Dimensionamento scolastico. L'Assessore alla P.I. del comune di Cagliari incontra i sindacati

Cagliari -

 

 

Il giorno 29 di gennaio l’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Cagliari, Signora Puggioni, ha voluto incontrare i sindacati per sottoporre loro il piano di dimensionamento per le scuole di Cagliari per l’anno 2013-2014.

 

Un piano di cui “bisogna non rallegrarsi”, ma qualcosa che, purtroppo, “si deve fare per evitare conseguenze peggiori” (parole della dott.ssa Puggioni).

 

In altre parole si tratta di dar seguito a leggi e regole che i vari Ministri della Pubblica (d)istruzione che si sono succeduti hanno emanato e che i parlamenti a larghissima maggioranza hanno votato.

 

Un decreto (l’ennesimo!) dettato dallo Stato centrale che comporta tagli lineari senza considerare le specificità morfologiche e socio-economiche-linguistiche dei territori. Piani che finiranno per innescare assurde guerre di campanile a livello locale visto la mancanza di opera di collegamento e di raccordo da parte dell’Assessore alla P.I della Regione stessa.   

 

E queste leggi vogliono che ogni scuola per avere una dirigenza scolastica abbia un minimo di 600-900 alunni.

 

Seguendo la logica dettata da questi numeri, e dimostrandosi pure più realista del re, nel senso di aver portato il numero a ben otre le 900 unità, l’Assessore ha previsto che le dirigenze scolastiche di Cagliari passino da 18 a 12.

 

E i numeri sono effettivamente impietosi. Essi dimostrano ancora una volta lo stato di progressivo spopolamento della città, e noi continuiamo a pensare che questo depauperamento demografico non sia frutto di un “destino cinico e baro” ma di mancanza di politiche sociali e abitative che hanno costretto tanti giovani e giovani coppie a cercare occasioni abitative fuori dalla città di Cagliari. Pensiamo che questo stato di cose possa e debba essere invertito, e può essere invertito se si comincerà a pensare ad una politica che rilanci l’economia e, quindi che crei occupazione duratura, che si pensi ad investimenti per il recupero di alloggi oggi fatiscenti e che si creino le condizioni perché le coppie, specie le giovani coppie, possano vivere dignitosamente della propria forza lavoro: una politica, insomma che smetta di fotografare l’esistente, che vada oltre le politiche neoliberiste e rigoriste che i vari governi hanno dettato e che gli enti locali, più o meno supinamente hanno subito.   

 

La perdita di una dirigenza non vuol dire perdita di una figura (un preside) essa comporta la perdita di altre figure professionali: Personale ATA che col Preside (Dirigente scolastico) collaborano, e ci chiediamo come può assolvere i compiti un DS con una popolazione di studenti di 1000 unità divise in 3-4 plessi scolastici viste le funzioni che egli è tenuto a svolgere che sono, stando alla normative le seguenti:

 

 

 

 (Art. 1, commi 2 e 3 del CCNL 01.03.02)

 

1. La funzione dirigenziale nelle scuole e negli istituti AFAM si esplica con i compiti e le modalità previsti dal D.lgs. 30 marzo 2001, n.165, fatte salve le modifiche e le integrazioni del DPR 28 febbraio 2003, n.132.

 

2. I dirigenti ricompresi nell’Area svolgono un ruolo di particolare complessità e specificità, caratterizzato:

 

• dall’essere preposti al corretto ed efficace funzionamento di Istituzioni funzionalmente e giuridicamente autonome, la cui autonomia ha peraltro assunto rilevanza costituzionale ai sensi del Titolo V della Costituzione;

 

• dall’agire in un contesto dove le responsabilità amministrative e gestionali devono necessariamente integrarsi e rapportarsi ad altri aspetti autonomistici interni all’Istituzione stessa e a libertà anch’esse costituzionalmente sancite, così come anche previsto dal DPR n.275/99;

 

• dalla pluralità di relazioni istituzionali che, pur nel contesto di una piena autonomia, derivano dall’oggettiva coesistenza di legislazioni esclusive e concorrenti e dalla progressiva innovazione del sistema dell’istruzione.

 

 

Art. 2 – Contenuti della funzione dirigenziale

 

1.      Il dirigente scolastico, in coerenza con il profilo delineato nell'art.25 del D.Lgs. 165/2001 e nel rispetto delle competenze degli organi collegiali e di quelle attribuite dall’art. 3 del DPR n.275/99, assicura il funzionamento generale dell'unità scolastica, nella sua autonomia funzionale entro il sistema di istruzione e formazione, promuove e sviluppa l'autonomia sul piano gestionale e didattico, promuove l'esercizio dei diritti costituzionalmente tutelati, quali il diritto all'apprendimento degli alunni, la libertà di insegnamento dei docenti, la libertà di scelta educativa da parte delle famiglie.

 

 

 

Ci chiediamo, infine come possa conciliarsi le enunciazioni di questa Amministrazione allorchè scriveva:

 

 

L’istruzione rappresenta una delle priorità di questa Amministrazione impegnata nella sua sfida più bella ed insieme più difficile, quella di contribuire al potenziamento del sistema formativo ed educativo, nella ferma convinzione che la promozione di politiche di integrazione e promozione sociale e di politiche per la crescita e di innovazione dei territori debba necessariamente passare attraverso un’affermazione e rilancio della centralità del ruolo della scuola (pubblica, secondo USB).

 

 

No, non vogliamo che queste parole rimangano lettera morta, e ci auguriamo, quindi, che il piano di dimensionamento venga rivisto nell’ottica di un rilancio della scuola e di una seria politica demografica che ponga fine allo spopolamento della città.