A RISCHIO ALTRI 200 POSTI DI LAVORO
COMUNICATO STAMPA
A partire dal 2005, secondo quanto disposto dalla L.R. n. 20/2005 le Province sarde, attraverso i propri Centri Servizi Lavoro hanno avviato un processo di innovazione del collocamento e delle politiche del lavoro per il quale è stato possibile offrire ai cittadini una gamma di servizi gratuiti quali: l'incontro domanda/offerta di lavoro, la consulenza e il supporto alla creazione di impresa, l'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, l'orientamento finalizzato alla costruzione del proprio personale percorso lavorativo.
L'avvio dei servizi per il lavoro previsti dalla legge regionale n. 20/2005 è stato garantito e favorito dai fondi POR 2000-2006, con i quali, per ciascuna delle province, è stato finanziato un progetto di reperimento delle risorse umane e strumentali necessarie ad attivare le nuove disposizioni di legge afferenti il Sistema pubblico dei servizi per il lavoro e il collocamento. In questo contesto, dopo procedure selettive di evidenza pubblica, il personale è stato reclutato al fine di implementare e svolgere i servizi di nuova attribuzione e di dare supporto al personale già in servizio, ritenuto esiguo rispetto alla possibilità di portare avanti il processo di riforma del collocamento.
La fase di avvio dei servizi si è conclusa a giugno 2009.
Da questo periodo in poi si sarebbe dovuto entrare in una nuova fase di consolidamento e di stabilità dei servizi erogati all'utenza e previsti per legge. Ma, nonostante due leggi finanziarie regionali (la n. 3/2008 e la n. 1/2009) sopra il futuro del personale precario dei CSL pende l'incertezza delle proprie sorti lavorative.
Pertanto, le RdB-CUB denunciano il rischio che, da una parte, oltre 200 lavoratori precari impiegati nei 28 Centri Servizi Lavoro della Sardegna perdano il posto di lavoro. Dall'altra, diverse migliaia di cittadini vengano privati dei servizi sopra richiamati, in un momento come quello attuale di profondo malessere e crisi del mercato del lavoro.
Senza contare che ai 200 operatori dei CSL si somma anche il destino di altrettanti operatori dei CESIL che, impiegati presso i servizi sociali dei vari comuni della Sardegna, subiscono le stesse identiche sorti su scala comunale.
Sono troppe le incognite:
- Non c’è chiarezza di informazione: mentre il Consiglio regionale parla di consolidamento e di stabilizzazione di tutti gli operatori, l’Assessorato regionale al lavoro, invece, parla di POR 2007/2013 in cui far rientrare solo una parte minoritaria degli operatori impiegati presso i CSL. A chi dare retta in questo mare magnum di informazioni provenienti da due organi istituzionali che dovrebbero andare nella stessa direzione per gli stessi obiettivi e che invece, sembrano andare in direzioni opposte?
- Non c’è nessuna parvenza di attuazione delle norme contenute nelle leggi finanziarie di cui sopra che parlano di consolidamento del sistema dei servizi per il lavoro e di mantenimento in servizio degli operatori impiegati negli stessi.
- Non c’è chiarezza sulle modalità attuative di quanto disposto nelle leggi finanziarie per quanto riguarda la stabilizzazione senza ricorrere a meccanismi che possano nuocere le professionali acquisite nel corso di questi ultimi anni.
Per questo motivo, le RdB-CUB, che hanno chiesto un incontro con l'Assessore regionale Manca, inaugureranno un ciclo di iniziative di lotta finalizzato ad assicurare il posto di lavoro di 200 lavoratori precari e la necessità di tenere in piedi ed efficiente un servizio pubblico necessario per fronteggiare la crisi sul fronte della disoccupazione.