LINCIAGGIO MEDIATICO DI DIPENDENTE PUBBLICO: ACCUSATO DA STRISCIA LA NOTIZIA IMPIEGATO DEL CATASTO SI SUICIDA UN ANNO DOPO

Editoriale di approfondimento

Cagliari -

 

 

Un anno fa il fatto, il prologo che porterà alla tragedia in questi giorni: nell’ambito delle inchieste scandalistiche portate avanti da «Striscia la Notizia», all’interno dell’attacco mediatico costruito sulla campagna anti fannulloni e sul furto dello stipendio da parte dei dipendenti pubblici, viene filmata una scena in cui un dipendente dell’Agenzia del Territorio, il 59enne L. M., senza averli richiesti, accetta 20 euro per il rilascio di una pratica. Scatta una indagine interna culminata nel licenziamento in tronco e ieri mattina l’uomo ha deciso di farla finita lanciandosi dal balcone di casa. Il fatto viene ben raccontato nell’articolo del corriere che trovate allegato. Che pena vivere in un paese dove si considera "normale" il suicidio di un uomo che per avere accettato una mancia da 20 euro (non ha senso di parlare di mazzetta per 20 euro), visto che di questa vicenda se ne parla poco e male. Quest’uomo é stato marchiato come corrotto davanti a milioni di persone grazie allo scoop di una televisione che guarda caso é di proprietà di un potente politico che eletto presidente del consiglio intrattiene rapporti "non chiari" con un certo avvocato Mills condannato per corruzione. Pero' il furbo presidente grazie a una leggina ad hoc si fa prescrivere il tutto per cui si condanna il corrotto ma non il corruttore. Ma di questo striscia la notizia non ne parla. Quello su cui vogliamo interrogarci come mai i signori (si fa per dire) di "striscia", non sono mai andati a indagare sulle attività del loro datore di lavoro, ad esempio perchè paga così tanto le "olgettine , perchè si fa pagare dallo stato ben 40 poliziotti come guardia del corpo e due auto blindate (una quarantina di uomini divisi in due squadre di 20 ciascuna e due auto blindate per una spesa superiore ai 200mila euro al mese. Vale a dire due milioni e mezzo l’anno, senza contare il dispiegamento di Carabinieri a presidio delle sue abitazioni), perchè il suo partito pullula di condannati e indagati dalla magistratura, ma si interessa di un povero Cristo sorpreso con la 20 € in mano da gettare in pasto a milioni di telespettatori. Non abbiamo parole per il lavoro che svolgono questi personaggi che potremmo definire macellai. Che la giustizia (sommaria) sia in mano a Staffelli et similia è una vergogna italica.  

 

Esiste nella vicenda da considerare aspetti generali ed altri particolari. L'evento manifesta una serie di illogicità. Anzitutto si dà per scontato che un comportamento che prefigura un reato vada riferito ad una rete televisiva e non alla magistratura o alle forze dell’ordine. Ancora: soggetti non abilitati come quelli di Striscia si autonominano investigatori e filmano persone ed uffici pubblici di nascosto e senza autorizzazione, luoghi dove è severamente vietato effettuare riprese. I cittadini o i media avrebbero dovuto rivolgersi all'autorità costituita, una volta venuti a conoscenza del reato o del comportamento illecito. L'episodio rivela inoltre un deficitario governo dei fatti da parte dei dirigenti del catasto. Il timore di essere coinvolti potrebbe aver fatto assumere da parte dei responsabili provvedimenti gravi e avventati per l'impiegato suicida. Altra questione. E' indubbio che l'atto della donna che offre i 20 euro è classificabile come corruzione. La donna è stata inquisita per aver corrotto un pubblico dipendente, che non aveva chiesto soldi, che risulta essere quindi il colluso? Questa non è corruzione? La misteriosa Mata Hari andrebbe intervistata per dovere d'informazione e sapere se è pentita o meno (davvero o per finta; vista che sa recitare), o si dovrà arrivare a farlo con una telecamera nascosta? Il destinatario non era consenziente, e certamente non ha chiesto quei soldi. Nessuno può ipotizzare che il morto abbia in precedenza accettato altro denaro, o preteso del denaro. Non vale il sospetto. Ci vogliono le prove. Si devono rispettare i principi di legalità. Si è innocente fino a prova contraria. Se questi principi valgono per i politici, devono valere anche per tutti i cittadini. Si deve tornare alla legalità, e questo vuol dire che tutti devono recuperare i principi della legalità. Ma in quale paese viviamo? Quello dove vige il solito paradosso all'italiana per cui chi ruba una mela va in carcere e chi ruba milioni resta libero. È innegabile che Striscia, seppure in maniera indiretta, è responsabile della morte di quell'uomo.  

 

Gli inviati di Striscia non hanno fatto giornalismo nè giornalismo di inchiesta. Nè con le microspie, nè con l'inganno, nè assumendo identità false o raccontando falsità si fa giornalismo. Siamo convinti che vi siano altri mezzi per fare giornalismo d’inchiesta che non siano quelli dell’inganno, del travestimento ecc.. e questa convinzione ci viene rafforzata dalle trasmissioni come quelle di Jacona, Gabanelli ecc…

 

C’è da chiedersi:  è vero giornalismo quello di Striscia o di programmi simili? Oppure si tratta di scoop organizzati al solo scopo di fare audience e avallare una certa politica che vede negli impiegati pubblici i “nemici”, i parassiti dello Stato? Questa vicenda è molto simile a quella legata allo scherzo tragico combinato dai due DJ australiani che spacciandosi per la regina d’Inghilterra hanno carpito notizie coperte dalla privacy e che hanno causato il suicidio dell'infermiera inglese. 

 

C'è troppo pressapochismo nel lavoro di certa gente, superficialità nel valutare le conseguenze del proprio lavoro, ma non nel costruire lo sputtanamento delle persone, poveri Cristi, che è organizzata ad arte.  

 

Mediaset e striscia non hanno commentato la vicenda, si sono nascosti dietro il silenzio, ma sarebbe bene porgessero almeno scuse pubbliche alla famiglia cui hanno provocato, l'evento in questione, scuse che servirebbero a ben poco.

 

Ma il dolore che proviamo per questo triste episodio, è collegato anche ai valori di civiltà che si sono persi. Il livello culturale scema, l'audience di vacui spettacoli televisivi aumenta ed aumenta nella misura in cui si abbassa il livello di qualità per lisciare il pelo e solleticare gli istinti più bassi del telespettatore e contemporaneamente compiacere il potente padrone di turno. Un reportage deve essere improntato alla massima serietà e deve tener conto della dignità dell'individuo. Gli episodi di malcostume si possono eliminare con un attento controllo e con l'esempio, non con un programma di varietà. 

 

Nessuno si scandalizza se il Monte dei Paschi di Siena perde due miliardi di euro o per gli scandalosi salvataggi bancari operati dai governi. Ci si scandalizza per chi ha compassione, e crediamo che questo comunicato scandalizzerà. Restiamo umani. Ed essere umani significa capire che nella vita si puo’ anche sbagliare, commettere un errore, che sono il nostro insegnamento futuro. 

 

Vedere un filmato non spiega che un uomo, in un giorno di debolezza, forse accetta 20 € che un'attrice di striscia gli porge con un inganno. Il filmato mandato in onda, montato ad arte, non chiarisce che l'attrice chiede la cortesia di avere comunque un documento, pur non avendo titolo per richiederlo. Pare che i fatti siano andati così: sostiene che la casa è della nonna anziana, che è in auto, fuori ad aspettare. Dunque lascia i soldi per il documento al lavoratore e poi dice che va a prendere la nonna… l'Ufficio è in chiusura. La ragazza non tornerà. Sembra che il lavoratore, nella stessa giornata, consegni quei soldi all'ufficio, redigendo un verbale... Su questo sarebbe opportuno che l’Agenzia del Territorio facesse chiarezza.

 

Comunque siano andati i fatti oggi il suicida si presenta davanti al Misericordioso che lo perdonerà (anche se forse con poco purgatorio, essendo una parte già stata scontata con l'esposizione al pubblico ludibrio per un anno), mentre agli autori di Striscia si accelera la strada che porta al facile successo in questo mondo e poi a uno strameritato inferno nell'altra.

 

Crediamo sia giusto nutrire profondo rispetto per chi, in preda della disperazione, arriva al punto di togliersi la vita. E’ un atto che testimonia l’abisso di dolore e sofferenza in cui era precipitato. Crediamo che questa sia l’essenza del tutto, e che non vadano fatti dei distinguo tra il rammarico di una vita spezzata tragicamente, e al valore dell’onestà individuale nel rispetto del quale siamo tenuti all’adempimento dei nostri doveri professionali. Non stiamo derubricando a marginale un comportamento corruttivo minimizzandone la portata in funzione della supposta esiguità della somma che ha formato oggetto del peculato e non intendiamo conferire a tale malcostume l’etichetta quanto meno di accettabilità se non addirittura di legalità. Vogliamo solo dire di restare umani. E non saremo stupiti dalle critiche che ci cadranno addosso per aver difeso il valore della vita e della dignità, e sappiamo sin d’ora di finire nel tritacarne del qualunquismo nel quale sono finiti i colleghi di lavoro e rappresentati sindacali accusati di difesa di parte del lavoratore e denuncia strumentale di chi ha denunciato il reato (per noi di chi ha fatto sciacallaggio) anziché addossare al presunto reo le responsabilità del dramma che ci troviamo a commentare.   

 

Per i colleghi diranno che si tratta di comprensibile coinvolgimento emotivo verso il collega scomparso mentre per noi sindacati si considererà tale atteggiamento “figlio di quella (sub)cultura corporativa che spesso permea l’azione delle OO.SS. nel nostro paese che le porta nel proprio operato a subordinare la difesa dei legittimi diritti dei lavoratori al mantenimento di privilegi e abusi di casta dei sodali anche quando questi si rappresentano, nella loro essenzialità, quali comportamenti degni di severa censura e robuste azioni repressive senza se e senza ma”, scordando che il lavoro è un diritto costituzionale, che è tutelato dalla legge 300 (statuto dei lavoratori), che le OO.SS. sono previste dalla costituzione, che i processi mediatici servono solo a costruire sistemi di potere contro i lavoratori, e che i minestroni si preparano in cucina, e non mettendo tutti i dipendenti pubblici, gli associati sindacalmente, nello stesso calderone.  Si dimentica spesso che il sindacato non è né può essere “giudice terzo” ma rappresentate di “una parte” del lavoratore appunto!

 

Vogliamo ribadire che riteniamo che sia stato commesso un atto di sciacallaggio nei confronti di questa persona, qualche volta dovremmo spengere la tv e accendere la connessione con la nostra coscienza. Per tutti gli altri invece, che ritengono che dovesse pagare, per coloro che si sentono dei Savonarola, essi sono stati abbondantemente accontentati.  Questo vale per tutti coloro che diranno che se striscia era lì, era perché c’era un andazzo. Ma noi crediamo che la vicenda sarebbe andata in modo diverso se fossero state chiamate le forze dell’ordine, che avrebbero documentato l’andazzo, se vi era, con riprese continue nel tempo. Qui siamo rimasti invece nel mondo delle presunzioni. Di certo vi è solo un collega al camposanto. Esprimiamo alla sua famiglia le nostre sentite condoglianze.

 

Striscia, probabilmente dopo questo servizio ha aumentato l’audience. E’ probabile. Quello che ci serve sottolineare è che questo programma si autodefinisce programma satirico e così non è: la satira è quell’arte di incalzare e criticare il potente di turno, loro, invece giocano la parte del giullare, colui che compiace il potente fingendo di criticarlo nella giusta misura, come il cane che fingendo di mordere la mano del padrone finisce per leccargliela.