RIFUGIATI E AVENTI DIRITTO ALLA PROTEZIONE INTERNAZIONALE LASCIATI ALLO SBANDO A CAGLIARI

Cagliari -

 

Da circa un mese 18 persone bivaccano sotto i portici di Via Roma (proprio davanti il Municipio di Cagliari). 18 Persone provenienti da: Somalia, Etiopia, Eritrea.

Queste persone, dopo le vicissitudini che ogni profugo conosce, e le trafile burocratiche a tutti note, si sono visti riconoscere il diritto di asilo assieme ad altri connazionali.

Nel momento in cui questo riconoscimento è avvenuto essi sono stati trasferiti dal CPA di Elmas in un albergo cittadino (in attesa del documento).

Allorchè il documento è stato loro consegnato (la Caritas) li ha invitati ad …andare a Roma, ha offerto loro un biglietto con la nave di sola andata per Civitavecchia e 50 Euro.

Molti hanno accettato. (alcuni sono stati aiutati e indirizzati verso contatti di associazioni o di persone che vivono a Roma) Altri sono partiti allo sbaraglio.

La stessa sorte è toccata ai migranti di origine dei paesi dell’Africa Ovest (Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Sierra Leone, ecc.), che una volta completato il lungo percorso che li porta ad ottenere la protezione internazionale, vengono letteralmente gettati per strada, devono lasciare l’hotel (garantito per due settimane) e devono nuotare nel mare di una società di cui non conoscono le regole, non conoscono la lingua, le usanze, senza un sostegno nel percorso di accompagnamento verso l’integrazione sociale del soggetto titolare di protezione internazionale, e del rifugiato politico, con conseguenze ovvie negative sulla loro salute fisica e mentale.

Queste diciotto persone che hanno deciso di rimanere a Cagliari, non trovando altra alternativa, hanno deciso di acquartierarsi davanti al Comune.

Il Comune ha fatto (e continua a fare) orecchie da mercante. Asserisce che non è suo compito dare assistenza a queste persone. Queste persone sono usate come deterrente per gli altri?

Piccole annotazioni a margine: Nessuno dei possessori del diritto d’asilo è in grado di esprimersi in italiano poiché al centro non è stato fatto alcun corso di alfabetizzazione.

Nel frattempo la Caritas ha alzato l’ammontare della “mancia” che può arrivare a 400 euro a seconda del grado di contrattazione che dimostrano i singoli individui, se i migranti decidono di lasciare l’isola.

In tutto questo brilla del tutto l’assenza del Ministero dell’Integrazione e del Ministero dell’Interno. Lo spazio che intercorre tra l’arrivo in Italia dei migranti e l’integrazione sociale non viene occupato da nessuno, non ci sono politiche sociali che prevedano ad esempio, il pagare una stanza in affitto per alcuni mesi, dare dei soldi per il cibo, erogando ai migranti un importo pari o di poco inferiore a quello che viene dato alle Cooperative all’interno dei vari Cie-Cara-Cpa. Non si puo’ lasciare che questo spazio venga occupato dal volontariato, spesso inesistente, o dalla Caritas;

parliamo di persone a cui l’art. 10 della costituzione garantisce dei diritti: “lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Garantire il diritto di asilo significa garantire anche livelli adeguati di sussistenza, di salute, e percorsi di integrazione.