Polverini a Cagliari e visita alla Carbosulcis

Cagliari -

E’ incredibile la faccia tosta di certi politici: la Signora Polverini, in arte, ed attualmente, deputata al parlamento italiano in quota Pdl, visita la Sardegna assieme al segretario Ugl e al deputato Mauro Pili. La Signora Polverini visita il carcere di Buoncamino, denuncia il fatto che diversi detenuti soggetti al 41bis dovrebbero essere trasferiti da altre regioni in Sardegna. La on. Deputata Polverini ignora forse che questa decisione è stata presa dal governo presieduto da Silvio Berlusconi, Governo di cui il partito cui lei appartiene faceva parte. Forse non è tenuta a sapere, ma glielo poteva ricordare l’accompagnatore Pili, che almeno altrettanti detenuti sardi sono costretti a scontare la pena in carceri lontani dall’Isola e ciò in disprezzo del principio della “territorialità della pena” principio sancito (e puntualmente disatteso) dallo Stato italiano e dalla Regione stessa. Il segretario della UGL straparla quando afferma che l’importazione di simili detenuti comporterebbe un radicamento dei fenomeni di criminalità mafiosa in Sardegna e per due motivi: 1) perché la mafia ha già i suoi addentellati qui in Sardegna (e a dimostrarlo sono i sequestri di beni operati a persone accusate di reati di associazione mafiosa) ed, in secondo luogo il 41 bis di per sé è una forma di carcerazione che comporta tali e tante ristrettezze che nessuno può pensare di comunicare per espandere la propria attività criminosa. E, poi, le mafie, è notorio non hanno bisogno di spostare i loro familiari per spostare i loro interessi, hanno imparato e da molto, ad usare altri canali come le banche e uomini d’affari, quelli in doppiopetto; se proprio non lo riescono a capire se lo facciano spiegare da certi individui che circolano dalle nostre parti a bordo di lussuosi yacht. Forse il segretario dicendo 41 bis pensava a qualcos’altro tipo: “confino” o norme di allontanamento operato dalla questura: che evidentemente sono tutt’altra cosa. Si informi prima di parlare la prossima volta. La Polverini chiacchiera di sovraffollamento di Buoncamino e finge di non conoscere le cause per cui questo sovraffollamento si è verificato, se avesse voluto conoscere le cause forse avrebbe capito (già forse perfino lei avrebbe capito!!!) che le condizioni inumane in cui i detenuti, ed in qualche modo le guardie, sono costretti a vivere è il frutto avvelenato di leggi securitarie ed idiotamente repressive che la maggioranza governativa di cui lei fa parte ha fortemente voluto al fine di rassicurare i propri elettori. Leggi che hanno un nome e cognome: legge sul respingimento (Bossi-Fini), sulle tossicodipendenze (Fini- Giovanardi) sulla recidiva (Cirielli) e via elencando. La sua ignoranza ha, comunque, una scusante: ella ha trascorso gli ultimi anni a svolgere le mansioni di governatrice della Regione Lazio, era, dunque, in altre faccende affaccendata; sì, lei era governatrice della Regione Lazio: la regione dove il capogruppo del suo partito (sig. Fiorito, in arte Batman) sperperava i soldi dovuti ai gruppi consiliari mangiando ostriche e facendo festini dove i commensali usavano vestirsi da maiali e tutto a spese dei contribuenti. La regione che, nell’arco del suo mandato, ha registrato il maggior numero di indagati. Quella che, secondo precise statistiche di ordinaria criminalità, avrebbe fatto apparire quartieri come Scampia di Napoli, Brancaccio di Palermo come dei collegi per educande. La regione che per dirla con Dante è stata trasformata in: “ (regione).. di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello! Ma la signora Polverini, col fido Pili e segretario UGL al seguito, ha pensato di fare di meglio e di più: una bella visita alla Carbosulcis; già, sembra che in questo periodo l’iglesiente sia molto gettonato. Tutti i politici si fingono turisti fai da te e visitano questo posto. E tutti a promettere, e la signora Polverini non è stata da meno. Lei ha scoperto , addirittura, le proprietà del carbone ed ha sentenziato che sarebbe pronta a “sostenere questa rivendicazione” che poi sarebbe quella di “salvare il carbone” (sic!) Uno dei due suoi angeli custodi essendo stato presidente della Regione avrebbe potuto informarla di tutto l’interessamento che egli ha profuso in tutta la vertenza. Avrebbe potuto dirle che il prodotto carbone è un prodotto “fuori mercato” visti i costi di estrazione, e l’alto contenuto di zolfo. Del fatto che la Regione Sardegna produce, di già un surplus di energia, avrebbe potuto dirle del modo in cui ha (s)governato la Regione negli anni in cui ebbe la ventura di presiederla. Infine, ciliegina sulla torta, i tre dell’ave maria non hanno resistito alla tentazione di proclamare forte e chiaro che essi si batteranno per il mantenimento dei livelli occupazionali. E i lavoratori della Carbosulcis, vista l’aria di esuberi che tira, farebbero bene, per scaramanzia, a “toccarsi”. Lei, infatti, è stata massima dirigente del sindacato UGL, quello stesso “sindacato” che nella vertenza AIAS, in compagnia con ISA, ha avallato la decisione presa dai Randazzo che ha comportato la messa in mobilità di 133 lavoratori. Un sindacato “giallo” nel significato originale, quello che i nostri padri davano a quei sindacati costruiti ad arte dai padroni per confondere e rimestare fra le contraddizioni dei lavoratori rimanendo sempre e coerentemente da una parte: al servizio dei padroni.