E poi quando si parla di “CASTA” i politici si offendono

La distruzione della sanità pubblica in Sardegna dura da oltre 30 anni, a farne le spese sono tutti i Sardi, ma, soprattutto i lavoratori e pensionati che percepiscono pensioni e salari medio bassi.

 

Cagliari -

Le strutture territoriali attrezzate con i macchinari necessari, i servizi, i medici ed infermieri al fine di fare prevenzione di ogni tipo di malattia sono progressivamente scomparsi in quasi tutto il territorio regionale, la mancanza di strutture in grado di seguire, curare ed assistere, nelle loro abitazioni gli ammalati soprattutto da Covid… in questi ultimi anni non esiste proprio.

Causa la mancanza di personale e strumentazione diagnostica nella sanità pubblica moltissimi sardi sono costretti a recarsi in strutture private convenzionate con la Regione (quindi pagate sempre da noi) per evitare le lunghissime liste d’attesa che spessissimo va da 6 mesi ad oltre un anno per avere un esame specialistico o diagnostico. Non tutti possono permetterselo, soprattutto gli anziani, e si curano sempre meno, scoraggiati dalla carenza di personale medico, dal costo dei farmaci, dalle infinite liste d’attesa per effettuare controlli clinici. I dati sono spaventosi: sono oltre 150 mila i sardi che hanno rinunciato a curarsi per motivi economici.

Gli ospedali territoriali son da tempo sotto attacco, si dismettono interi servizi o vengono accorpati anche interi reparti, mettendo le premesse per chiuderli definitivamente. I pochi Pronto Soccorso, dove ancora esistono, e non sono stati chiusi, sono del tutto insufficienti con scarsezza di medici, infermieri, macchinari diagnostici adeguati… ed in alcune ASL, i medici ed infermieri stremati da turni massacranti, peggiorando ulteriormente le condizioni dei pazienti che sempre più spesso hanno tempi di attesa dalle 8 alle 24 ore ed oltre.

OGGI veniamo a sapere a mezzo stampa che all’interno del palazzo del Consiglio Regionale vi è una struttura sanitaria di Pronto Intervento ad esclusivo uso di tutti i consiglieri regionali a prescindere dal partito di appartenenza. È vergognoso che mentre in Sardegna ci sono delle persone che non possono curarsi, questi politici si ritagliano un privilegio a spese dei sardi e togliendo fondi alla salute e alla sanità pubblica, fondi, che potrebbero essere usati in centomila modi per migliorare la sanità in Sardegna.

Vi è più; con la carenza di personale sanitario negli ospedali pubblici, è intollerabile che decine di professionisti sanitari vengano distolti dai loro compiti svolti nel policlinico Universitario di Cagliari/Monserrato, anche se fuori dall’orario di lavoro, nosocomio, questo, dove gli operatori sanitari sono insufficienti anche per l’ordinario servizio. Se lavoro in orario straordinario devono fare, che lo facciano al Policlinico e non per chi come questi “nostri” consiglieri regionali si arrogano un privilegio a spese nostre.

Considerato il bisogno di punti di intervento sanitario in ogni dove della Sardegna, e, visto che a quanto pare il servizio è stato sospeso ma non è stato cancellato l’appalto e quindi i fondi impegnati, NOI CHIEDIAMO L’IMMEDIATA CHIUSURA DELLA STRUTTURA SANITARIA DI PRONTO INTERVENTO AD ESCLUSIVO USO DI TUTTI I CONSIGLIERI REGIONALI e che i fondi già stanziati siano resi più utili ed impiegati per il bene comune di tutti, aprendo una Struttura di Pronto intervento in uno dei tanti locali disponibili al porto o nella stazione ferroviari o dell’Arst, onde permettere a tutte le migliaia di persone, cittadini, lavoratori, turisti o pendolari che circolano in questa zona, naturalmente, permettendo anche ai consiglieri regionali di usufruire alla bisogna di tale Struttura considerato che comunque resterebbe nei pressi del Palazzo – sempre se loro, i politici, non si sentano sminuiti a mischiarsi gli altri comuni mortali.

Cagliari 27-07-2022