SANZIONATE PER 8 MILIONI IL CARTELLO MOBY, SNAV, GRANDI NAVI VELOCI E MARINVEST

Navi per la Sardegna, cartello sui biglietti dei traghetti. L'antitrust multa 4 società. L’accordo riguardava le tariffe per Olbia e Porto Torres, nel corso del 2011 le tariffe sono state aumentate senza giustificazione anche del 65 %

Cagliari -

 

 

Nel corso del 2011 è stato costruito un vero e proprio«cartello» illegittimo per far lievitare i prezzi dei traghetti che collegavano la Penisola alla Sardegna dei prezzi sulle rotte più utilizzate dall’utenza: la Civitavecchia-Olbia, la Genova-Olbia e la Genova-Porto Torres.

 

Gli incrementi dei biglietti talvolta sono stati superiori al 65%. La multa di otto milioni di euro che l'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto alle quattro compagnie di navigazione, è (ma forse sarebbe meglio dire sarebbe, visto che le compagnie hanno la possibilità di fare ricorso) pesante per questo motivo: Moby, Snav, Grandi Navi Veloci e Marinvest avevano costruito una «intesa finalizzata all'aumento dei prezzi» nella stagione estiva 2011 sulle tre rotte.

 

L’antitrust spiega come «per le condotte accertate ha deciso di sanzionare le società con multe complessive pari a 8.107.445 euro, che tengono conto della situazione di perdite di bilancio in cui versano le societá stesse».

 

Nel corso del 2011 le compagnie cambiano strategia, si passa dalla concorrenza ad un parallelismo di condotta, e tutte hanno tutte applicato incrementi significativi dei prezzi, generalmente superiori al 65%. L'intesa, durata dall'inizio di settembre 2010, fino almeno alla fine del mese di settembre del 2011 (per Snav fino a maggio 2011), data di chiusura della stagione estiva, è stata attuata da imprese che complessivamente detengono quote di mercato molto elevate sulle rotte interessate dall'istruttoria.

 

«Il parallelismo nell'aumento dei prezzi, riscontrato nel corso dell'istruttoria, non è peraltro giustificabile» in altro modo,- scrive l'Antitrust - «se non con la concertazione: nè la trasparenza delle tariffe, che caratterizza strutturalmente il settore, nè il caro carburante, che avrebbe potuto comportare un aumento dei prezzi ma in misura inferiore, nè le perdite di bilancio degli operatori giustificano un aumento dei prezzi così simultaneo e significativo», sottolinea l'Autoritá. Le sanzioni comminate sono rispettivamente per Moby di 5.462.310 euro; per Grandi Navi Veloci 2.370.795 euro; per SNAV 231.765 euro; per Marinvest 42.575 euro; l’Antitrust ha specificato che la multa "tiene conto della situazione di perdite di bilancio in cui versano le società stesse".

 

Riteniamo corrette la scelta dell'Agcm di multare le compagnie marittime, ma chi ripaga quelle persone che hanno speso cifre tante assurde per venire in Sardegna?

 

Per non parlare dell'economia della Sardegna che è uno dei posti più belli d'Italia e viene maltrattata e bistrattata attraverso queste nefandezze. Certamente è stato commesso un furto all'economia sarda, crediamo sia un grave errore continuare a lasciare nelle mani del privato i collegamenti dalla Penisola alla Sardegna: si arriva a queste situazioni di monopolio di fatto, che danneggia l’economia, il turismo, l’utenza, i cittadini. Sono loro certamente i corresponsabili della morte del turismo in Sardegna.

 

Scrivevano pochi giorni fa che un milione e mezzo di viaggiatori ha abbandonato le rotte che portano ad Olbia, che appare come un porto agonizzante mentre le compagnie di ormeggiatori hanno messo in cassa integrazione i dipendenti. E ancora che i dati dell’assessorato regionale al Turismo sono devastanti: nei porti di Olbia, Golfo Aranci, Cagliari e Porto Torres, tra il 2010 e il 2012, il calo è di oltre due milioni di passeggeri.

 

Immaginiamo come finirà questa storia: le compagnie faranno ricorso, la multa verrà con ogni probabilità ridotta o revocata, la pagheranno quando gli pare, e per gli utenti alla fine non cambierà nulla perchè i prezzi, tuttora carissimi, non verranno abbassati.

 

Una buona soluzione sarebbe tornare alle tariffe del 2010, magari ritoccate per l’aumento del carburante. Ma le leggi del “libero mercato lo impediscono”.

 

Appare poi evidente che questa scelta monopolistica ha avuto delle ricadute per tutto il sistema trasporti da e verso la Sardegna perchè anche le tariffe aeree sono state poi rincarate, per ovvii motivi. Questi sono i vantaggi del liberismo e di una privatizzazione selvaggia che ha portato, visto il basso numero di operatori, alla facilità di creare un cartello. La multa poi va solo a vantaggio dello Stato che forse intascherà gli otto milioni, ma per gli utenti "pace et amen".

Lo Stato, nel frattempo, si è ben guardato dal vigilare.

 

Crediamo che per i servizi di pubblica utilità ci vuole un indirizzo tariffario obbligatorio creando una forbice all’interno del quale il privato puo’ muoversi e non lasciarli alla libera iniziativa. L'interesse privato, in una società civile va subordinato all'interesse collettivo, mai deve avvenire il contrario.

Ci son voluti due anni per dipanare questa matassa ed era chiaro tutto a tutti fin dal primo giorno. Le regole vanno aggiornate. E subito.

 

Stucchevoli appaiono le dichiarazioni dei politici sardi, che nulla hanno fatto per evitare che la situazione arrivasse a questo punto; appaiono solo come dichiarazioni per la lunga campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale e del governatore che è già stata avviata.

Perché non utilizzano questi mesi per mettere mano seriamente alla questione?