Disatteso il risultato del referendum sull'acqua. Parte la protesta civile
Il gestore del servizio idrico integrato sardo continua ad applicare una quota del 14% che prevede la remunerazione del capitale investito, norma che è stata abrogata dal referendum popolare.
Parte la protesta dei cittadini. In allegato il modulo per poterla praticare.
La modulistica è stata scaricata dal sito benicomuniplanargia.wordpress.com e www.acquabenecomunesardegna.it
Nel mese di giugno del 2011 siamo stati chiamati a votare per diversi quesiti referendari: uno dei quali riguardava l’acqua.
Con quel referendum la stragrande maggioranza degli elettori ha sancito che:
a) l’acqua deve essere considerata un bene comune;
b) che si voleva abrogare quella norma che prevedeva la remunerazione del capitale investito.
Come al solito le società che gestiscono il servizio idrico hanno cercato di fare orecchie da mercante e hanno disatteso l’esito del referendum, continuando a far pagare in bolletta la remunerazione del capitale investito.
Il Consiglio di Stato ha dato ragione ai ricorrenti e così pure ha sentenziato il TAR della Toscana. Esso era chiamato a sentenziare sull’ autoriduzione che dei cittadini avevano praticato sulle proprie bollette e ha dato loro ragione.
Abbanoa, che gestisce il servizio idrico integrato della Sardegna, continua ad applicare questa quota che è pari al 14%.
Noi pensiamo che sia ingiusta e che, quindi, sia necessario organizzarsi per praticare questa campagna di “OBBEDIENZA CIVILE” .
In allegato la modulistica per poterla praticare.