L'ACCORDO TRA CGIL, CISL E UIL E CONFINDUSTRIA È ANTIDEMOCRATICO
Se alle elezioni politiche si potessero votare solo il partito di sinistra o quello di destra mentre tutti gli altri partiti, che pur esistendo, con segretario, iscritti e militanti fossero esclusi dalla competizione elettorale solo perché non fossero d'accordo con tutte le leggi approvate in parlamento, allora non saremmo in uno Stato democratico. Se al posto dei partiti mettiamo i sindacati e a posto delle leggi i contratti di lavoro allora ci troviamo in Italia.
L'accordo sottoscritto da CGIL Cisl e UIL con Confindustria il 10 gennaio e altezzosamente chiamato "Testo Unico sulla Rappresentanza" come se i soggetti avessero potere legislativo in merito, ha stabilito che i lavoratori possono eleggere e farsi rappresentare solo da quei tre sindacati. Chi non ha aderito a quell'accordo come l’Unione Sindacale di Base non potrà eleggere alcun delegato. Ed è per questo che USB ha presentato un ricorso un ricorso al tribunale civile di Roma contro l'accordo del 10 gennaio per frode alla legge, violazione della Costituzione e delle sentenza 231 della Corte costituzionale.
Con il ricorso è stata chiesta la nullità di gran parte del cosiddetto Testo unico sulla rappresentanza con cui Cgil, Cisl e Uil, a loro parere, intendono integralmente regolare la materia della democrazia sindacale, stabilendo sia chi ha diritto a trattare i contratti collettivi, sia chi ha diritto all'agibilità sindacale all'interno dell'azienda in netto contrasto con lo Statuto dei lavoratori (Legge 300/70) in primis l'obiettivo di escludere a priori alcuni possibili competitori sindacali.
Con questo accordo si sta modificando per sempre e in maniera strutturale il rapporto tra sindacati lavoratori e controparti. In pratica il 10 gennaio la posizione storica della Cisl di sindacato collaborativo ha vinto sulla storia della Cgil e ha di fatto detto ai lavoratori che Cgil, Cisl e Uil sono le organizzazioni che rappresentano il mondo del lavoro e che insieme a Confindustria decidono chi deve rappresentare i lavoratori.
Una firma, quindi, e la storia è cambiata.
Addio ai sindacati come controparte delle aziende. Eccoci al sindacato che si fa economia, che si fa complice, che volta le spalle ai lavoratori per dare il proprio braccio ai datori di lavoro. E così, oggi, quando i rappresentanti dei lavoratori vorranno protestare contro CCNL o accordi, anche se prevedono riduzioni di stipendio, mobilità forzata o chiusure di sedi, saranno sanzionati e anche "cacciati". Sanzioni decise e applicate da CGIL, CISL, UIL e Confindustria insieme e così il "legislatore" diventa anche "giudice" ed esecutore della pena, alla faccia della costituzione che divide il potere legislativo da quello esecutivo.
Di fatto si decreta la parola fine alla protesta, mobilitazione e allo sciopero: "Una volta era la principale arma in mano ai lavoratori, con la Camusso è diventata un'arma che lei stessa ha definito spuntata. Da domani sarà solo un ricordo".