La scoperta dell'acqua calda.
Anche per l'Ires Cgil i salari si sono ridotti...
E' da settimane che ci troviamo di fronte ad una strana rincorsa a denunciare il basso potere d'acquisto dei salari. Confindustria, Governo, Banca d'Italia, cgil-cisl-uil... ed ora anche l'Ires nel suo convegno tenutosi ieri a Roma.
Non ci stupisce il dato che i salari italiani siano bassi (chiunque dipenda da un reddito da lavoro se ne è accorto da un bel pezzo e spesso non è stato ascoltato quando lo denunciava), ci stupisce questo coro sostenuto proprio da quelle voci che fino a ieri difendevano l'efficacia della contrattazione sindacale o da quelli (i padroni) che fino a ieri si lamentavano delle esose richieste salariali dei lavoratori.
Chi ci capisce è bravo... Già, ma perchè i salari si sono ridotti in questi anni?
A questa domanda il coro non risponde o per lo meno lo fa genericamente. Ma qualsiasi ipotesi viene sostenuta finisce inevitabilmente per smontare la credibilità di quella contrattazione concertativa che per anni è stata praticata e difesa contro qualsiasi critica.
L'analisi dell'Ires infatti imputa la riduzione dei salari:
- Al fatto che la riduzione programmata è stata più bassa di quella effettiva. Ma questo vuol dire che la concertazione salariale (la politica dei redditi uscita dall'accordo del luglio 95) di questi anni si è dimostrata incapace di tutelare il salario dei lavoratori. La scelta di predeterminare le rivendicazioni salariali sull'inflazione programmata è stata una scelta sostenuta anche da cgil-cisl-uil, motivata come uno strumento di rafforzamento della contrattazione.
- Al fatto che il recupero tra inflazione programmata e quella reale non si è effettuata nei rinnovi contrattuali di questi anni. L'Ires non se ne accorge ma così affonda criticamente tutte le argomentazioni di cgil-cisl-uil a difesa della pratica contrattuale di questi anni. Una contrattazione che in effetti non è neppure riuscita a recuperare l'inflazione.
- Alla mancata restituzione del Fiscal Drag. Già ma quali iniziative cgil-cisl-uil hanno posto in essere, in occasione delle varie finanziarie di questi anni per recuperare questo divario nelle trattenute fiscali sulle retribuzioni dei lavoratori? Praticamente nessuna, e questo perchè cgil-cisl-uil è da anni che si piegano alla priorità del risanamento del bilancio, sopratutto quando sono in presenza di un Governo amico.
- Alla scarsa redistribuzione della produttività. Non c'è da stupirsi. Da una contrattazione che non è riuscita neppure a tutelare i salari dall'inflazione c'era poco da aspettarsi. Se poi per recupero della produttività ci riferisce alla contrattazione decentrata, l'osservazione dell'Ires non fa che dichiarare il fallimento di uno strumento come il "premio di risultato". Un premio che più che recuperare produttività serve ad incentivare aspettative salariali simili al cottimo, per di più non consolidate in busta paga e quindi erogate una tantum.
L'Ires quindi fa una analisi condivisibilissima, che per altro suffraga la validità delle critiche avanzate in tutti questi anni all'incapacità del modello concertativo di difendere il salario (tanto meno di incrementarlo). Critiche che sono sempre state respinte proprio da quella burocrazia che oggi si accorge di avere gestito una prassi sindacale che di fatto ha aumentato la povertà di quei lavoratori che doveva rappresentare.
Il fatto è che il coro unitario (dei segretari nazionali di cgil-cil-uil, di Confindustria e Governo) sembra congeniato per giustificare non già una ripresa del conflitto e della vertenzialità sul salario, quanto invece l'ennesimo nuovo "Patto", una nuova "politica dei redditi" che non promette nulla di buono.
Occhi aperti…
COORDINAMENTO RSU
RdB-CUB Federazione Nazionale – martedì, 20 novembre 2007
“L’IRES CGIL scopre l’acqua calda! E’ possibile che un prestigioso istituto di ricerca si sia accorto solo oggi di come vivono i lavoratori italiani e quanto abbiano perso dall’accordo del luglio 93 ad oggi? Diciamo piuttosto che la Cgil è pienamente responsabile con Cisl e Uil di questa condizione e che la sua scellerata politica di compatibilità e di concertazione ha prodotto un arretramento nelle condizioni materiali di vita dei lavoratori che non ha precedenti”. Pierpaolo Leonardi, Coordinatore nazionale della CUB, interviene così sui risultati della ricerca Cgil sui salari.
“E’ appena il caso di ricordare che da quando è stata cancellata la scala mobile i contratti hanno avuto la scarna funzione notarile di recuperare l’inflazione programmata, senza poter contrattare alcunché per ridistribuire a fattore lavoro una quota della ricchezza prodotta. Questo ha consentito ai padroni di arricchirsi enormemente e ai lavoratori di immiserirsi sempre di più. Il ripristino della scala mobile è l’unico strumento che può consentire di invertire questa tendenza restituendo ai contratti la loro funzione centrale”.
Nella primavera scorsa – conclude Leonardi – abbiamo consegnato al Senato oltre 100.000 firme in calce ad una Legge di iniziativa popolare per il ripristino della Scala Mobile ma a tutt’oggi Treu, che presiede la Commissione lavoro, non ha calendarizzato la discussione, la riteniamo una grave omissione e nelle prossime ore daremo vita ad una iniziativa di protesta al Senato.