Inventata la macchina del tempo: il reddito medio pro capite torna ai livelli del 1986, mentre i consumi tornano ai livelli di 15 anni fà.

Cagliari -

 

 

Gli effetti della crisi continuano a farsi sentire. Giungono in ogni casa, in ogni territorio. La crisi mangia il reddito delle famiglie, e le tutele e il welfare costruito in anni di lotte e sacrifici. Non sono solo spread, quindi, numeri e grafici in televisione. Secondo lo studio di Rete Imprese Italia il reddito pro capite scenderà nel 2013 sotto i 17mila euro ( 16.955 euro contro i 17.337 euro dello scorso anno), tornando a livelli di 27 anni fà. Il livello di quest'anno è leggermente superiore a quello del 1986, quando il reddito era pari a 16.748 euro a testa! Nel 2011, il reddito disponibile era di 18.216 euro, mentre nel 2007, anno di inizio della crisi, il reddito disponibile reale era di 19.515 euro. 

 

Caleranno anche i consumi nel corso dell’anno corrente dell’1,4%, tornando a i livelli di 15 anni fà. L'analisi è impietosa e evidenzia quanto profondamente la crisi abbia colpito il nostro Paese. Difatti lo scorso anno il calo era stato del 4,4% rispetto al 2011. Si era passati da 16.654 euro a 15.920 euro a testa contro i dei dodici mesi precedenti. Per l’anno corrente la spesa dovrebbe scendere a 15.695 euro a testa. 

 

Sul fronte produttivo le notizie non sono migliori: le imprese italiane scomparse sono state quasi centomila. Nei primi nove mesi del 2012 hanno chiuso i battenti oltre 216mila imprese artigiane e dei servizi di mercato. Le iscrizioni ammontano invece a 147mila per un 'saldo' tra mortalità e natalità negativo per 70mila unità. Nell'ultimo anno il sistema del credito ha ridotto di 32 miliardi l'erogazione di finanziamenti alle aziende.

 

Sempre secondo le previsioni dello studio, la pressione fiscale effettiva salirà nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% della pressione fiscale apparente.

 

Se avessimo degli indicatori oggettivi sui diritti e previdenza forse il quadro sarebbe ancora più impietoso: sapremmo che saremmo tornati ai livelli forse degli anni ’50, c’è chi sostiene dell’ottocento. . Dopo vent'anni “di rivoluzione liberale”, dalla discesa in campo di Berlusconi (con i suoi alleati Bossi, Casini e Fini), con i governi di centro sinistra che si sono alternati a quelli della destra, e con quello dell’illuminato bocconiano, questi inetti politici sono riusciti a farci fare un mare di sacrifici, aumentare le tasse, e la disoccupazione e costruire la macchina del tempo che è servita a riportarci indietro di 27 anni come potere d'acquisto e tenore di vita, e di un secolo indietro come tutela dei diritti.