E daje col "terrorismo"!

Cagliari -

“Terroristi” con l’aggravante di essere “eversori” sarebbero alcuni degli imputati per “crimini” commessi negli anni che vanno dal 2014 fino al 2018, in Sardegna.

“Terroristi, non antimilitaristi” strilla il titolo dell’Unione riprendendo un virgolettato della Procura della Repubblica.

Di cosa sono accusati questa cinquantina di compagne e compagni? A leggere la paginata dell’Unione Sarda: di resistenza a Pubblico Ufficiale, danneggiamenti e cose simili.

Essi si sarebbero resi “colpevoli” di aver cercato di manifestare la loro opposizione alle basi militari.

La loro opposizione alla produzione di bombe esportate (illegalmente) verso un paese canaglia come l’Arabia Saudita che le usa per bombardare l’incolpevole Yemen.

Si sono resi “colpevoli” di dissentire, e di manifestare il loro dissenso e per questo rischiano pene severissime fuori da ogni logica giuridica.

Una forzatura giuridica? Un eccesso di zelo da parte della Questura e della Procura? Noi pensiamo, invece, che questo possa essere l’inizio di un processo, un processo già avviato e che si chiama processo securitario, dove verranno ristretti i margini di agibilità politica e sindacale a tutti i movimenti a tutti i sindacati che non si allineano alle politiche governative e filo padronali.

Viviamo con apprensione l’avvio di questa nuova “concertazione” fra sindacati complici e alcuni membri del “nuovo” governo che tendono a restringere il diritto di “rappresentatività” solo a soggetti disposti a tutti i compromessi,

In questo senso vogliamo “leggere” le affermazioni fatte dalla CGIL del Sulcis Iglesiente che solennemente dichiara che la “RWM deve essere dichiarata industria strategica” e che nega perfino qualsiasi ipotesi di riconversione!

Noi solidarizziamo con i compagni e le compagne colpiti da questi provvedimenti, dimostreremo la nostra solidarietà partecipando alla manifestazione del 12 ottobre indetta da una cinquantina di comitati ed associazioni (Fra cui l’USB) per dire che le servitù militari non portano sviluppo ma anzi lo inibiscono, che il 66% delle servitù di tutto il territorio nazionale che gravano su una sola Regione (la Sardegna) sono troppi! Per dire che noi vogliamo un sistema diverso di produrre, consumare e vivere. Un sistema che ponga al centro delle proprie attenzioni ogni essere vivente e non il capitale ed il profitto.

 

p. USB Confederale:

Salvatore drago

Tel. 3472723955