27 Gennaio, il giorno della memoria

Cagliari -

 

 

Il 27 gennaio 1945, l’Armata Rossa, inseguendo le armate tedesche in disfatta, liberava il campo di sterminio di Auschwitz, liberando così decine di migliaia di prigionieri dalla morte certa e permettendo al mondo intero di conoscere cio' che molti già sapevano: dell’immane tragedia, di quel genocidio immenso che aveva portato a sopprimere milioni di ebrei, slavi, polacchi e gente di altre nazioni, oltre che sinti, rom, omosessuali, oppositori politici, comunisti, socialisti, anarchici, democratici, liberali, repubblicani, cittadini resistenti e soldati prigionieri.

 

L'apertura dei cancelli ad Auschwitz, mostrò al mondo non solo molti testimoni della tragedia ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati dai nazisti nel lager.

 

Hitler aveva teorizzato, pianificato e applicato su scala industriale lo sterminio degli oppositori, sterminio che venne applicato nei campi disseminati in terra di Germania e dell’est europeo. In Italia furono costruiti diversi campi di concentramento, per lo più istituiti dai repubblichini della Repubblica Sociale Italiana, che funzionarono come campi di sterminio e come campi di transito verso i lager nel nord. Ne ricordiamo qui alcuni: il campo di transito di Bolzano, con i campi satellite di Certosa, Merano e Sarentino, il campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), il campo di Coreglia Ligure, il campo di concentramento di Forlì, il campo di Fossoli, la Risiera di San Sabba, Tonezza del Cimone, e il campo di concentramento di Vo' Vecchio (Padova) che fu uno dei 31 campi di concentramento istituiti dalla Repubblica Sociale Italiana a livello provinciale per adunarvi gli ebrei in attesa di deportazione.

 

Tra i campi di sterminio, Auschwitz era il campo più grande, fù costruito nel 1940 nella Polonia occupata, nei pressi di Cracovia, collegata da una fitta rete ferroviaria con le più importanti città occupate. All'inizio servì da campo di prigionia per polacchi, deportati politici, resistenti, militari. In seguito, dopo l'invasione dell'Unione Sovietica, vi furono internati militari e civili russi, ove furono sterminati a migliaia. Sui prigionieri sovietici iniziò la sperimentazione delle camere a gas, in cui veniva utilizzato il letale zyklon-b.

 

Dopo la decisione di attuare “la soluzione finale”, cioè lo sterminio totale degli ebrei, confluivano nei tre campi di Auschwitz (Auschwitz 1, Auschwitz 2 – Birkenau e Auschwitz 3 - Monowitz) convogli ferroviari che trasportavano i deportati; le donne, i bambini, gli anziani, i malati e tutti coloro che non erano ritenuti abili al lavoro venivano immediatamente sterminati nelle camere a gas e cremati nei forni. Per gli altri vi era lo sfruttamento bestiale della loro forza lavorativa sino ad esaurimento fisico nelle industrie di guerra e nell’agricoltura, in condizioni di totale schiavitù, senza una adeguata alimentazione, esposti al freddo e al gelo e senza e nessuna elementare tutela della dignità umana. Il ciclo vitale era ridotto a pochi mesi di sopravvivenza, viste le condizioni di vita, e il ricambio continuo di manodopera che giungeva nei lager dai vari paesi occupati militarmente. Si calcola che ad Auschwitz morirono oltre un milione di persone.

 

Auschwitz fù il primo campo di sterminio ad essere liberato, gli altri dovettero attendere l’avanzata degli alleati nel cuore dell’Europa nei mesi successivi, talvolta sino ad aprile maggio del 1945. L’avanzata dell’Armata Rossa, che dette un immenso contributo di sangue, per schiacciare il nazifascismo e liberare le terre russe ed europee dall’occupazione militare nazista, salvò migliaia di internati.

 

Per non dimenticare, quanto accaduto, da quel giorno, ogni anno si ricordano le vittime della Shoah, dello sterminio del popolo ebreo affinchè non si ripetano mai più nella storia le atrocità commesse, senza dimenticare che in Italia nel 1938 furono istituite le leggi razziali che aprirono la strada alla deportazione di migliaia di persone e alla collaborazione. La condanna della storia deve essere totale, senza se e senza ma.

 

Anche noi abbiamo voluto farlo, per non dimenticare, per commemorare nel giorno della memoria le vittime del nazismo, dell'Olocausto, e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.