Reintegro nel posto di lavoro per Bruno Bellomonte

Cagliari -

 

Bruno Bellomonte, un ferroviere-capostazione a Sassari, un militante delle lotte in Sardegna tra i più stimati e conosciuti per antica militanza sociale e sindacale, è stato arrestato per ordine della Procura di Roma con l’accusa di associazione sovversiva, banda armata e possesso di armi da fuoco. Di questi fatti la giustizia dovrà occuparsene  e non vogliamo entrare nel merito.

Dopo essere stato detenuto in regime di isolamento nel carcere di Regina Coeli a Roma per circa un mese e mezzo, Bellomonte, dirigente di primo piano del movimento indipendentista sardo A Manca pro s’Indipendenzia (A sinistra per l’indipendenza), è stato trasferito nel penitenziario di Siano nei pressi di Catanzaro. A più riprese sia il “Comitato per la territorialità della pena”, sia diversi esponenti politici hanno chiesto il rispetto di questo principio, sancito sia dalla legge 354 del 1975 che da un successivo protocollo d’intesa tra il Ministero della Giustizia e la regione Sardegna (siglato il 7 febbraio 2006), ma a tutt’oggi non è stata data nessuna spiegazione esauriente di questo provvedimento, tranne un laconico “opportunità penitenziaria”.

Ma un grave ulteriore sopruso  si è consumato lo scorso 10 maggio nei confronti di Bellomonte, quando Trenitalia ha deciso di licenziarlo per la prolungata assenza dal lavoro originata da «cause unicamente ascrivibili alle sue responsabilità». Approfittando del suo stato di debolezza Trenitalia lo ha licenziato mandandogli una lettera nel carcere di Siano, nonostante non sia stato mai condannato ma solo in attesa di giudizio. Come sempre accade in questi casi, l'imputato dovrebbe essere sospeso dal servizio, e non licenziato. Purtroppo ancora una volta Trenitalia (vedi il caso di Dante De Angelis) dimentica che viviamo in uno stato di diritto e che nessuno può essere condannato prima del processo.

Chiediamo il reintegro immediato per Bruno Bellomonte nel posto di lavoro. 

Chiediamo inoltre un giusto processo in tempi brevi, visto che è detenuto da oltre un anno.

Esprimiamo a Bruno Bellomonte la nostra solidarietà per l’ingiusto licenziamento ed esigiamo il reintegro immediato nel suo posto di lavoro.