LA LOTTA DEGLI OPERAI VYNILS ALL'ASINARA - L'ISOLA DEI CASSINTEGRATI
IL GOVERNO SI LAVA LE MANI - L’ENI TRATTA CON RAMCO
Dal meeting confindustriale di Parma che pomposamente promette «Libertà e benessere. L’Italia al futuro» nessuna risposta politica né economica alle richieste dei lavoratori che occupano l’isola dei cassintegrati e ai milioni di operai, impiegati, precari e piccoli imprenditori che pagano la crisi. Il governo con Tremonti se ne lava le mani. Bersani, tra gli ospiti, non propone una ricettama solo un po’ più di umanità
Si è commosso, Pietro Marongiu, di fronte alle telecamere di «Anno Zero». L’altroieri sera il portavoce degli operai Vinyls – da più di quaranta giorni naufraghi volontari sull’isola dell’Asinara – non ha controllato l’emozione pensando «a questi ragazzi, a questi miei compagni che hanno vent’anni e che non sanno che futuro avranno». E di questo ha accusato «un sistema in cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri». «Noi produciamo ricchezza – ha aggiunto – e siamo bravissimi a farlo, tra i più bravi al mondo nel nostro campo. E allora qualcuno ci deve spiegare perché l’Eni vuole abbandonarela chimica».
Michele Santoro – per rispondere a Pietro Marongiu – ha chiamato, in studio, il ministro Giulio Tremonti, che prima ha fatto una sparata alla Berlusconi dicendo che «è stata la sinistra a privatizzare l’Eni» e poi ha candidamente ammesso di non sapere molto della vertenza Vinyls: «Non dovreste chiedere a me. Questo caso non lo conosco. Il presidente della Sardegna, Ugo Cappellacci, se ne sta occupando». Gioco facile quello di Tino Tellini, un altro dei portavoce dei «naufraghi», nel rispondere: «Ma se queste cose non le sa lei che è il ministro dell’Economia, chi le deve sapere? Per la chimica come per altri settori produttivi servono politiche strutturali serie, non interventi tampone come la cassa integrazione. Quella va bene per dare da mangiare alle famiglie, ma noi non chiediamo assistenzialismo». «Io sono un uomo di sinistra, ho sempre votato da quella parte – ha aggiunto Tellini – Ma anche a sinistra manca una politica del lavoro seria e credibile. Dunque dico che bisogna unirsi, senza se e senza ma, a partire dal lavoro, dalla difesa e dalla rappresentanza del lavoro».
La prossima settimana sull’isola sbarcherà Bianca Berlinguer con «Linea notte» e oggi arriva Legacoop con il presidente nazionale Giuliano Poletti. E l’altro ieri a Pesaro, davanti agli oltre 600 delegati della neonata Filctem-Cgil, uno della Vinyls – Emanuele Manca, 35 anni, disoccupato, moglie, due figli e unmutuo – ha invitato il segretario nazionale della Cgil, Guglielmo Epifani, ad andare all’Asinara, l’isola dei naufraghi del lavoro.
Agli operai Vinyls l’Eni risponde con l’avvocato Leonardo Bellodi, responsabile degli affari istituzionali della holding. Bellodi innanzitutto nega che il gruppo abbia deciso di mollare la chimica: «Non è vero che vogliamo uscire dal settore. Polimeri Europa, una nostra società, prevede di investire in Italia 700 milioni di euro nei prossimi quattro anni, di cui 250 a Porto Torres e aMarghera». Polimeri Europa a Porto Torres produce fenolo, cumene ed etilene. L’Eni ha un’altra società in Sardegna, la Syndial, che ad Assemini produce dicloretano. Bellodi dice poi che l’Eni ha fatto tutto ciò che poteva per portare la partita Vinyls a una soluzione positiva: «Lo scorso 2 aprile abbiamo inviato un memorandum d’intesa a Ramco, la società del Qatar interessata all’acquisto della Vinyls, che è, va ricordato, non una società Eni ma un’azienda messa in liquidazione dall’ultimo dei suoi proprietari e ora in amministrazione controllata. Amministrazione gestita da tre commissari. Il memorandum consegnato a Ramco contiene tutte le garanzie che possono permettere di integrare il ciclo del cloro. In sostanza, abbiamo accolto le richieste del gruppo arabo, che aveva identificato nella mancanza di integrazione della produzione il problema centrale. Ho letto che noi il memorandum non lo avremmo mai inviato. E’ una notizia del tutto falsa». Ora Ramco sta valutando e secondo Bellodi una risposta potrebbe arrivare a giorni. «Ilmemorandum – aggiunge il dirigente Eni – viene alla fine di un percorso. Il 12 novembre dello scorso anno abbiamo avuto un incontro al ministero dello sviluppo economico con i commissari Vinyls, durante il quale sono stati definiti i prezzi e i quantitativi delle due materie prime – dicloretano ed etilene – che le società Eni dovevano fornire per riavviare la produzione. Prezzo, quantità e una serie di utility. Entro il 15 dicembre 2009 Eni doveva fornire le materie prime, perché entro il 15 dicembre dovevano ripartire gli impianti. I prezzi erano particolarmente favorevoli rispetto a quelli di mercato. Per ragioni che non ci sono mai state comunicate, il 15 dicembre la produzione non è stata riavviata. I quantitativi di materie prime che noi avevamo pronti non sono stati mai richiesti dai commissari Vinyls». «Veniamo– dice ancora Bellodi – al nuovo anno. Il 12 gennaio 2010 abbiamo incontrato la Ramco al ministero dello sviluppo economico e abbiamo firmato un’intesa che prevedeva essenzialmente due cose: le stesse condizioni di vendita delle materie prime già proposte il 12 novembre 2009 a Vinyls e una proroga nel tempo dei termini di validità della nostra offerta, secondo le indicazioni che venivano dalla stessa Ramco. Il 22 febbraio 2010 un ulteriore incontro con gli arabi e poi, il 12 marzo 2010, l’invio di una lettera d’intenti di Ramco a noi». «A questo punto, il capo della matassa non ce l’ha l’Eni – dice Bellodi – Non siamo noi che dobbiamo vendere gli impianti. Eni ha fatto tutto ciò che poteva fare. Il bando internazionale di vendita è stato pubblicato dai commissari Vinyls lo scorso 31 marzo. E’ il tassello che mancava. Noi stiamo definendo l’accordo con Ramco. Bisognerà vedere se Ramco raggiungerà un accordo per l'acquisto con i commissari Vinyls».
Costantino Cossu
Il Manifesto, 10 aprile 2010