Approfittando di una crisi economica e sociale sempre più grave, con un aumento vertiginoso di disoccupazione, di cassa integrazione e di povertà, il Governo, con il pretesto di un miglioramento dell'efficienza, ha progettato una profonda riforma in senso negativo della Pubblica Amministrazione.

Il cosiddetto “decreto Brunetta” va nella direzione di un completo e definitivo smantellamento della Pubblica Amministrazione in vista di una sua definitiva privatizzazione.

A chi legge chiediamo di riflettere bene su che cosa si siano portate dietro tutte le privatizzazioni che si sono succedute nel corso degli anni riguardo le aziende che gestivano beni e servizi essenziali come Energia Elettrica, Telefoni, Ferrovie, Acqua, Poste, Autostrade eccetera.

A chi legge chiediamo di porsi tre semplici domande:

E’ migliorata nei confronti dei cittadini la qualità dei servizi?

Sono diminuite le tariffe richieste ai cittadini?

E’ stato positivo per lo Stato italiano rinunciare agli introiti che quelle aziende garantivano?

Purtroppo la risposta è sempre NO, e in più, come sindacato, possiamo aggiungere alla lista dei mali anche quello di un peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori.

In realtà chi ci ha guadagnato è stata solo quella casta di privilegiati che ormai regge le sorti dell’Italia, quel coacervo di politici e banchieri, industriali e sindacalisti di partito, che però non sono né veri politici, né esclusivamente banchieri e neppure solamente industriali o sindacalisti di partito, ma una commistione di tutti i generi, in cui il potere politico e quello economico si fondono e si confondono, in un conflitto di interessi in cui il bene pubblico soccombe sempre agli interessi privati.

Tutti gli altri (stato, cittadini, lavoratori) ci hanno sempre rimesso.

Quale sarà il destino dell’Italia e dei suoi cittadini quando saranno definitivamente consegnate nelle mani dei privati, di questi privati, la Sanità, le Pensioni, il Fisco, la Giustizia?

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