Un autunno di stangate: aumentano luce, acqua e gas e le addizionali comunali e regionali Irpef in un contesto di recessione, di crisi.

Cagliari -

Agosto oramai alle spalle e agli italiani, l’autunno si presenta pieno di incognite.

Il conto delle manovre finanziarie arriva nelle tasche degli italiani. Oltre all’aumento dei carburanti, vi sarà l’incremento dei prezzi della luce, acqua e gas. Vi sarà il saldo dell'Imu e l'aumento delle tasse. Si tratterà di rincari che potrebbero raggiungere circa 500 euro in più rispetto agli ultimi tre mesi del 2011.

Sono usciti in questi giorni i dati Istat sull’andamento dell’economia. Prendendo come riferimento il secondo trimestre 2011, nel secondo trimestre di quest’anno vi è stato un crollo del prodotto interno lordo del -2, 6%, con una flessione della spesa del 10,1% per i beni durevoli e del 3,5% dei beni non durevoli, con un calo degli investimenti fissi lordi del 9,5%, con un calo del 10,4% di spesa in macchinari, del 22,4% degli investimenti in mezzi di trasporto e del 6,3% degli investimenti in costruzioni. Oltre ad un crollo della spesa delle famiglie residenti del -3,6%.

Con questi valori l’Italia si colloca dietro tutte le grandi economie del pianeta.

I dati sul'andamento economico dell'Italia con il Pil a -2,6%, il dato peggiore dal 2009, dimostra che non è possibile continuare a lavorare sui conti e bilanci, trascurando gli effetti di tali operazioni sulla economia reale e sull’intera economia. Gli effetti non sono secondari, sono povertà, precarietà, disoccupazione e disagio sociale. Il potere di acquisto delle famiglie, anche a causa della enorme pressione fiscale e dell'incontrollato aumento di prezzi e tariffe è giunta ormai ai minimi storici, registrando una caduta del -11,8% dal 2008. L’effetto naturale e ovvio è una continua contrazione dei consumi che, per il 2012, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori toccherà il -5%, con una diminuzione complessiva della spesa di 35,5 miliardi di euro. A questo si aggiungerà l’aumento delle addizionali comunali e regionali dell’Irpef, che drenerà altri 3,5 miliardi di euro dalle tasche degli italiani.

E’ evidente da questi dati che la cura sta ammazzando l’economia e provocherà ulteriori danni. Non bisogna essere economisti per capire che si sta danneggiando la produzione e l’occupazione. Occorrono invece misure per il rilancio degli investimenti per la crescita e sviluppo del paese, percorrere la strada dell’ammodernamento delle infrastrutture, cercando le risorse là dove possono essere reperite, lottando contro l’evasione fiscale e attraverso un incremento delle imposte su tassazioni e rendite finanziarie, oltreché sui grandi patrimoni. La politica della concorrenza da sola non è sufficiente per uscire dalla crisi, c’è necessità di sostegno pubblico all’economia in questa fase di crisi, e sinora non si è ancora fatto abbastanza.

Assistiamo al fallimento delle politiche europee neoliberistiche. La scelta prioritaria, di salvaguardare la finanza, le banche, e i conti sta uccidendo la democrazia, il welfare conquistato in secoli di lotte per la civiltà. E’ una Europa governata dallo spread, dalle banche, dai poteri finanziari e dai poteri occulti. Una Europa in declino, che non sa costruire regole che diano il primato e il governo della politica alle istituzioni politiche e non a quelle finanziarie e bancarie, che hanno dimostrato di non avere alcuna moralità, arrivando a speculare anche sui prezzi degli alimenti base, speculando e scommettendo sull’aumento dei prezzi acquistando futures, facendo diventare la carestia un buon affare, e incuranti se le loro azioni devastano posti di lavoro, previdenza, reddito di milioni di persone, incuranti dell’escalation di suicidi di imprenditori e disoccupati cha sta flagellando l’Europa.

Crediamo sia fondamentale chiedere che la politica debba riportare al centro della propria azione la difesa dei diritti dei più deboli e di tutti i cittadini, debba garantire la sicurezza sociale (salute, medicine, pensioni, alloggi decenti per tutti) e porsi come obiettivo prioritario quello di creare sviluppo e occupazione.