29/11/2012 - MANIFESTAZIONE autoconvocata dei precari di CSL e CESIL

Cagliari -

 

 

IN PIAZZA RITORNANO I FANTASMI DEL PRECARIATO CON LE LORO MASCHERE BIANCHE..

IN PIAZZA, con i banchetti e le giuste professionalità, SIMBOLICAMENTE VERRANNO ALLESTITI I SERVIZI DEL LAVORO PER DISOCCUPATI E PASSANTI

 


IN PIAZZA METTIAMO LE NOSTRE VERITA'!

 

 

E’ di questi giorni l’impugnazione da parte del governo della Legge Regionale n. 17 del 13/09/2012, che norma il finanziamento agli enti locali per il funzionamento dei Centri servizi per il lavoro (Csl) e dei Centri servizi inserimento lavorativo (Cesil). A rischio sono 363 posti di lavoro. L’incognita è l’azzeramento complessivo di tutta la conoscenza e la competenza finora maturata dopo anni di precariato storico.

 

 

Per questo, il ricorso del Governo riapre la necessità di risolvere definitivamente l’annosa vertenza dei precari dei CSL e Cesil, i quali da cinque/sette anni ricoprono il loro ruolo solo dopo aver superato regolari selezioni di evidenza pubblica (assimilabili, per altro, a forme concorsuali previste dalla normativa in materia di pubblico impiego). Sulla base dei 36 mesi di servizio continuativo e delle selezioni pubbliche superate, per questi 363 precari esistono tutti i presupposti normativi per attivare un regolare percorso di stabilizzazione, ma manca la volontà politica… e non se ne capisce il perché!

 

 

Soprattutto, non si capisce come a distanza di troppi anni, a partire dal buon esempio, la Regione non si adoperi nella creazione di lavoro stabile nello spirito di quanto enunciato nella Legge che istituisce proprio i Servizi regionali per il lavoro: “combattere la precarizzazione dei rapporti di lavoro promuovendo tutte le misure atte a favorire il ricorso a forme di lavoro stabile e garantito” (Art. 3 comma 2 L. R. 20/05). Ancor più se ad avere il diritto alla stabilizzazione sono dei lavoratori che hanno già abbondantemente maturato non solo i requisiti, ma anche le professionalità e i saperi necessari alle buone prassi per l’erogazione del Servizio stesso.

 

 

Inoltre, visto il tasso di disoccupazione della nostra Sardegna, ci chiediamo il perché la Regione non rafforzi quegli strumenti che concretamente sono utili in materia di politiche attive per il lavoro e l’occupazione. Infatti, difendere questi posti di lavoro, significa difendere anche i Servizi pubblici per il lavoro. E’ a quegli uffici che si rivolgono disoccupati, inoccupati, cassintegrati, immigrati e più in generale tutti coloro che cercano un’occupazione. Quei servizi cui ogni cittadino o impresa, gratuitamente, può rivolgersi e dai quali scaturiscono le analisi e gli studi che dovrebbero segnare le linee guida di ogni politica del lavoro mirata a costruire nuova occupazione, nuove possibilità.

 

 

 

I 7 ANNI DI PRECARIATO STORICO DEI LAVORATORI DI CSL E CESIL, E DEI RELATIVI SERVIZI, SONO LA VERGOGNA E IL FALLIMENTO DELLA POLITICA REGIONALE!

 

 

Se non si investe sui CSL, se non si investe sui CESIL, se addirittura chi lavora al loro interno dovrebbe supportare i sardi nella ricerca attiva di un lavoro, quando è anni che vive nell’angoscia di perdere il proprio da un mese all’altro, come si puo' pensare allo sviluppo di una regione in queste condizioni?… se chi deve sostenere gli altri nella ricerca di un’occupazione, a sua volta deve pensare alla propria?! 

 

 

È anni che i lavoratori e noi diciamo che deve essere la Regione a riappropriarsi delle redini di un servizio essenziale, dunque della sua organizzazione, sia interna con la stabilizzazione dei precari, sia nei termini di ricaduta nei territori, col sostegno attivo a disoccupati e imprese che affrontano la crisi. Per questo, l’USB stigmatizza l’atteggiamento di quei Consiglieri regionali e forze politiche, che anziché lavorare alla soluzione di problemi concreti e reali, sprecano risorse pubbliche, tempo ed energie a contrastare l’espressione popolare emersa dai referendum del 6 maggio 2012, perseguendo il feticcio di campanilismi funzionali a perpetuare il potere di qualche piccolo caudillo locale. Ci sono 363 ragioni per impegnarsi a risolvere il precariato di un Servizio pubblico essenziale e previsto per legge! E, molte di più, per affrontare la questione del lavoro e della disoccupazione che dal Sulcis a Proto Torres soffoca l’Isola!

 

 

L’Unione Sindacale di Base, da sempre presente e attiva nella vertenza CSL-CESIL, rilancia la propria proposta, anche alla luce dei referendum, l’USB propone il passaggio delle competenze in materia di lavoro alla RAS, la presa in capo all’Agenzia Regionale del Lavoro dei lavoratori precari di CSL e CESIL, il loro distaccamento presso le Province e i Comuni nei medesimi ruoli e funzioni nei quali attualmente impiegati, coordinati e diretti dai dirigenti provinciali e comunali per quel che riguarda l'espletamento dei servizi. Contestualmente, propone l’avvio delle procedure per la stabilizzazione e la copertura delle carenze di organico in relazione al numero di lavoratori attualmente in servizio, mediante la proroga generalizzata e il rinnovo dei contratti in scadenza al 31/12/2012 per almeno tre anni (ovvero, fino al completamento delle procedure di conversione dei contratti a tempo indeterminato, attraverso bandi per procedure di stabilizzazione a soli titoli culturali e di servizio riservati ai lavoratori con contratti precari per una stabilizzazione generalizzata e programmata).

 

 

 

 

Recentemente l’USB ha portato all’attenzione di vari Consiglieri e gruppi del Consiglio regionali, una proposta di legge articolata in tal senso, perché stabilizzare i precari CSL e CESIL vuol dire, non solo garantire 363 posti di lavora, ma potenziare le politiche del lavoro in generale per creare lavoro sicuro, per combattere la disoccupazione e rilanciare l’economia sarda!

 

 

 

 

DOMANI L’USB SARA’ IN PIAZZA AL FIANCO DEI PRECARI AUTOCONVOCATI IN PRESIDIO PERMANENTE SO TTO IL CONSIGLIO REGIONALE

 

 

GIUSTIZIA, DIRITTI, LAVORO!

 

 

 

 

COORDINAMENTO PRECARI USB, SARDEGNA