Per una Pubblica Amministrazione realmente al servizio dei cittadini!

Cagliari -

La polemica scatenata sui pubblici dipendenti, descritti come fannulloni, e su una Pubblica Amministrazione inefficiente e spendacciona, trova terreno fertile tra chi deve ogni giorno fare i conti con la burocrazia di questo Paese. In tal modo si costruisce una trappola mediatica per giustificare la distruzione di quel sistema di garanzie sociali realizzato grazie alle lotte dei lavoratori e sostituito oggi da un modello che insegue le logiche di profitto delle aziende private.


L’odio contro la Pubblica Amministrazione ed i suoi dipendenti è così utilizzato come distrazione per cancellare o ridurre drasticamente il sistema pubblico di garanzie.
Ne è un esempio concreto la riforma pensionistica del 1995, il cui frutto avvelenato è quello di avere svuotato di valore la pensione pubblica, rendendo così necessaria una previdenza complementare privata (la famosa seconda gamba), che però poggia sulla rinuncia dei lavoratori al proprio TFR o a una parte della propria retribuzione.
E’ però abbastanza facile notare come così facendo si siano scatenati gli appetiti di banche, assicurazioni e delle stesse organizzazioni sindacali che appoggiarono ieri la riforma pensionistica del ’95, oggi il nuovo accordo del 23 luglio 2007 e che adesso figurano tra i gestori di fondi pensione.

La RdB-CUB si è sempre opposta a quello che ha definito lo "scippo" del TFR dei lavoratori ed ha avanzato concrete proposte per evitare il buco nelle casse previdenziali, proposte come:
una vera lotta all’evasione contributiva, dato che troppi sono i lavoratori in nero o solo parzialmente messi in regola;
la fine del precariato, del lavoro flessibile, del lavoro atipico, in quanto forme di lavoro che, oltre a sottrarre diritti ai lavoratori, sottraggono contribuzione alle casse previdenziali;
la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale, la quale garantisce tutta quella serie di sacrosanti diritti che però non possono essere confusi con la spesa previdenziale e debbono quindi essere messi a carico della fiscalità generale.

Negli ultimi anni, i governi di entrambi gli schieramenti non hanno esitato a compiere azioni come vendere il patrimonio immobiliare pubblico degli enti previdenziali, comprese le sedi istituzionali, oppure a fare assumere agli enti lavoratori interinali anziché bandire concorsi pubblici.
Il tutto in nome del risparmio, ma di quale risparmio non si capisce, se poi le amministrazioni sono costrette a pagare un canone di affitto annuale tale da pareggiare in pochi anni quanto incassato (ma dallo stato, non dagli enti) ed a sostenere le spese ordinarie e straordinarie di manutenzione per stabili in precedenza di proprietà delle stesse.
Oppure a sborsare per le prestazioni dei lavoratori interinali circa il doppio di quanto costerebbe un dipendente in ruolo, pagando profumatamente le agenzie di lavoro e quattro soldi i lavoratori precari?
Una politica contraria ad ogni logica di buon senso, ma estremamente fruttuosa per quei poteri economico-politici forti che si sono comprati gli stabili e che gestiscono le agenzie interinali.
E questi sono solo pochi esempi di sprechi fatti passare per risparmi, ma si potrebbe andare avanti ancora a lungo, parlando di tutto quello che nella Pubblica Amministrazione viene ogni giorno “esternalizzato”!

La recente proposta dell’attuale Governo di accorpare gli enti previdenziali ed assicurativi pubblici in un unico soggetto è in linea con un preciso progetto che prosegue nel solco dello smantellamento della previdenza pubblica.
Il tutto rispettando quanto previsto nel famoso “memorandum”, che di fatto prevede che si faccia il doppio del lavoro con la metà del personale.
Il sospetto però è che, quando si saranno accorti di come questo non sia materialmente possibile, pazienza, tutto verrà lucrosamente (per loro) esternalizzato.
 
Per dirne una, domani 25 gennaio saranno rese pubbliche le oltre 80 sedi del Ministero del Tesoro che saranno chiuse in tutta Italia creando oltre 2000 lavoratori in esubero.

La RdB-CUB si oppone a questi disegni, perché opporsi vuol dire difendere i servizi che gli enti pubblici garantiscono alla cittadinanza.

E’ per questo che la nostra iniziativa di piazza di oggi non deve essere considerata come la difesa di interessi corporativi: abbiamo la consapevolezza e lavorare nella Pubblica Amministrazione per il bene di tutto il paese e come lavoratori abbiamo l’orgoglio di volerne favorire il buon funzionamento.

Non siamo noi i fannulloni, e i disservizi sono quasi sempre frutto della volontà di affossare il pubblico per mettere tutto in mano ai privati in modo da ricavarne profitto. Ne è un buon esempio la Sanità, ridotta allo sfascio per favorire le cliniche private o gli ambulatori di lusso privati, dove una visita costa un terzo di un intero stipendio e metà di una pensione media.
 
E’ veramente questa la società che vogliamo?

Inoltre oggi giovedì 24 gennaio alle ore 12 la RdB CUB Pubblico Impiego si recherà presso la sede dell’ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) in via del Corso a Roma per sciogliere, dopo aver consultato i propri iscritti e i lavoratori interessati, la riserva in merito alla stipula dei contratti nazionali dei comparti Ministeri e Parastato.
Visti tutti i lati negativi che presenta, questo contratto di parastato non avremmo proprio voluto firmarlo, ma ci siamo stati costretti dal fatto che altrimenti saremmo stati tagliati fuori da tutte le contrattazioni con l'amministrazione.
Il fatto che siamo costretti a firmare non significa però che lo facciamo volentieri, ed è per questo che abbiamo indetto, all'interno di altre manifestazioni nazionali (la più importante delle quali si terrà a Roma), e insieme alle strutture del comparto ministeri, un

PRESIDIO DI PROTESTA E INFORMAZIONE

a CAGLIARI
IN PIAZZA DEL CARMINE

DAVANTI ALLA SEDE DEL PALAZZO DEL GOVERNO
SIT-IN DALLE ore 10,30 ALLE ore 12,30
24 GENNAIO 2008


LA RdB-CUB P.I. RILANCIA L’INIZIATIVA
 PER LA DEMOCRAZIA SINDACALE
PER UN SALARIO DIGNITOSO
 CONTRO LO SMANTELLAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE