SCIOPERO CTM SpA: AUTOBUS FERMI PER 6 ORE

Cagliari -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

31 gennaio 2009 - L'Unione Sarda

Trasporti. Mezzi in deposito dalle 10 alle 16. I lavoratori in corteo rallentano il traffico
Autisti in sciopero: bus fermi per 6 ore
I sindacati: l'azienda è sorda. Il Ctm: protesta immotivata
di MARCELLO COCCO

Cagliari - Ora i sindacati minacciano di marciare sotto il Municipio: «Visto che non ci ascoltano, ci sarà una nuova protesta il 10 febbraio».
Possibili disagi per uno sciopero , avvertono le paline intelligenti del Ctm. I possibili disagi diventano disagi certi alle 10, ora di inizio dello sciopero proclamato da tutte le sigle sindacali: dei 150 mezzi in circolazione a quell'ora, ne restano operativi una ventina (o una decina, secondo quanto sostengono i sindacati). Il resto degli autisti, invece, parte a piedi dal deposito e, dopo aver attraversato le vie Bacaredda, Sonnino, XX settembre, Roma, Maddalena e Trieste, raggiunge la direzione dell'azienda consortile. I disagi, ovviamente, sono per gli utenti abituali del Ctm; il traffico, invece, risente solo in parte del corteo che attraversa la città.
LA MANIFESTAZIONE Alla fine, a raggiungere la meta sono in cinquanta, sessanta: portano con sé le bandiere delle organizzazioni sindacali che hanno organizzato la manifestazione (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Ugl-trasporti, RdB-trasporti, Faisa-Cisal, Fts-Css). Non chiedono alcun incontro con i vertici dell'azienda: si limitano a fischiare sonoramente al suo arrivo il presidente Giovanni Corona. Perché nessuna richiesta di incontro? I delegati sindacali Ignazio Lai (Cisl), Luigi Melis (RdB), Antonio Casula (Css), Roberto Madeddu (Ugl), Antonio Demuru (Cisal) e Sandro Putzu (Cgil) rispondono quasi in coro: «In questa situazione, vogliamo confrontarci con gli enti proprietari del Ctm» (per la cronaca, il Comune di Cagliari, al 67,5%, la Provincia, al 25%, e il Comune di Quartu, al 7,5%).
LE RICHIESTE «Se l'azienda prosegue con questo atteggiamento», spiegano i sindacalisti, «proclameremo un altro sciopero per il 10 gennaio e marceremo sino al Municipio». Ma che cosa lamentano le organizzazioni di sindacali? La mancanza di un piano industriale, in primo luogo. Ma anche un'altra serie di mancate tutele, comprese quelle economiche. In particolare, ci si sofferma sul premio di produzione, «fermo da 15 anni», affermano gli autisti. Ma anche l'acquisto in garanzia dei nuovi mezzi che, di fatto, lascia senza lavoro gli operatori delle officine, per citare altri motivi di doglianza. «L'azienda non vuole davvero confrontarsi: si siede a un tavolo con proposte all'insegna del prendere o lasciare».
L'AZIENDA Dal suo studio, il direttore Ezio Castagna ribatte alle accuse. «Il vero motivo», sostiene, «è che tutti pretendono il raddoppio del premio di produzione. Noi, invece, in controtendenza rispetto a quello che accade in tutto il mondo, abbiamo proposto un aumento del 40, 45% a chi produce davvero. È in atto una strumentalizzazione poco seria».

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30 gennaio 2009 - L'Unione Sarda

Sciopero di 6 ore Autobus fermi dalle 10 alle 16

Cagliari - Autobus fermi oggi per 6 ore, dalle 10 alle 16, a causa di un sciopero dei lavoratori del Ctm, l'azienda dei trasporti pubblici dell'area vasta di Cagliari. La protesta è stata proclamata dai sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Ugl-trasporti, RdB-trasporti, Faisa-Cisal, Fts-Css.
Durante lo sciopero sarà organizzata anche una manifestazione con corteo che partirà alle 10.30 dal deposito di Santa Maria, percorrerà le vie Bacaredda, Sonnino, XX Settembre, Roma (lato portici), Maddalena, viale Trieste, per poi concludersi sotto la direzione del Ctm dove verrà attuato un presidio a sostegno della vertenza.
Le organizzazioni sindacali denunciano l'assenza di un piano industriale che tracci le strategie di sviluppo dell'azienda, chiedono maggiori tutele per il personale viaggiante e una nuova organizzazione per il personale degli impianti fissi, e puntano ad incrementare per tutti i settori la parte economica del premio di risultato «fermo ormai da 15 anni», a fronte di una proposta dell'azienda «che chiede ulteriori sacrifici ai lavoratori».