglio Regionale in Via Roma)
Il governo nazionale, impegnato com’è in questa estenuante campagna elettorale, cerca di comprare consenso fra le masse popolari diffondendo dati che certificherebbero l’uscita dalla crisi. Noi diciamo che le misure che hanno varato e che si apprestano a varare non solo non risolvono la crisi ma la aggravano. A certificare ciò più che i dati ISTAT basta osservare: il malcontento che circola nel Paese, l’accresciuta precarizzazione dei rapporti di lavoro, i contratti da fame, e perfino il lavoro gratuito che viene “offerto” ai giovani e meno giovani, per non parlare della ripresa del fenomeno emigratorio da parte di tanti giovani, le difficoltà crescenti che si riscontrano nel pagare i vari balzelli che uno stato sempre più avido pretende dai suoi cittadini. Per contrastare queste politiche economiche e sociali l’USB, i COBAS ed altri sindacati di base hanno indetto una giornata di sciopero generale per il giorno 10 novembre. Da sempre abbiamo dimostrato la nostra contrarietà alle politiche liberiste e repressive che il governo, in ottemperanza ai diktat della UE, porta avanti.
Continuiamo ad essere contrari alle politiche di privatizzazione dei servizi pubblici e chiediamo la reinternalizzazione dei servizi che attengono la salute. Chiediamo l’ abolizione della legge Fornero e del Jobs Akt.
Siamo del parere che la Regione deve attivarsi, per quel che le compete, a non subire supinamente tutte le direttive che le provengono dall’esterno: e, quindi, non può permettere che a gestire la mobilità dei sardi siano degli “imprenditori” che, magari con il contributo pubblico, possano spadroneggiare nei cieli e mari tenendo in ostaggio tutti i sardi.
Vogliamo una politica di reale continuità territoriale.
Siamo contrari alla svendita a privati di beni di proprietà pubblica come le miniere.
Per il rilancio del porto canale e, quindi, per attrezzare lo stesso delle infrastrutture necessarie che gli permettono di competere alla pari con gli altri porti concorrenti.
Siamo contrari alla politica di guerra e quindi chiediamo la dismissione delle basi militari, e delle fabbriche di bombe. Siamo favorevoli ad una politica di ammodernamento della rete ferroviaria che permetterebbe la mobilità interna.
La Regione non può ignorare, o far finta che la faccenda non la riguardi, il fatto che centinaia di dipendenti AIAS continuino a vantare crediti per diverse mensilità da un’azienda che lavora in regime di quasi mono committenza e monopolio di fatto, in un settore tanto delicato come quello della riabilitazione.
Pensiamo che la 107 non sia riformabile e quindi ne chiediamo la cancellazione, allo stesso tempo chiediamo che venga introdotto l’insegnamento della lingua sarda nelle suole dell’isola, perché questo consente ai ragazzi di mantenere legami con la propria cultura e allo stesso tempo crea posti di lavoro nelle scuole.
Una politica di reale accoglienza per chi viene da fuori e, quindi, l’abolizione della Minniti/Orlando. Per fermare la deriva autoritaria e repressiva in atto, Per nuove politiche sociali in tema di diritto
all’abitare, di salvaguardia e messa in sicurezza del territorio, di contrasto alla xenofobia e al razzismo.
• Per affermare ed ottenere il diritto al salario, al reddito, alla pensione.
• Per veri rinnovi dei contratti.
• Per il rilancio della buona occupazione e la cancellazione della precarietà e di ogni forma di sfruttamento.
Per la democrazia sindacale contro il monopolio delle organizzazioni sindacali concertative e per difendere il diritto di sciopero, per il ritiro di ogni normativa che ne mini e riduca l’efficacia.