Rappresentanza sindacale. I lavoratori premiano l'Usb e il conflitto nel pubblico impiego

Intervista a Pierpaolo Leonardi - contropiano.org/articoli/item/29645

Cagliari -

La scorsa settimana in tutti i settori del pubblico impiego si sono svolte le elezioni delle Rsu, le rappresentanze sindacali dei lavoratori. Dai primi dati è emerso un avanzamento dell'Usb che fa riflettere. Chi riteneva esaurito o da eliminare esplicitamente il sindacalismo di base e conflittuale deve fare i conti con un risultato che dice cose diverse. In particolare in quei settori pubblici oggi al centro di una offensiva durissima e ad una destrutturazione pesante, Abbiamo chiesto su questo una valutazione a Pierpaolo Leonardi, dell'esecutivo nazionale della Usb e segretario internazionale dei lavoratori pubblici della Federazione Sindacale Mondiale.

I risultati della Usb di questa tornata delle elezioni delle Rsu nel Pubblico Impiego sembrano essere la vera novità. Come sono andate le cose?

Bene. Crediamo. Dico crediamo perchè il meccanismo di rilevazione dei voti previsto dal Ministero della Funzione Pubblica e dall’ ARAN non consente a nessuno di avere un quadro completo della situazione del voto nei vari comparti. Ogni organizzazione è in grado solo di raccogliere i propri dati senza di fatto poterlo confrontare con quelli degli altri. Per quel che riguarda noi non possiamo che essere assolutamente soddisfatti dei risultati ottenuti. In moltissimi uffici pubblici la USB diventa o si conferma il primo sindacato con risultati assolutamente straordinari, in alcuni enti nazionali come l’INPS siamo addirittura il secondo sindacato superando CGIL e UIL, in enti locali di prima grandezza raggiungiamo risultati che premiano le lotte che abbiamo condotto in assoluta solitudine, nella Ricerca raddoppiamo addirittura i voti ed entriamo di slancio in enti strategici come l’ISTAT e diventiamo primi all’ISFOL e all’ISS. Insomma un gran bel risultato.

 

Secondo te quanto hanno influito le dimissioni di dirigenti e delegati Cgil che hanno aderito alla Usb?

Il fatto che da alcuni mesi stiamo registrando un grande e continuo afflusso in USB di lavoratori, delegati e dirigenti della CGIL è il segno più evidente della definitiva caduta di conflittualità e di antagonismo della cgil e del fatto che USB viene letta come l’unico sindacato alternativo e conflittuale italiano. Questo ha favorito certamente anche il voto a nostro favore in quei luoghi di lavoro pubblici, e sono davvero tanti, in cui ci sono nuove adesioni da parte di ex iscritti alla cgil che oltre a svuotare le fila di quel sindacato hanno permesso delle forti affermazioni di USB.

E le campagne terroristiche di governo e mass media contro i lavoratori pubblici?

Il governo sta cercando, in parte riuscendoci, di delegittimare le organizzazioni sindacali, utilizzando a piene mani la inarrestabile caduta di consenso di chi si è definitivamente trasformato da sindacato in struttura di servizi, incapace di una qualsiasi politica di difesa e di emancipazione dei lavoratori e di contrasto delle politiche dettate dall’Unione Europea e applicate dai governi nazionali. Cgil Cisl e Uil hanno fortemente voluto queste elezioni proprio per dimostrare che in un settore ampio come quello pubblico hanno ancora un largo consenso di massa. Il calo di affluenza al voto, il calo del tasso di sindacalizzazione e la forte nostra affermazione dicono che pure in un contesto in cui i sindacati confederali fanno largo uso del proprio potere clientelare si affaccia la disponibilità a condividere le politiche di conflitto e di radicale antagonismo allo smantellamento del welfare e alle privatizzazioni che ci da una forte spinta a continuare su questa strada

Come impatta questo risultato della Usb nel Pubblico Impiego nel dibattito e nello scontro politico sulla rappresentanza democratica nei luoghi di lavoro?

Proprio nella stessa giornata, il 3 marzo, in cui in tutti gli uffici pubblici si aprivano le urne per l’elezione delle RSU in quasi ventimila uffici pubblici, il tribunale di Roma ha celebrato la seconda udienza della causa da noi intentata contro l’accordo infame del 10 gennaio 2014 con cui Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno blindato nei luoghi di lavoro privato il loro monopolio della rappresentanza, introducendo anche sanzioni pesanti per chiunque, lavoratori o organizzazioni, osi lottare contro gli accordi stipulati da loro. Purtroppo in quell’occasione abbiamo assistito all’ennesimo rinvio e dovremo aspettare qualche altro mese per avere un giudizio sulla materia. Riteniamo però che il segnale di forte apprezzamento da parte dei lavoratori delle liste USB sia un segnale che non potrà passare inosservato neanche per la magistratura del lavoro. E’ la dimostrazione più evidente che in una competizione democratica e proporzionale il sindacato di classe ottiene risultati di assoluto rilievo. Noi chiediamo solo di poterci confrontare alla pari senza garantire rendite di posizione che, tra l’altro, cgil cisl e uil non meritano assolutamente.

 

Da poco sei stato eletto segretario dei lavoratori pubblici a livello internazionale per la Fsm. Quanto sono diverse le situazioni per chi lavora nel settore pubblico in Europa e Usa e chi lavora nei paesi emergenti?

IL XII congresso della TUI PS&A ( Trade Union International Public Service and Allied) ci ha affidato questo compito di grande prestigio ma anche di grande responsabilità. Governare, far crescere, dare indirizzi comuni a organizzazioni di lavoratori pubblici diverse fra loro, che operano in diversi continenti e in condizioni molto diverse non sarà un’impresa semplice. Ci troviamo davanti a organizzazioni che in America Latina come in Africa sono soggette a un livello di repressione durissima, che arriva anche all’uccisione dei nostri sindcalisti, a situazioni sicuramente meno drammatiche come nella cittadella imperialista, dove però le privatizzazioni e l’attacco definitivo al welfare richiedono comunque un forte impegno di massa e l’organizzazione di lotte e iniziative a tutto campo. Ci misureremo collettivamente con questi nuovi compiti, forti anche del successo delle RSU in Italia, anche riorganizzando il nostro pubblico impiego in un orizzonte internazionale. Una sfida appassionante che non abbiamo esitato ad accettare.