L'azienda che non rispetta alcuna misura di sicurezza e utilizza mano d'opera clandestina può essere oggetto di sequestro

In allegato la sentenza 24 aprile 2013, n. 18603 della Corte di Cassazione

Cagliari -

 

 

La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 18603 del 24 aprile 2013, ha stabilito che sebbene in linea di principio un’attività d’impresa non può essere sottoposta a sequestro, sussistono casistiche per le quali tale principio può essere derogato, come la violazione delle norme di sicurezza.

 

La quarta sezione penale della Cassazione ha affermato che è ammissibile il sequestro di un’azienda nella sua interezza allorquando questa sia strutturata in maniera tale da sfruttare lo svolgimento di attività lavorativa con un prevalente impiego di prestatori clandestini privi del permesso di soggiorno: ovviamente, il tutto va adeguatamente motivato in relazione alla necessità di una misura così grave in rapporto al principio della libera iniziativa economica.

 

Nel caso in specie, la Suprema Corte ha disposto il sequestro di un’azienda nella quale venivano impiegati lavoratori clandestini e nella quale gli ispettori avevano ravvisato una violazione totale delle norme concernenti la sicurezza sul luogo di lavoro, in relazione al reato di lesioni personali colpose a carico del lavoratore. Pertanto, il sequestro è ritenuto legittimo, in quanto volto a impedire la continuazione dello sfruttamento di manodopera illegale. L’azienda che non rispetta alcuna misura di sicurezza può essere oggetto di sequestro.  

 

In allegato la sentenza della Cassazione