Il Ministero dell’Interno lancia la campagna contro il reddito di cittadinanza: lettere intimidatorie (razziste e fasciste) ai Caf
Due notizie, una peggiore dell’altra. La prima: la Questura di Cagliari ha una sezione dedicata al “contrasto alla criminalità diffusa, straniera e alla prostituzione”. La vecchia Buoncostume si è evoluta alla faccia del politicamente corretto: immigrati, prostitute e scippatori pari sono. Supponiamo che lo stesso accada in tutta Italia.
La seconda: la sopracitata sezione si permette di inviare comunicazioni intimidatorie ai Caf chiedendo copia di tutte le richieste di reddito di cittadinanza da parte di cittadini stranieri e/o italianizzati (un chiaro richiamo alle leggi fasciste).
È di tutta evidenza che si prepara una nuova campagna xenofoba che avrà come oggetto i migranti e chi percepisce il reddito di cittadinanza. Sembra quasi che il Ministero dell’Interno abbia ritenuto una buona idea la sparata di Ignazio Benito La Russa, che chiede la revoca del reddito di cittadinanza per finanziare le spese di guerra.
Sono milioni, purtroppo, i residenti in Italia che grazie al reddito di cittadinanza riescono a sopravvivere in un Paese da tassi di disoccupazione crescenti e carovita alle stelle, ma il Ministero dell’Interno ha deciso che è tempo di accanirsi contro di loro perché tutti sospettati di essere imbroglioni, malfattori o prostituti/e, per questo da privare del diritto a percepire questa minima risorsa, peraltro gravata da mille condizionalità.
L’USB mette in guardia la ministra Lamorgese dal farsi strumento di una nuova demagogica e inaccettabile campagna contro la povera gente e dal dare ascolto a chi vorrebbe stornare quei fondi a favore della guerra. La lotta a queste scelte sarà molto determinata e molto partecipata.
Unione Sindacale di Base