Comune di Oristano
La RSU – USB, interviene sulla costituzione del coro polifonico della Polizia Locale.
Le recenti polemiche innescate dal procedimento relativo all’acquisto di uniformi di rappresentanza per i componenti del Coro Polifonico “Cantori di Eleonora” della Polizia Locale di Oristano impongono una riflessione sugli atti finora adottati dall’Amministrazione sull’argomento, cui questa RSU non si vuole sottrarre data la rilevanza in termini di disparità di trattamento del personale che ne deriva, ma anche considerati i riflessi negativi in termini di percezione dei dipendenti dell’Amministrazione da parte della cittadinanza.
La Delibera di Giunta Comunale n. 20 del 05/02/2018 con la quale è stato riconosciuto il Coro e regolamentata la sua attività presenta alcuni aspetti controversi, in particolare:
- pur rappresentando il riconoscimento della lodevole iniziativa assunta dai coristi fondatori del coro, nel qualificarlo “Coro ufficiale del Comune di Oristano” avrebbe meglio preservato la caratteristica di rappresentanza dell’Istituzione rappresentata aprendo alla partecipazione di tutti i dipendenti comunali, mentre l’art. 5 del disciplinare “Requisiti per l’accesso” limita la partecipazione, oltre agli appartenenti al Corpo di Polizia Locale di Oristano, ai “…… Coristi facenti parte di altri Corpi o Uffici di Polizia Locale, in servizio o in quiescenza nella misura del 30%” e a “…..Coristi non facenti parte dei Corpi di Polizia Locale, di comprovata capacità artistica, nella misura massima del 20%” senza alcun titolo di preferenza per i dipendenti dell’Amministrazione ;
- all’art. 9 la previsione di “prove in servizio due volte la settimana (prove di 45 minuti) compatibilmente con le esigenze di servizio”, appare del tutto inopportuno per l’ingente impegno che rappresenta in termini economici ma anche di distoglimento del personale della Polizia Locale dai normali compiti di istituto per i quali spesso ci si lamenta proprio della carenza di personale. Riteniamo che la passione per il canto, in quanto passione, debba essere coltivata al di fuori dell’orario di lavoro come viene fatto da altre corali della Polizia Locale in altri comuni di Italia;
- analogamente l’art. 8 “Disciplina delle prestazioni”, laddove prevede che “Tutte le prestazioni eseguite dai componenti del Coro e a queste riferite e connesse, sono effettuate in orario di servizio ordinario” senza prevedere alcun limite appare in contrasto con già le citate necessità di contenimento della spesa e corretto utilizzo del personale in servizio. Niente in contrario a che, in particolari occasioni ben definite, il Coro rappresenti l’Istituzione Comune ma mettiamo il caso di una partecipazione ad una rassegna di corali in una qualsiasi regione di Italia, chi ne sosterebbe i costi? Addirittura in questo caso la partecipazione potrebbe essere effettuata “in regime da trasferta come da vigente normativa contrattuale”. Ma quale normativa contrattuale? Non crediamo che il contratto del comparto degli Enti Locali preveda una regolamentazione per dipendenti pubblici che partecipano ad un coro;
- infine appare opportuno rilevare che la materia trattata nel così detto “disciplinare” appare essere una vera e propria regolamentazione in materia di Polizia Locale la cui competenza, ai sensi dell’art. 42 del TUEL, è attribuita al Consiglio Comunale.
Per quanto riguarda l’acquisto di 10 uniformi di rappresentanza composte da giacca e pantalone in velluto per una spesa di euro 6.000,00 affidata alla nota Sartoria Modolo di Orani riteniamo tale spendita di denaro pubblico sicuramente non necessaria. Tanti cori di Polizia Locale, come sarà facile verificare, si esibiscono in tutta Italia con la divisa di ordinanza senza sfigurare mantenendo un adeguato contegno al contesto in cui partecipano. In tempi di ristrettezze economiche, che si ripercuotono sui cittadini ma anche sui dipendenti comunali, questa ulteriore spesa appare del tutto ingiustificata ed inopportuna.
A nostro avviso, in conclusione, è del tutto inopportuno destinare risorse umane e finanziarie ad attività diverse da quelle che sono le attività di istituto attribuite dall’ordinamento all’Ente, mentre riteniamo che l’Amministrazione possa favorire la realizzazione e l’integrazione del personale dell’Ente anche in attività amatoriali, quale è quella del canto in forme, che, in ogni caso, non gravino sul bilancio dell’ente.
Invitiamo pertanto l’Amministrazione a voler rettificare gli atti finora deliberati nel senso di meglio circoscrivere le attività e le occasioni istituzionali di rappresentanza da affidare al Coro, limitando al minimo ogni possibile valutazione discrezionale, ed eliminando i palesi privilegi concessi ai dipendenti componenti il Coro (nel senso di eliminare le prove in servizio, l’utilizzo dei mezzi di servizio e le missioni) nonché a valutare la possibilità di ampliare a favore dell’intera platea dei dipendenti la partecipazione allo stesso coro laddove il numero dei componenti la Polizia Locale non fosse sufficiente, oltre a sospendere l’acquisizione delle “Uniformi di rappresentanza”.
LA RSU