3 maggio 2011, presidio degli operatori della Sanità - dalle ore 9 alle ore 12 - presso la Regione Autonoma della Sardegna

COMUNICATO STAMPA

Cagliari -

Gli operatori della sanità, idonei nelle varie graduatorie concorsuali proseguono la lotta per i propri diritti civili, primo fra tutti quello di un lavoro stabile e dignitoso, in un settore spudoratamente carente di figure professionali certificate dal superamento di un regolare concorso.

Nonostante gli impegni formalmente assunti dal governatore Cappellacci, alla presenza del ministro Fazio, il 6 dicembre scorso, nessuno è ancora riuscito a ottenere i dati necessari a capire i fabbisogni reali, passati presenti e futuri, delle varie aziende sanitarie.

Svariati incontri con l’assessore regionale della Sanità, gli ex commissari e gli attuali direttori generali delle aziende sanitarie, ci fanno sospettare che ciascun manager interpreti il proprio ruolo in modo privatistico e personale, con buona pace dei criteri di trasparenza, legalità, efficacia ed economicità.

Alcuni rinunciano agli OSS interinali, ben guardandosi di contenere i flussi economici al comparto privato, dirottandoli verso l’impiego di generici addetti alle pulizie e arruolando personale somministrato ausiliario (nonostante definito a estinzione dalla norma vigente) cui si affidano compiti riservati alla nostra figura professionale.

Altri, ignorano in toto i principi di legalità di “risorsa residuale e straordinaria del lavoro somministrato”, contando più lavoratori interinali che di ruolo, con buona pace dei maggiori costi e degli scompaginamenti organizzativi che conseguono a ogni avvicendamento (azienda Brotzu).

Quasi tutti fanno del principio di trasparenza un optional trascurabile omettendo di aggiornare le proprie delibere sui siti istituzionali di modo che nessuno possa avere da ridire entro i termini di legge. Non abbiamo capito se esista qualcuno che risponde compiutamente del proprio operato in via gerarchica o a chi voglia rispondere.

Nonostante la Sanità sarda stia drammaticamente affondando sotto il peso di un dissesto finanziario previsto e prevedibile, si continuano ad appaltare grandi opere e acquisire tecnologie futuristiche mentre non si limita in alcun modo lo spreco connesso alla gestione del personale, quasi che l’obiettivo strategico sia diventato il finanziamento dell’impresa privata, in luogo dell’interesse del cittadino paziente contribuente.

Noi continuiamo a combattere questa politica antieconomica (il lavoro interinale costa di più, dovendo sopportare i costi di agenzia) al servizio di una esigua parte della imprenditoria privata.  Combattiamo contro le assunzioni “ad personam” e senza riguardo ai parametri di professionalità necessari per svolgere i compiti richiesti alle varie figure professionali.

Ci riesce difficile comprendere le ragioni per le quali ci si ostini a fare questa scelta, (che, ripetiamolo, più costosa e per la quale  noi contribuenti siamo costretti a sobbarcarci gli oneri aggiuntivi).

Vorremmo che la politica dia una indicazione, un segnale deciso al riguardo.

E vorremmo capire perché non tutti i manager intendono sopperire alle carenze di organico che vi sono nella struttura con assunzioni dalle graduatorie vigenti.

A distanza di 6 mesi dal pubblico impegno a prendere in considerazione la nostra vertenza, ci sentiamo deliberatamente e premeditatamente ignorati dal sistema politico e amministrativo dirigente capace solo di prendere tempo al fine di garantire la immutabilità dello status quo.

A questo fine si è indetta una manifestazione  SIT-IN  il giorno 3 maggio 2011  degli operatori della sanità dalle ore 9 alle ore 12 di fronte alla Regione Autonoma della Sardegna in via Roma.

 

Comitato articolo 97 e USB Sardegna