CHI CI CAPISCE E' BRAVO...
Epifani fa l'offeso .... "La concertazione è finita" ... però lo dice solo dopo aver firmato l'accordo col Governo. A che gioco giochiamo?
Epifani ha sostenuto fino ad ieri che l'accordo firmato col Governo è un buon accordo. Certo, ripeteva immediatamente dopo la firma che "si poteva ottenere di più, ma abbiamo dovuto fare i conti con un muro insuperabile di problemi finanziari".
Una posizione indifendibile e abbiamo già avuto occasione per contestarla .
Successivamente nel corso del Direttivo Cgil di ieri, Epifani ha difeso l'accordo chiedendo alla Cgil di votare un documento di approvazione sostanziale. Presto fatto ... a maggioranza (con la sola astensione della Fiom ed il voto contrario delle sinistre sindacali) il direttivo Cgil ha approvato.
Ma, passata una sola nottata, ecco che Epifani se ne esce con una intervista a Repubblica, ripresa dalle agenzie di stampa, per attaccare il Governo Prodi, reo di aver messo la Cgil alle corde, e per dichiarare solennemente che con questo Governo è finito l'idilio ... "la concertazione non c'è più" ... promettendo un autunno caldo ... "Da settembre il confronto sarà assolutamente forte e serrato" ... (su cosa non lo dice)
A questo punto viene da domandarsi ... ma Epifani, allora, perchè ha firmato l'accordo ?
"Per senso di responsabilità" risponde nell'intervista a Repubblica.
Leggendo l'intervista di Epifani su Repubblica scopriamo che ciò che lo ha fatto arrabbiare veramente è lo sgarbo di Prodi che avrebbe modificato il testo dell'accordo in corso d'opera su pressione della Confindustria, peggiorandolo rispetto alla stesura concordata con i sindacati.
OK, se così stanno le cose bastava rifiutarsi di firmare se non si fosse ripristinata la correttezza negoziale che Epifani voleva. Accettare di firmare un accordo quando te lo cambiano all'ultimo momento è come dimostrare di non contare nulla. Possiamo immaginare cosa avrà detto Prodi ai suoi nel discutere su come presentare il testo cambiato ad Epifani che pensava di doverne firmare un'altro ... avrà detto .... No problem, quello firma tutto.
Infatti Epifani firma per dichiarare solo dopo che ... "è stato uno sgarbo alla Cgil che non possiamo far passare sotto silenzio" ...
Ci scusi Epifani, ma a proposito di sgarbi, provi solo ad immaginare lo sgarbo che hanno subito i lavoratori nel vedersi aumentata l'età pensionabile, ridotti i coefficienti, derubati della loro cassa previdenziale, senza essere mai stati sentiti prima e quando, solo fino ad un anno fa Cgil Cisl Uil ripetevano che dei coefficienti non se ne parla, e che lo scalone Maroni andava semplicemente abrogato.
Provi inoltre a pensare allo sgarbo subito da questi lavoratori nel vedere che Cgil Cisl Uil non sanno neppure mettersi d'accordo su come e se andare alla consultazione con i lavoratori per verificare se su questo accordo i lavoratori sono d'accordo o no, rinviando ogni decisione a settembre, quando solo pochi giorni fa avevano l'adrenalina alle stelle dalla gran fretta di firmare l'accordo.
Lo sgarbo che lei denuncia nei confronti della Cgil sarà, a quanto pare, risolto da una letteraccia che la Cgil manderà a Prodi, e noi (i lavoratori) che dobbiamo fare per rispondere allo sgarbo subito dai nostri segretari nazionali?
Ma nella sua intervista su Repubblica Epifani perde un'altra occasione per fare chiarezza sull'accordo che ha firmato.
Con argomentazioni assolutamente inesatte riconferma il giudizio positivo sulle pensioni limitando le sue critiche solo su alcuni aspetti dell'accordo sul mercato del lavoro.
E' vero che non c'è più lo scalone Maroni, ma a regime, il sistema adottato è peggio dello scalone Maroni. E' vero che si sono aumentate le pensioni minime (non tutte) ma di un euro al giorno, una cifra cioè che non risarcisce assolutamente i pensionati da 15 anni di blocco dei sistemi di rivalutazione delle pensioni. Affermare poi che si sono aumentate le pensioni è un'assurdo a fronte del fatto che l'accordo ha già deciso una riduzione del 6-8 % dei coefficienti di calcolo delle pensioni.
Sul mercato del lavoro è vero che sui contratti a termine la soluzione trovata non è sufficiente ed è vero che è pericolosa l'indisponibilità del Governo ad abolire una tipologia di lavoro come lo staff leasing, ma l'aspetto ancor più grave e che è all'origine di tutto è che la legge 30, nei suoi principi e nei suoi obiettivi è rimasta intatta, oggi oltretutto anche con l'avvallo sindacale.
Epifani afferma inoltre un'altra cosa altrettanto grave quando dice che ... "La protesta contro gli scalini non è amplissima, riguarda solo una parte dei lavoratori del nord..." .
Così dicendo non solo fa propria e legittima le stesse argomentazioni utilizzate da Maroni quando si domandava come mai Cgil Cisl Uil ce l'avessero tanto col suo scalone, ma minimizza una questione che ha invece una portata ben più ampia.
E' veramente convinto Epifani che l'accordo su scalone e coefficienti (sia per quanto riguarda la loro riduzione già quantificata che per quanto riguarda le nuove regole per i suoi futuri arretramenti) valga solo per pochi operai del Nord ?
Provi a pensarci su un poco. Non dovrebbe essere difficile per uno che di mestiere fa il sindacalista capire che l'aumento dell'età pensionabile varrà per tutti ed in eterno, così come pure il taglio dei coefficienti di calcolo e l'automatismo introdotto per le sue future riduzioni.
Stia attento poi a presumere che a parte pochi lavoratori del Nord nessuno è critico con l'accordo. Dovrebbe permettere ai lavoratori di esprimersi con un referendum vero e democraticamente gestito e verificato prima di sparare giudizi in nome loro.
Così il 23 luglio (data sfigata per il mondo del lavoro) si ripropone, oltre che con i suoi accordi epocali e da capestro anche con tutte le sue assurdità.
Nel 1993 la vicenda si concluse con Trentin che rassegnò le dimissioni da segretario nazionale della Cgil solo qualche ora dopo aver firmato l'accordo. Oggi, nel 2007, Epifani, solo qualche ora dopo aver firmato l'accordo è già andato in confusione... non sa più se firmare o non firmare ... ma firmerà.
Chi diceva che la storia si ripete sempre, prima in forma di tragedia e poi in forma di farsa ?
La Cgil ha una sola questione davanti. O è convinta dell'accordo che ha firmato ed allora lo firma, o ritira la firma dall'accordo, tutto il resto rischia di essere solo chiacchera.
Il sindacato tutto ha davanti un'altra questione, che segnerà il suo livello di rappresentanza e la sua credibilità negli anni futuri, quella di dare ai lavoratori la possibilità, fino ad ora negata durante la trattativa, di esprimersi ora sull'accordo, con una consultazione referendaria con regole democratiche e verificabili.
Coordinamento Nazionale delle RSU