ASCOLTARE LE PROTESTE, RITIRARE QUELLA STRANA COSA CHE CHIAMANO "RIFORMA"
Nelle Scuole e negli Atenei cresce l'opposizione ai piani di “riforma” dell'Istruzione e dell'Università
Si sta diffondendo la protesta di chi da anni dice no alla privatizzazione e alla politica sciagurata dei tagli alla cultura, alla formazione e alla ricerca.
E’ una “riforma” che coinvolge milioni di studenti, di insegnanti e di lavoratori, una riforma che ha origini antiche, che porta i colori diversi dei governi che si sono succeduti, ma che adesso pensiamo abbia toccato l’apice, se passasse sarebbe il punto da cui non si può tornare.
Una riforma che avrà conseguenze gravissime sul futuro delle nuove generazioni e del paese. Si tratterebbe di un ritorno al passato, si vuole tagliare il diritto allo studio, il diritto per gli studenti ad accedere alla cultura. Ci vogliono ignoranti per renderci schiavi, disposti ad accettare qualsiasi condizione pur di avere un lavoro. Riteniamo sia necessario che tutti gli interessati (studenti, insegnanti, genitori ecc..) esprimano con chiarezza e con precisione il loro dissenso su questo ddl e sulle loro proposte per la Scuola e l'Università, e che siano loro ad elaborare nuove proposte per una vera riforma, visto che non si può chiedere il perpetuarsi dello status quo della scuola, dato che tutte le statistiche degli istituti internazionali collocano la qualità della scuola italiana agli ultimi posti nelle graduatorie dei paesi sviluppati. Le mobilitazioni continueranno fino al ritiro del ddl Gelmini e la cancellazione di tutti i finanziamenti della scuola privata previsti in Finanziaria.
Siamo inoltre contro la regionalizzazione della scuola, perché questo significherebbe allargare ancora di più il divario fra le regioni economicamente avvantaggiate e quelle svantaggiate, contro tutti i finanziamenti alle scuole private, perché convinti assertori del principio costituzionale che prevede la libertà delle scuole private ma “senza oneri per lo stato” e perché dare soldi ai privati significa distoglierli dalla scuola pubblica.
Siamo per il ripristino dei fondi per il diritto allo studio e per la difesa del lavoro contro la precarietà. Non siamo più disposti a pagare la crisi degli imprenditori, delle banche e delle assicurazioni.
Riprendiamoci la scuola, il lavoro e la dignità.
La nostra proposta contro la crisi:
TAGLIARE LE SPESE ALLE SCUOLE PRIVATE, PARITARIE E ALLE FONDAZIONI
FINANZIARE LA SCUOLA PUBBLICA
NO ALLA REGIONALIZZAZIONE DELLA SCUOLA
PER UNA SCUOLA VERA – LAVORO VERO
USB - Unione Sindacale di Base - Federazione Sardegna
15 dicembre 2010 - La Nuova Sardegna
A Cagliari sfilano la rabbia e il disagio
Migliaia di studenti manifestano con precari pastori e cassintegrati
di BETTINA CAMEDDA
CAGLIARI - La sfiducia al governo viene dalla piazza. E fa rumore come non mai perché porta con sé ideali e speranze dal profumo lontano e che appartengono ad una generazione che oggi chiede di essere ascoltata. Tra decine e decine di striscioni anti-Gelmini e palloncini colorati un corteo di oltre cinquemila persone ha sfilato ieri lungo le vie di Cagliari, da piazza Garibaldi fino a piazza del Carmine per gridare «no al governo che vuole questa riforma».
Un successo per la grande manifestazione nazionale avvenuta nelle città universitarie di tutta Italia e programmata dagli studenti proprio in concomitanza con il voto di fiducia al governo. E gli studenti dell’ateneo cagliaritano non sono mancati all’appuntamento che in questi mesi hanno saputo tenere sempre vivo attraverso l’organizzazione di diverse iniziative. Dalle assemblee ai flash-mob, dalle manifestazioni alle occupazioni del Palazzo delle Scienze e del Magistero fino alle lezioni in piazza tenute dai ricercatori. Sono giovani che hanno detto basta alla politica di palazzo che taglia indistintamente fondi alla cultura e all’università e posti di lavoro.
Ma sono anche giovani che in questi mesi hanno saputo offrire la loro solidarietà a chi quel posto di lavoro lo ha perso. Ecco perché ieri al grande corteo hanno preso parte diverse delegazioni di lavoratori che hanno seguito gli studenti lungo le vie della città. Dai dipendenti della Rockwool al Movimento Pastori sardi, dagli Operatori socio sanitari (Oss- Comitato Art.97)ai lavoratori del Teatro Lirico fino ai precari della scuola e i ricercatori. «Lo studio è alla base del futuro di un Paese - spiega Pasquale Urgu, della Roockwool, venuto apposta da Nebida - per questo è importante che in piazza ci siano tutti, dagli studenti ai lavoratori di tutte le categorie. E se questo governo non dovesse cadere speriamo inizi a fare gli interessi del Paese e non del singolo come ha fatto fino ad ora». Insieme hanno intonato "Bella ciao". Presenti tra la folla gli studenti del Pacinotti, del Siotto, dell’Istituto S.Pertini e immancabile l’Udu (l’unione degli studenti universitari), l’Uds (l’unione degli studenti medi), il gruppo Unica 2.0, fautore di tante iniziative e la Flc Cgil con l’Usb. «Siamo con gli studenti - dichiara Salvatore Drago, coordinatore Usb di Cagliari - per dire no a questo ddl che vuole portare all’ignoranza e rappresenta la negazione del diritto allo studio e del diritto al lavoro».