Dati Istat Lavoro, retribuzioni ferme anche a marzo, aumento dell'1,4% su base annua. Ben 5,3 milioni aspettano il rinnovo del contratto collettivo
Alla fine di marzo 2013 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 59,2% degli occupati dipendenti e al 55,7% del monte retributivo osservato.
Nel mese di marzo l'indice delle retribuzioni contrattuali resta invariato rispetto a febbraio e presenta una crescita dell'1,4% rispetto a marzo 2012. Complessivamente, nel primo trimestre del 2013 la retribuzione è cresciuta dell'1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012.
Con riferimento ai principali macrosettori, a marzo le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,8% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione (una cosa ovvia, visto che il rinnovo dei contratti pubblici è bloccato sin dal 2009).
I settori che a marzo presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari bevande e tabacco (3,6%); tessili, abbigliamento e lavorazioni pelli (2,8%); acqua e servizi di smaltimento rifiuti (2,6%). Si registrano, invece, variazioni nulle per telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Tra i contratti monitorati dall'indagine, a marzo sono stati recepiti gli accordi energia e petrolio, energia elettrica e quello della Rai, mentre nessun contratto è scaduto.
Alla fine di marzo la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 40,8% nel totale dell'economia e del 23,4% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 28,8 mesi per l'insieme degli occupati e di 16,2 mesi per quelli del settore privato.
A marzo sono in attesa di rinnovo 44 accordi (15 appartenenti nella Pa) relativi a circa 5,3 milioni di dipendenti (2,9 mln nel pubblico). La quota di dipendenti che aspetta il rinnovo è pari al 40,8% e pari al 23,4% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 28,8 mesi per l'insieme degli occupati e di 16,2 mesi per quelli del settore privato. A marzo, i mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono in media 28,8, in aumento rispetto all'anno precedente (27,0), mentre l’attesa media nel privato è di 16,2 mesi.