USB SARDEGNA CONTRO CHI FOMENTA IL RAZZISMO

Cagliari -

A seguito dell’esposto avverso i giornalisti Michele Ruffi e Roberto Casu dell’Unione Sarda, presentato dall’Associazione Sarda contro l’Emarginazione, dell’Associazione 2000 (R)esistenza di Monastir, del Cagliari Social Forum di Cagliari, del Gruppo Every One di Treviglio, in relazione agli articoli presentati dal suddetto quotidiano in data 11,12, 13, 15 e 17 Agosto 2012, nel quale si ritiene che i loro contenuti violino i doveri imposti dal codice deontologico dell’Ordine e nel contempo il “Diritto alla Riservatezza” e le Leggi che puniscono l’istigazione all’odio razziale e le discriminazioni su base etnica, e che per quanto ivi riportato costituiscano una gravissima violazione dei principi di verità e oggettività, sostanziatasi nel proporre al lettore una conoscenza del tutto fuorviante della realtà oggettiva delle cose e una violazione del Diritto alla Riservatezza rendendo pubblica la dislocazione esatta dell’abitazione delle famiglie rom che hanno preso in affitto la struttura, la Usb Federazione Sardegna, decide di aderire alla iniziativa che tenta di arginare la vergognosa campagna razzista lanciata dall’Unione Sarda, ritenendo vergognoso il richiamo anche indiretto a contenuti di superiorità razziale, nel nome del quale i più elementari e sacri diritti dell’uomo vengono calpestati, e tiene ai margini della vita queste comunità facendoli restare cittadini senza città, stranieri senza patria, uomini senza diritti e senza umanità.

I veleni stillati dalle righe della cronaca regionale hanno prodotto un primo risultato: la rinuncia da parte di una famiglia della “cosiddetta villa con piscina, con bagni di lusso e aria condizionata”, che in realtà è un grande edificio da tempo abbandonato, con i vani e i servizi resi inagibili da atti di vandalismo, e con la stessa piscina, ricolma in parte di fanghiglia e di rifiuti solidi, del tutto inutilizzabile; va precisato che detta rinuncia è dovuta alle minacce di morte che i Rom hanno ricevuto, se non avessero provveduto ad abbandonare l’area.

E’ stato alimentato il fastidio, strisciante, che spesso diviene odio, nei confronti di una etnia, che ricordiamo, ha subito al pari degli ebrei, degli omosessuali, degli antifascisti, dei testimoni di Geova, e dei zingari in generale, la persecuzione e lo sterminio nazista nei campi di concentramento. Ricordiamo che le vittime del massacro tra gli zingari sono state 500.000. Neanche la fine della guerra ha reso giustizia ai Rom e ai Sinti: lo sterminio degli zingari è stato derubricato dai processi, come se fossero state vittime secondarie della follia nazista, e nessun risarcimento, pur previsto dalla convenzione di Bonn, è stata data loro. Solo nel 1980 il governo tedesco riconobbe che anche i Rom e i Sinti erano stati vittime di persecuzione razziale.

Crediamo che una politica di inclusione vada portata avanti, finalizzata a far uscire dalla povertà (che spesso genera anche ignoranza) queste popolazioni tradizionalmente pacifiche. Bene hanno fatto le istituzioni a chiudere un campo ingestibile oramai per motivi igienici e sanitari, male ha fatto l’Unione Sarda a promuovere una campagna contro tali etnie, di fatto una campagna strumentale politica finalizzata a danneggiare l’attuale giunta comunale.

Vogliamo infine ricordare che la buona informazione fa parte della civiltà di un popolo, la cattiva informazione può creare danni anche gravi e incitare all’odio razziale e può spingere qualcuno a compiere atti di violenza. Questo atteggiamento razzista è contrario alle politiche europee che puntano alla inclusione dei Rom e dei Sinti, che ormai non sono neppure nomadi, ma sono diventati stanziali e quindi cittadini italiani. Il pericolo è anche una certa destra italiana che usa la xenofobia e il razzismo come arma politica cerchi il consenso in questo modo. Difatti, in questi ultimi decenni, in particolare con la Lega, abbiamo assistito a un modo di fare politica che ha utilizzato il tema del razzismo e la negazione dei diritti agli immigrati.