LIMITI DI REDDITO DEGLI INVALIDI TOTALI: NUOVA SENTENZA DELLA CASSAZIONE

Cagliari -

 

 

La Corte di Cassazione si è nuovamente pronunciata sulla questione dei limiti reddituali da applicare ai fini della concessione della pensione agli invalidi civili. La Corte afferma che il reddito a cui fare riferimento non è solo quello individuale, ma deve essere sommato a quello del coniuge, se presente Sezione Lavoro (Sentenza n. 7320 del 22 marzo 2013). Viene ribadito quanto già affermato nella Sentenza del 2011 (Sezione Lavoro, n. 4677 del 25 febbraio 2011).

 

La Sentenza della Cassazione non è applicabile al di fuori del caso di specie e non ha il valore di una legge o di una disposizione amministrativa verso gli altri invalidi civili interessati che percepiscano assegni o pensioni di invalidità.

 

Come sindacato siamo preoccupati per la recente sentenza della Corte, secondo la quale ai fini dell'assegnazione delle indennità agli invalidi civili assoluti (circa 270,00€) deve essere considerato non solo il reddito personale dell'invalido, ma anche quello del coniuge. Questa interpretazione era stata già fornita in precedenza dall'INPS con Circolare 149/2012 e poi ritirata velocemente con il messaggio 717/2013, a seguito di forti critiche. Non vorremmo che la recente sentenza porti ad interpretazioni del tutto soggettive e opinabili, quindi non rappresentative della reale volontà del Legislatore. Su questo saremo estremamente vigili e ci attiveremo subito per riportare il dibattito nelle sedi opportune e preposte a farlo. 

 

Questo pasticciaccio brutto deve essere sanato politicamente al più presto dalle Camere, il Parlamento debba riappropriarsi della propria funzione legislativa, intervenendo sulla materia e pronunciandosi sulla interpretazione autentica. Il rischio è altissimo che, in forza di una decisione assunta nelle aule di tribunale, migliaia di persone rimangano prive di protezione sociale e si potrebbe giungere ad un depotenziamento del sistema di protezione sociale e alla istituzione di evidenti disparità di trattamento tra gli aventi diritto alle indennità economiche.

 

Ribadiamo quanto già affermato nel precedente comunicato del mese di febbraio, cioè riteniamo che sia assurdo che chi ha un'invalidità riconosciuta non possa più percepire la propria pensione solo perché è coniugato. Quando la smetteranno di considerare le persone come coppie e non come individui? Qualsiasi tipo di invalidità è individuale, e chi è malato non può di certo essere autosufficiente e non può contribuire ad ampliare il reddito familiare, la pensione di invalidità è solo un contributo a chi si trova in stato di necessità. Vogliono risanare le casse dello stato con le pensioni di invalidità e con i fondi per i malati della Sla, dopo che abbiamo assistito per anni alla "vergogna" dei rimborsi elettorali?