Riceviamo e volentieri pubblichiamo…

Perché non c’è più la scala mobile?

Iglesias -

Si riparla di aumenti salariali. In questo contesto politico io propongo il ripristino di un meccanismo di scala mobile, ma ogni volta che viene formulata tale proposta il mondo politico si unisce in un coro di no un po’ sdegnato e la Confindustria intona un pianto greco tirando in ballo i destini della Patria.

La verità è che in questi anni, invece, sono diminuiti i salari e sono aumentati i profitti, cioè è aumentato lo sfruttamento e il “plusvalore relativo”. Il taglio dei salari e del suo potere d’acquisto ha provocato un rallentamento dell’economia e quindi ha alimentato una spirale recessiva; dall’altro, in questa situazione, i maggiori profitti sono andati ha gonfiare la rendita finanziaria e non hanno determinato un aumento degli investimenti.

Da questi elementi occorre trarre due insegnamenti politici:
1) la reintroduzione della scala mobile è assolutamente necessaria per evitare che i ricchi diventino sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Senza scala mobile non c’è meccanismo contrattuale che tenga, i salari sono destinati a scendere ancora;
2) la reintroduzione della scala mobile non è solo indispensabile per difendere i redditi da lavoro dipendente, ma secondo me è obbligatoria per evitare che l’economia italiana entri in una spirale ancora più recessiva e pesante in cui tutta la società si impoverisce.

In tutti questi anni ci hanno troppe volte spiegato che la classe operaia doveva fare gli interessi generali del Paese e quindi accettare i sacrifici. Era ed è sbagliato e falso. Perché gli interessi di tutta la società coincidono con gli interessi dei lavoratori e solo aumentando i redditi da lavoro dipendente è possibile avere uno sviluppo civile del Paese.

Reintrodurre la scala mobile è quindi una misura indispensabile per l’interesse generale, contro gli interessi particolari del padronato. Occorre quindi ripartire da una forte battaglia per il recupero salariale contro il ricatto della imprese. Perché dopo lo “scippo” della scala mobile, non esiste più un sistema automatico di difesa dei salari.

Antonello Tiddia - RSU Carbosulcis

antonio.tiddia@alice.it