Porto Canale di Cagliari - E' CRISI: IN CASSA INTEGRAZIONE 195 LAVORATORI SU 199

COMUNICATO STAMPA

Presidio di protesta per la messa in Cassa integrazione dei lavoratori del Porto Canale

14 LUGLIO 2008 alle ore 10.00 - Cagliari via Roma Consiglio Regionale

 

Cagliari -

 

A causa delle politiche liberiste fatte nel nostro paese sia dai Governi nazionali e regionali di centro destra che di centro sinistra assieme alla Confindustria e con l’avvallo dei sindacati concertativi cgil-cisl-uil oltre che peggiorare le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori e dei ceti popolari, si stanno allargando le falle del settore produttivo ed industriale del Paese. In particolare, in Sardegna, assistiamo ai devastanti effetti di queste Politiche con quotidiani incidenti nelle fabbriche e sui cantieri e le pesanti e negative ricadute occupazionali, Legler,  Acentro Carbonia, Scaini, Zuccherificio Villasor, Unilever Algida, Plastwood, Cartiera di Arbatax, Cargo Ferrovie Stato, Alcoa, Carbosulcis.

 

L’ultima “perla” di queste politiche è la prevedibile crisi del Porto Canale di Cagliari con la messa in cassa integrazione di 195 lavoratori su 199 dipendenti che ha ripercussioni anche sull’indotto soprattutto per il CLP e la IRTEC.

 

Il Porto Canale continua a rimanere una “incompiuta” nonostante dopo decine di anni dall’inizio della sua costruzione abbia cominciato ad operare. È sconsolante che una struttura portuale come questa di Cagliari che gode di una posizione baricentrica nel Mediterraneo, nonostante il continuo trend di crescita del traffico contenitori nel Mediterraneo (previsione: 2010-2015 circa 60 Mteu quasi doppio rispetto a quello registrato nel 2005), gli alti fondali, grandi spazi disponibili con ulteriori espansioni possibilità di efficiente organizzazione delle attività terminaliste,  inserimento tra gli hub portuali di interesse nazionale. Il Piano operativo triennale e il Piano regionale dei trasporti restano sulla carta in quanto sono essenzialmente connessi alla capacità che le forze regionali e locali avranno nel realizzare in tempi brevi interventi di valorizzazione del “passaggio” di container e d’integrazione con “la zona franca portuale”.

Le merci in arrivo nel porto di Cagliari potrebbero, in aree dedicate alla lavorazione logistica (Distripark), trovare delle imprese capaci di smistare le merci in tempi brevi, dopo averle appositamente assemblate, etichettate, confezionate in colli etc. ovvero completato il loro processo produttivo; il tutto agevolato dalle opportunità della zona franca per le merci estero su estero (non U.E.).

Un Distripark in prossimità del porto container di Cagliari potrebbe assicurare spazi e strutture ampie, collegamenti e servizi con alte frequenze verso un numero considerevole di altri porti nel Mediterraneo,  insieme all’integrazione con l’aeroporto.

 

Lo scopo di questa prima manifestazione è quello di: 

  • Sensibilizzare tutte le forze politiche, poiché tutto ciò sta avvenendo in totale assenza di intervento delle istituzioni locali;
  • Denunciare la mancanza di strategie per mantenere produttiva una infrastruttura che potenzialmente può contribuire allo sviluppo economico dell’Isola;
  • Manifestare la preoccupazione per il futuro di tante famiglie, auspicando una rapida ripresa delle attività lavorative.

 

Federazione RdB-CUB Sardegna