Legge di bilancio 2020 - niente di nuovo per i Pensionati.
Legge di Bilancio 2020
Anche per questo governo i Pensionati non esistono
se non per usarli come “bancomat”, essere spremuti e messi da parte.
Come nostra consuetudine quando cambiano i governi esprimiamo le nostre valutazioni, aspettative e preoccupazioni. Anche con questo governo possiamo affermare che se il buon giorno si vede dal mattino, sarà una pessima giornata.
Anche questo cambio di governo non è una vittoria dei lavoratori, dei pensionati, dei senza lavoro e dei poveri, ma un semplice cambio di forze tra quelle categorie che si impadroniscono del governo per realizzare i loro profitti e tornaconto.
Nel discorso di insediamento del governo non sono presenti i pensionati, un assenza di non poco conto visto la loro dimensione sociale e la loro condizione ( 8 milioni su 16 di pensionati vivono con una pensione al di sotto dei 1000 euro). Sul piano previdenziale non garantisce una pensione ai giovani e mette a rischio quelle erogate.
Il taglio del cuneo fiscale è riservato ai lavoratori, i pensionati restano fuori dalla misura così come lo erano dal bonus Renzi di 80 euro.
Stando alle anticipazioni del governo, per quanto riguarda il cuneo fiscale, in Legge di Bilancio ci sono 3 miliardi che andranno in prevalenza nelle tasche dei lavoratori dipendenti fino a 35mila euro di reddito lordo. Non spetta ai pensionati, i quali non hanno beneficiato neanche del bonus Renzi o analoghe rimodulazioni delle detrazioni. Eppure, i pensionati pagano più tasse dei lavoratori dipendenti. Negli altri Paesi europei i pensionati vengono tassati molto meno. A fronte di una pensione annua di 19.790 € lordi e non netti, in Italia si pagano 4.000 € di Irpef (aliquota del 20%), mentre in Spagna è pari a 1.800 € (9%), nel Regno unito è pari a 1.500€ (7,57%) in Francia è 1.000 € (5,05%) ed infine in Germania è pari a 39 € solamente lo 0,20%.
In questa Legge di Bilancio, per i pensionati, vi è pure una grande presa in giro, a sorpresa c’è anche la parziale indicizzazione delle pensioni (che aveva visto coinvolti 5,6 milioni di pensionati), bloccata con il precedente Governo per reperire risorse utili a finanziare proprio Quota 100. La parziale indicizzazione delle pensioni prevede un aumento di circa 6 € (sei euro) all’anno cioè 50 centesimi di euro al mese. Davvero poca cosa considerando che tra l’altro questa miseria di aumento non interessa neanche tutti i pensionati ma solo una parte di essi.
Le condizioni di vita di pensionate/i peggiorano di giorno in giorno.
Manca una strategia sociale sulle pensioni e sui servizi alle persone, elementi insostituibili per combattere le diseguaglianze fin qui prodotte. Noi pensionati siamo indicati come ladri di futuro dei giovani, tentano quotidianamente di separarci dal resto del contesto sociale addebitandoci le divisioni create dal mercato del lavoro, occupati contro pensionati, giovani contro anziani, uomini contro donne, nativi contro immigrati. I nostri diritti, frutto del lavoro e delle lotte sociali di anni vengono additati come privilegi che causano il continuo impoverimento sociale.
BASTA NON POSSIAMO PIÙ STARE CON LE MANI IN MANO SIAMO ARRABBIATI E NON CHIEDIAMO PRIVILEGI MA DIRITTI UGUALI PER TUTTI.
I PENSIONATI HANNO GIÀ DATO, È ORA DI DIRE BASTA………….….. RIBELLIAMOCI.