IL SILENZIO-ASSENSO E' ORMAI LA PRASSI...
CONTRIBUTO DELLO 0.35%: LA RdB INVITA AL RIFIUTO!
L'attuale Ministero dell'Economia e delle Finanze, dando attuazione ad una norma contenuta nella Legge Finanziaria per il 2006, ha emanato il 7/3/2007 il Decreto n. 45 che regolamenta l’iscrizione obbligatoria alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall'INPDAP (già prevista per i dipendenti pubblici iscritti all’INPDAP) ad alcune figure finora non comprese:
- i Pensionati ex dipendenti pubblici;
- i Dipendenti pubblici iscritti a gestioni pensionistiche diverse dall’INPDAP (ad esempio, nell’università i lettori madrelingua sono iscritti all’INPS, i dipendenti di alcuni enti del Parastato, ecc…).
Tale iscrizione prevede un prelievo mensile pari allo 0.35% della retribuzione contributiva per i dipendenti pubblici non iscritti all’INPDAP ed allo 0.15% dell’importo lordo della pensione per chi è in quiescenza, a meno che i soggetti interessati non esprimano una volontà contraria entro sei mesi dall’entrata (10 aprile 2007) in vigore del decreto
Questo contributo serve a finanziare le prestazioni creditizie gestite dall'INPDAP come il “piccolo prestito”, la “cessione del quinto”, mutui ipotecari, borse di studio e vacanze-studio per i figli dei dipendenti e così via.
Riteniamo estremamente discutibile l’allargamento “forzoso” di tali prestazioni creditizie, in particolare per i pensionati ex dipendenti pubblici, che diventa di fatto un nuovo balzello ai loro danni dopo il “furto” sulle pensioni di reversibilità.
Come per lo scippo del TFR in favore dei Fondi pensione, anche in questo caso la norma dettata dal Ministero prevede la regola del “silenzio-assenso”.
Se il pensionato che ogni mese riceve la sua pensione dall'INPDAP non comunica entro il 10 ottobre - per iscritto - che non vuole pagare il suddetto contributo, l'INPDAP lo applicherà d'ufficio, anche se poi quel pensionato di 80 anni non chiederà mai alcun prestito!
Un altro affare che verrà gestito da banche e società private, poiché l’INPDAP ha esternalizzato alcuni servizi per le prestazioni creditizie.
Una operazione che costituirà una entrata (dalle tasche dei lavoratori) di quasi un miliardo di euro l’anno, paragonabile alle risorse (che dicono di non trovare) per l’abbattimento dello scalone delle pensioni, di cui tanto si discute ….
Morale: cambiano i Governi ma a pagare sono sempre gli stessi, complice anche una informazione o meglio, come in questo caso, una disinformazione al servizio del potente di turno.