Sanità Olbia: un po' di vetrina per il Servizio della Sincope
Nonostante la bocciatura dell’Atto Aziendale che aveva visto uniti i sindaci per rivendicare i posti letto soprattutto di Tempio e La Maddalena, il Sindaco di Olbia continua ad affidare all’assessore alle Politiche Sociali un ambito che dovrebbe gestire personalmente.
Il risultato: il cittadino Olbiese continuerà a rivolgersi al privato o alle altre Asl sarde per specialità di base.
· Per gli interventi di oculistica e per una visita oculistica urgente continuerà ad andare a Sassari, Ozieri o Nuoro
· Per i piccoli interventi di dermatologia e per le visite urgenti (dal venerdì pomeriggio) continuerà a recarsi a Nuoro o Sassari
· Per le cure odontoiatriche, stanco di aspettare da oltre tre anni la chiamata, (nonostante il sottoutilizzo di un secondo ambulatorio) continuerà a rivolgersi al privato dove un’estrazione costa circa 300 €
· Per gli interventi e per le visite urgenti di Otorino dalle ore 13 del venerdì continuerà ad andare a Tempio
Almeno queste avrebbero dovuto essere le priorità prima di dare gambe, pomposamente, al servizio-sincope per il quale l’azienda ASL n.2 sostiene le spese del medico dedicato e di due infermiere, oltre alle spese di manutenzione, strutturali e di consumo. Quelle spese, con un bilancio aziendale in deficit di oltre 26 milioni di euro, un manager illuminato, attento al corretto utilizzo del denaro pubblico, le avrebbe destinate alle priorità. Tutto parte da una raccolta di fondi di alcuni anni fa, perché i VIP della costa erano scandalizzati, ma soprattutto preoccupati per l’assenza di un servizio di emodinamica che, in caso di infarto, avrebbe evitato per se stessi e loro amici in vacanza, un trasferimento in altre ASL. Quella preoccupazione è superata dal 2011, perché il nuovo Ospedale è dotato di quel Servizio. Se quei soldi dei VIP dovevano essere investiti, sarebbe stato utilissimo investirli in formazione, affinché gli operatori della cardiologia ospedaliera acquisissero maggiori competenze in centri all’avanguardia, magari anche oltre Sassari. Sempre in un contesto di multidisciplinarietà, unico percorso che garantisce la migliore qualità delle prestazioni in ambito sanitario, si sarebbe potuto ampliare la tipologia delle prestazioni cardiologiche ospedaliere, invece ci si è affannati a costruire un servizio della “sincope” che opera in totale solitudine in ambito territoriale, unica struttura in tutta Italia ad essere fuori dal contesto ospedaliero. Tutto ciò potrebbe indurre a pensare che quella struttura, più che ad una reale necessità dell’utenza, risponde all’esigenza di mancata attribuzione di un incarico.
Anche il sindaco, seppure con l’attenuante di non essere un tecnico, avrebbe dovuto riflettere sulle priorità delle esigenze dei cittadini magari cercando di sensibilizzare i VIP per un migliore utilizzo dei loro fondi. Invece bisognerà aspettare che uno di loro si rechi al Pronto Soccorso per rendersi conto che in quella bella struttura, dotata di ampie scale mobili, non c’è né il dermatologo, né l’otorino, né l’oculista e, magari, dopo un’attesa anche di tre - quattro ore, a seconda del coinvolgimento degli operatori con i codici rossi, rischia di sentirsi dire “ deve andare dall’altra parte della città all’ospedale “vecchio” perché quegli specialisti sono li”. Arrivando poi all’Ospedale “vecchio” si sentono dire invece che la priorità viene data ai prenotati e non si ha la certezza di essere visitati. Caro Sindaco questa è la situazione dei suoi concittadini, che può verificare andando a sedersi nelle sale d’attesa (e non solo in quelle allestite per fare vetrina) ed osservando. Ancora più triste è sapere che chi l’ha preceduta, nonostante fosse medico e richiedesse per i suoi assistiti visite specialistiche urgenti, non risulta abbia mai fatto pressione sulle Dirigenze ASL, forse perché quei dirigenti erano anche i suoi datori di lavoro, essendo medico di famiglia.
I cittadini devono sapere che il Primo Responsabile dell’individuazione dei bisogni sanitari in un territorio è proprio il sindaco.
Lei, sindaco, in questo caso, assistendo silenzioso all’istituzione di un servizio non prioritario, non ancora approvato dalla Regione, contribuisce a lasciare senza risposte i cittadini più poveri, che non sono più soltanto quelli che vivono sotto il ponte o che vanno a dormire in Via Canova, ma ormai sono anche quei cittadini che sopravvivono con misere pensioni o con un assegno di disoccupazione, che non potendo pagare un privato si terranno il loro problema. Oggi si fa vetrina con l’ennesima inaugurazione, proprio nello stesso piano, dove l’alta tecnologia del servizio sincope non risolve i quotidiani problemi al cittadino che continuerà a sentirsi dire ” mi dispiace ma deve andare a Ozieri, Nuoro o Sassari”. Nelle nostre battaglie da oltre 12 anni chiediamo, inascoltati, una sanità pubblica che funzioni. Tutti paiono distratti da altre beghe o da altri interessi e il S. Raffaele ne è un esempio e, purtroppo, qualche politico ancora insiste con le fallimentari e indebitate organizzazioni ecclesiali, illudendo i cittadini disinformati.