IL CARO TRAGHETTI AFFONDA L'ISOLA

Crollano le prenotazioni e le presenze, mentre la Regione Sardegna accusa: “Le compagnie fanno cartello” e si rivolge all’Antitrust. Parte la protesta dei Tir che bloccano i porti dell'isola. E' urgente porre all'ordine del giorno la continuita' territoriale marittima

Cagliari -

La Sardegna nell’era della comunicazione globale diventa sempre più inaccessibile. E' un paradosso, ma è la realtà amara. Non arrivano i turisti perché i biglietti di trasporto costano quanto una crociera e anche i sardi sono costretti a starsene a casa. Gli aerei low cost possono far poco per evitare la crisi del turismo.

Il sogno delle ferie da trascorrere qua e là in giro per le centinaia di spiagge e calette della Sardegna o sui monti della Barbagia o nell’Hotel Supramonte a contatto con mondi ancestrali si è sgretolato nel giro di due anni: tradizioni popolari antichissime, mare incantevole, spiagge meravigliose, montagne di granito selvagge profumate di cisto, ginestre, ginepro e rosmarino non sono più sufficienti ad attrarre il turismo di massa. Un milione e mezzo di viaggiatori ha abbandonato le rotte che portano ad Olbia, che appare come un porto agonizzante mentre le compagnie di ormeggiatori hanno messo in cassa integrazione i dipendenti.

I dati dell’assessorato regionale al Turismo sono devastanti: nei porti di Olbia, Golfo Aranci, Cagliari e Porto Torres, tra il 2010 e il 2012, il calo è di oltre due milioni di passeggeri.

Da un lato la Regione accusa gli armatori di aver fatto cartello, ma le compagnie mettono sul banco degli imputati il caro carburante. Di fatto l’unica certezza è che le navi viaggiano vuote, le compagnie tagliano le rotte e l’economia dell’isola va a fondo.

I dati del 2013 dovranno essere depurati dalla mancanza della Flotta sarda, ci sarà da scontare i 320.000 mila passeggeri che viaggiano sulle navi della Regione.

Di certo i rincari dei biglietti del trasporto marittimo anche del 70 per cento non sono giustificati. Gli aeroporti fanno fatica a recuperare, ed il low cost non basta.

Intanto parte la protesta dei Tir davanti ai varchi di Cagliari, Golfo Aranci, Olbia e Porto Torres e Livorno. Chiedono l'immediato congelamento degli aumenti e la revisione dei prezzi da parte della Tirrenia, fatto scattare dal 1° giugno, con l’aggiornamento delle tariffe per il trasporto merci con aumenti superiori al 10%.

Crediamo che debba essere posta all’ordine del giorno da parte della Regione la continuita' territoriale marittima; il rischio che l’isola corre, insieme ai suoi abitanti, è quello di non avere diritto alla mobilità, di vedere il turismo solo nelle immagini dei telegiornali, e avere dei prezzi al consumo sempre più alti per via del caro trasporti.