A PROPOSITO DI UN COMUNICATO SINDACALE DELLA CSS
Caso AIAS
Abbiamo letto, su varie testate giornalistiche un articolo riportante stralci di un comunicato a firma CSS che, se non fosse per il rispetto e l’amicizia che proviamo nei confronti dei dirigenti della CSS, non esiteremmo a definire: vergognoso!
Da tempo sosteniamo che i lavoratori hanno diritto ad essere retribuiti regolarmente per il lavoro pre-stato. Lo sosteniamo in ogni caso e a maggior ragione quando l’azienda datrice di lavoro opera con pubblico danaro, quando opera in un settore tanto delicato quale la riabilitazione di soggetti deboli.
Sosteniamo che l’Azienda non può operare in disprezzo di ogni regola lasciando i propri dipendenti in arretrato di 7-8 mensilità, ne va della loro serenità. Ne va della loro dignità.
Sosteniamo che i lavoratori e, i loro legittimi rappresentanti sindacali in primo luogo, hanno il diritto di far sentire la propria voce protestando senza incorrere in sanzioni disciplinari e licenziamenti (Sanno i colleghi della CSS che 4 sindacalisti sono stati licenziati all’AIAS proprio per questo motivo)? San-no che un nostro dirigente sindacale è stato licenziato per aver “osato” definire il licenziamento di un collega come “atto farabutto”?
Sosteniamo, in solitaria, che la parte pubblica è stata molte volte assente, e temiamo, qualche volta connivente.
Pensiamo che il pubblico danaro vada gestito dal Pubblico e troviamo scandaloso che ancora oggi il settore riabilitazione venga gestito per larga parte da un’associazione come l’AIAS che stando le cose così come stanno, può perfino usare l’arma del ricatto dei pazienti e dei loro congiunti, usandoli come grimaldello per scardinare la cassaforte gestita dall’assessorato alla sanità.
Sanno i colleghi della CSS, che non più tardi di quattro anni fa l’AIAS ha “alleggerito” i propri di-pendenti di ben 100 unità?
Riguardo ai crediti vantati dall’AIAS noi non vogliamo entrare nel merito. Non facciamo di mestiere né l’avvocato difensore, né tantomeno i revisori dei conti, ci limitiamo a constatare che le versioni fornite dall’Assessore alla sanità differiscono, e di molto da quelle fornite dall’Azienda. Osserviamo solo che i crediti possono essere veri o presunti, Una cosa è certa: i crediti vantati dai lavoratori sono certi e certificati. Certificati dai sacrifici che loro hanno fatto e fanno per recarsi al lavoro. Sappiamo, era l’ABC del capitalismo, che le aziende si fondano su un principio che si chiama rischio, Rischio d’impresa. Pensiamo che i lavoratori non possono fungere né da bancomat, né da ufficiali riscossori dell’impresa, essi hanno diritto di essere retribuiti per le prestazioni che esplicano, per il tempo che dedicano all’Azienda sottraendolo alla propria famiglia e ai loro interessi e non assistere a questo ver-gognoso rimpiattino di responsabilità per i mancati pagamenti degli stipendi.
Un’ultima annotazione: Ci sono dei momenti in cui è necessario prendere posizione e decidere da che parte stare: Noi come USB abbiamo deciso: dalla parte dei lavoratori e dei pazienti!
P. USB/FEDERAZIONE SARDEGNA
Salvatore Drago