L'UNICA VERA "GRANDE OPERA" DI QUESTO PAESE DEVE ESSERE IL RIASSETTO IDROGEOLOGICO DEL TERRITORIO ITALIANO!

NELL’ATTESA L’ITALIA CROLLA E LA SARDEGNA AFFONDA.

Cagliari -

Drammatico il bilancio delle vittime dell’ennesima alluvione, questa volta è toccato alla Sardegna pagare il pesante tributo di vite umane. Innanzitutto vogliamo esprimere la nostra solidarietà come USB a tutta la popolazione delle aree colpite.  

Sono decenni che l’Italia frana sotto i nostri occhi, che si allaga ogni qual volta ci troviamo davanti ad una pioggia di una certa intensità. La scusa degli eventi atmosferici eccezionali violenti ed intensi non regge, perché si sapeva, perché gli studi lo indicavano già dai primi anni novanta, quella che viene definita tropicalizzazione del clima per la fascia mediterranea non è una novità, ma i nostri politici sono sempre stupefatti ogni qual volta accade un evento definito “eccezionale”, si dimenticano dei piani di regimentazione delle acque, delle opere fondamentali di messa in sicurezza del territorio, dei tanti decreti dimenticati, vedi quello Sarno, che dovevano attivare.

In questi ultimi giorni abbiamo sentito nei TG qualche inutile buffone dichiarare frasi del tipo: “mai più, era inaspettato, faremo il possibile, il governo si impegnerà……”. In Italia sono a rischio idrogeologico 6.633 comuni su 8.092 (circa l’82%), di questi solo 386 comuni hanno messo in opera progetti per mitigare il rischio idrogeologico in maniera sufficiente, comunque non ottimale.

Ci sono regioni come la Calabria, l’Umbria, la Val d’Aosta con il 100% dei comuni a rischio idrogeologico, solo un terzo dei comuni compie opera di informazione ai cittadini, la metà aggiorna il piano d’emergenza, sempre la metà ha una struttura permanente di Protezione Civile e infine solo il 29% fa esercitazioni in vista di un particolare evento, un quadro drammatico del nostro Paese.

Quindi c’è l’urgenza indilazionabile di provvedere a stanziamenti per risistemare i corsi d’acqua, i terreni, montani collinari e pedemontani, di intervenire sulla speculazione edilizia, di ridurre la cementificazione del territorio. Tutte opere che creeranno occupazione, restituiranno sicurezza e miglior qualità della vita alla popolazione.

 Ne risentirà in modo positivo tutta l’economia nazionale, un paesaggio più curato porterà un enorme beneficio a tutto l’indotto turistico e non solo. Dietro questa vera “grande opera” del riassetto idrogeologico c’è un investimento reale per il futuro di tutti noi.

Ma non ci vogliamo fermare qui, dobbiamo fare ancora un passo in più, cioè rivedere tutto il dispositivo di soccorso, infatti anche questa volta l’aspetto preventivo e di prevenzione della protezione civile non pare aver dato risposte efficaci, ancora è presto per fare bilanci sui soccorsi, li faremo in seguito. Adesso come USB crediamo opportuno in un ottica propositiva non speculativa, di rivendicare il nostro progetto di riforma della protezione civile e dei vigili del fuoco.

Per la “grande opera” del riassetto idrogeologico occorrerebbe stanziare almeno 40 miliardi di euro, invece si stimano investimenti nel 2014 per un ammontare di 180 milioni, una cifra ridicola.

A fronte di questo è stimato che a seguito del dissesto idrogeologico in Italia per provvedere all’emergenza quotidiana delle frane (il 68% del totale che ci sono in Europa) si spendano circa 500 milioni di euro all’anno, in alcuni anni siamo arrivati al miliardo. Quindi si spendono soldi per l’emergenza che sicuramente è un affare per alcuni, ma non si provvede alle opere di recupero del territorio che sono la vera prevenzione e la garanzia che si riducano i danni in caso di eventi anche eccezionali.

Invece la nostra classe politica auto referenziata, corrotta, incapace, continua senza sosta ad ignorare l’evidenza, pensando a promuovere le grandi opere tipo la TAV, il ponte sullo stretto, o ultima di questi giorni la costosissima Orte – Venezia.

Chiaramente queste grandi opere sono l’occasione imperdibile per il politico di turno o il ministro furbetto, per prendersi qualche “finanziamento”, sono anche la ghiotta occasione delle varie mafie che vi si gettano a capo fitto, insomma, il solito schifo.

Le grandi opere sono irrinunciabili ci dicono, l’Italia può crollare, la Sardegna affondare, ma nello sfondo sfrecceranno treni rossi ad alta velocità, si vedrà un ponte sul nulla al largo di Messina e una immancabile autostrada in più solcare gli Appennini Tosco romagnoli, contribuendo anch’essa a completare l’opera finale del dissesto totale!

L’unica vera “grande opera” di cui dovremmo sentire parlare è quella del riassetto idrogeologico di tutto il territorio nazionale.

                                                                 

                                                                   USB FEDERAZIONE SARDEGNA