Comunicato stampa su Aias e silenzio della Commissione Sanità

In allegato l'articolo comparso sull'Unione Sarda del 12 Maggio 2013

Cagliari -

 

 

Il giorno 23 aprile le organizzazioni sindacali rappresentanti i lavoratori dipendenti dell’AIAS venivano ricevuti dalla Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Sardegna.

 

I sindacalisti e i lavoratori presenti a quell’incontro hanno fatto presente ai membri della commissione i motivi per cui hanno chiesto l’incontro che possiamo così riassumere:

 

I lavoratori aspettano da 4 mesi l’erogazione dello stipendio. Sulle loro teste pende la spada di Damocle di 133 licenziamenti. I loro carichi di lavoro individuali continuano ad essere sempre da “stress”. Da ciò ne consegue che i licenziamenti sono non giustificati. I bilanci presentati dell’azienda in sede di trattativa non sono trasparenti e, quindi, questo, assieme al fatto che l’Associazione si è rifiutata di prendere in considerazione alcune alternative che le sigle sindacali proponevano, ha costituito un motivo ulteriore per respingere l’ipotesi dei licenziamenti. 

 

Solo due delle 9 sigle presenti al tavolo delle trattative si sono dette disposte ad avallare la strada che l’associazione ha tracciato.

 

La USB dal canto suo, oltre a rimarcare la non chiarezza dei bilanci, ha chiesto ai membri della Commissione Sanità di prendere in considerazione la reinternalizzazione del servizio all’interno della sanità pubblica visto che l’Associazione opera in regime di monocommittenza.

 

La Commissione, prendendo atto di quanto esposto, si è riservata di valutare e ponderare al riguardo.

 

Da allora regna il silenzio: un silenzio tombale. E nel frattempo i lavoratori continuano a non percepire gli stipendi arretrati. Eppure essi non vivono di aria. Essi hanno diritto a percepire lo stipendio. Sono stufi di lavorare a credito. Che sia la Regione, che siano le ASL a pagare gli stipendi in prima persona o che versino il dovuto all’AIAS con la clausola precisa che i soldi devono essere impiegati per pagare tutti o almeno parte degli stipendi arretrati!

 

Che vengano ritirate le minacciate lettere di licenziamento.

 

I lavoratori, per espletare le loro funzioni in modo ottimale, così come meritano i pazienti che vengono loro affidati, hanno bisogno di serenità e non di ricatti di licenziamento, demansionamento e mancati versamenti di quanto loro dovuto.

 

All’Assessore alla sanità diciamo: i cittadini hanno diritto ad una assistenza dignitosa, una assistenza non finalizzata al profitto e alle clientele di pochi; che sia dunque, la Regione, attraverso le ASL a gestire questo servizio, e ne beneficeranno tutti: I pazienti, i contribuenti che non si vedranno costretti a pagare onerose parcelle di avvocati milanesi, e il personale tutto che non dovrà sottostare a simili ricatti. 

In allegato l'articolo comparso sull'Unione Sarda del 12 Maggio 2013