La Pubblica Amministrazione deve pagare l'indennità ai dipendenti pubblici entro aprile perché il decreto non è stato firmato

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Cagliari -

 

 

Se ne parla da parecchie settimane, lo si dà per certo, ma il decreto che proroga il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici non è ancora stato firmato. Se comporta un problema operativo per gli uffici che devono predisporre le buste paga relative al mese di aprile, nella parte relativa all'obbligo o meno di riconoscere l'indennità di vacanza contrattuale, si dovrebbe procedere alla sua corresponsione, anche se ragioni economiche del governo che spingono per far pagare ancor di più la crisi ai lavoratori la vorrebbero bloccare. Il decreto si è incagliato anche per ragioni legate all'opportunità o meno per un Governo uscente di assumere un atto di forte peso simbolico che incide sulla vita dei lavoratori pubblici. L'indennità di vacanza contrattuale, è stata istituita nel 1993. Introdotta per il primo biennio dalla Finanziaria 2009 e prolungata fino al 2012 dalla manovra 2010, l'indennità è stata resa strutturale dalla riforma Brunetta, che l'ha introdotta nel Testo unico del pubblico impiego (articolo 47-bis del Dlgs 165/2001). L'indennità andrebbe pagata a partire da aprile dell'anno successivo alla scadenza del contratto nazionale di riferimento, ma la sua partenza non è automatica: l'attribuzione deve infatti avvenire «entro i limiti previsti dalla legge finanziaria in sede di definizione delle risorse contrattuali ». Il blocco di rinnovi contrattuali e stipendi individuali introdotto con la manovra estiva (articolo 9 del Dl 78/2010) è scaduto a fine 2012, e la sua estensione al biennio 2013-2014, prevista nella prima manovra estiva 2011 (articolo 16 del Dl 98/20n, che demandava a uno o più atti regolamentari la possibilità di prorogare fino al 31 dicembre 2014 tutte le norme che limitano i trattamenti economici dei dipendenti pubblici, e anche la possibilità di rivedere le modalità di calcolo dell'indennità in questione, da corrispondere nel triennio 2015-2017), ha bisogno di un Dpr per essere applicata, e questo Dpr non ha visto la luce. La volontà politica antipopolare e punitiva era mantenere inalterata la retribuzione in essere al 2009 fino al 2017, con la sola eccezione del riconoscimento dell'indennità di vacanza contrattuale a partire dal 2015. Ma il necessario regolamento previsto dalla legge 400/1988 non è stato predisposto. Quindi allo stato attuale non sussistono, norme giuridiche che consentano agli enti di bloccarne il pagamento e quindi l’indennità di 12 euro lordi mensili, che aumenta a 20 euro da luglio deve essere pagata.