I lavoratori Aias ricevono gli stipendi arretrati direttamente dalla Asl 7

Arrivano i primi bonifici pagati direttamente dalla Asl 7 per quei lavoratori che hanno attivato la procedura prevista dall'art. 1676 del codice civile, che permette di far valere il proprio credito sul debitore del debitore.

Cagliari -

Negli ultimi giorni sono arrivate le prime lettere di licenziamento dall’Aias, una azienda che dichiara di non avere i soldi per pagare gli stipendi ma si permette il lusso di non utilizzare il lavoro di questi operatori sanitari, mandandoli a casa e pagando il mancato preavviso di 60 giorni. Nei giorni scorsi l’assessorato alla sanità e a seguire la Asl 7 hanno preannunciato che avrebbero accolto e pagato direttamente gli stipendi a quei lavoratori che avevano attivato la procedura prevista dall’articolo 1676 del codice civile. Ieri una diecina di lavoratori hanno visto accreditato lo stipendio degli ultimi 4 mesi e ricevuto il bonifico dalla ASL 7, e a questi seguiranno un’altra quarantina di lavoratori che a breve riceveranno le mensilità arretrate, mano a mano che l’Asl 7 lavorerà le pratiche. Ci giunge voce che diverse altre Asl si stanno attivando in tal senso e nei prossimi giorni procederanno a dare risposte positive al riguardo, malgrado comunicati e diffide dell’azienda e di sindacati che hanno la stessa posizione dell’azienda. Molti lavoratori stanno attivando la procedura prevista dall’art. 1676 del codice civile, per chi non l’ha ancora presentata la modulistica è a disposizione dei lavoratori e puo’ essere scaricata dal nostro sito regionale all’indirizzo www.sardegna.usb.it/ . La procedura per l’azione diretta risulta snellita perché l’azienda sta procedendo alla consegna delle buste paga degli ultimi mesi. Riteniamo che sia positiva la decisione della Asl 7 di farsi carico di pagare gli stipendi dei dipendenti Aias che da quattro mesi non percepiscono lo stipendio, una scelta a sostegno dei dipendenti e delle loro famiglie, che vivono una situazione al limite dell’indigenza, pur lavorando e non percependo alcun reddito. Attendiamo che le istituzioni continuino a lavorare affinchè i licenziamenti rientrino e affinchè l’assistenza ai più bisognosi non arretri; seppure l’Aias non svolga un servizio pubblico, è pur sempre un servizio pagato da noi contribuenti per rendere meno difficile la vita di coloro che sono meno fortunati e più hanno bisogno dell’aiuto della collettività. Non crediamo che la mancanza di servizi in alcuni territori della Sardegna sia da auspicare, ma è quello che sta avvenendo con i licenziamenti. Certamente verranno “tagliati” i centri “meno produttivi”, e ciò è semplicemente inaccettabile perché, non lo scordiamo, stiamo parlando di assistenza sanitaria, a favore di persone in carne ed ossa.