FONDAZIONE TEATRO LIRICO DI CAGLIARI

COMUNICATO STAMPA

Cagliari -

 

La USB sente la necessità di lanciare un campanello d'allarme sull'andamento economico gestionale della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari. Da mesi i nostri numerosi comunicati aziendali in cui si chiedono documenti, trasparenza e sostenibilità, sono rimasti senza risposta.

Per questo motivo si hanno seri dubbi sulla tenuta economica dell'Azienda, sulla chiusura in pareggio del bilancio, non conoscendo i costi e la sostenibilità della stagione Lirica e di Balletto 2014, del Decentramento Estivo e delle ormai numerose operazioni fuori budget già affrontate e in divenire.

Sono imprescindibili chiarezza e trasparenza, come sempre preteso anche con i precedenti amministratori; finora solo i Lavoratori hanno pagato a caro prezzo le gestioni fallimentari, con decurtazioni salariali e peggioramento delle condizioni lavorative, in particolare per il personale precario, risorsa di alta professionalità troppo spesso bistrattata. Quei Lavoratori che hanno tenuto in vita la Fondazione in questi anni burrascosi, come bene ha ricordato il Sovrintendente nella sua conferenza stampa di presentazione.

Per tutto questo è immediatamente necessario avere:

1. il rendiconto economico aggiornato sui contributi ordinari 2014 (incassati e non) di FUS, RAS, Comune di Cagliari e Banco di Sardegna;

2. il bilancio consuntivo 2013, aggiustamento di Bilancio 2014;

3. Costi analitici degli allestimenti in cartellone, con particolare attenzione a Turandot;

4. lo stato ed eventuale copia di rinnovo dei contratti in scadenza a Giugno 2014 di Direttore di Produzione, Direttore Allestimenti Scenici e Maestro del Coro;

5. l’aggiornamento su ‘anticipo di finanziamento’ di 8 milioni ottenuto dalla RAS destinati esclusivamente a ripianare i debiti verso fornitori a breve-medio termine (4 milioni già incassati dalla Fondazione).

Si teme che in particolare le 8 recite fuori abbonamento di Turandot, pensate per il turismo estivo, siano ad alto rischio d'impresa, per i tempi ristrettissimi di progettazione e le quasi nulle informazioni ottenute a riguardo sul progetto.

Una cosa è invece chiarissima: per sostenere economicamente l’operazione e il decentramento estivo 2014, l’Azienda ha introdotto per la prima volta in tutti i settori dei contratti di “part-time verticale”, penalizzando di fatto il precariato storico.

Operazione che non ha precedenti in nessun altra Fondazione italiana per organicità e numero di dipendenti interessati e sulla quale la Scrivente sta verificando attentamente l’effettiva conformità e applicabilità contrattuale.

USB, come già sottolineato in RSU e al tavolo Aziendale, esprime anche la propria perplessità sulla scelta eccessivamente dura intrapresa dall’Azienda attraverso i propri legali, di voler indistintamente rinegoziare i debiti, siano essi di piccoli creditori, fornitori di materiali e servizi, artisti. Tutte realtà in grande sofferenza verso le quali appare ingiustificato chiedere ulteriori sconti, sacrifici e pazienza già sopportati negli anni, oltre la negoziazione delle spese legali. Per altro nemmeno la finalità appare chiara, visto che l’eventuale risparmio, non potrebbe essere impiegato per altro scopo, essendo il prestito RAS vincolato al solo pagamento dei debiti.

Non si può negare vi siano oggettivi buoni risultati ottenuti da questa Dirigenza:

⁃ il positivo andamento della campagna abbonamenti, grazie anche ad offerte e pacchetti diversificati, che vede una chiara inversione di tendenza e il ritorno del nostro Pubblico dopo anni di costante calo;

⁃ l’aumento dei pezzi di produzione e l’interazione con le nuove tecnologie e i social network;

⁃ il ritrovato interesse della stampa e le recensioni positive.

Alla luce di tutto questo è doveroso quindi avere da parte di Sovrintendente, Direttore Amministrativo, CdA e Revisori dei Conti un perseverante e accurato controllo, guidato da un inscindibile binomio: trasparenza e sostenibilità.

Vale la pena ricordare che il Ministero stesso, per evitare sperequazioni fra le Fondazioni, nel ridisegnare i criteri di ripartizione del FUS ha posto un chiaro vincolo del 10% relativo all’aumento produttivo, oltre il quale nessun Teatro otterrà ulteriori

finanziamenti. Di contro è premiata la tipologia e la qualità degli spettacoli eseguiti e ovviamente la chiusura di bilancio in pareggio.

Per avere una effettiva e proficua collaborazione da parte dei dipendenti è fondamentale la trasparenza sulla gestione aziendale.

Troppe volte nel recente passato i lavoratori hanno dovuto scoprire improvvisamente che la Fondazione versava in gravi difficoltà, senza che ci fossero avvisaglie o comunicazioni da parte della dirigenza e pur considerando gli attuali buoni risultati, non è accettabile la totale mancanza di informazioni.