Signor Presidente della Repubblica, è con preoccupazione e sconcerto...

Cagliari -

 

 

L’Unione Sindacale di Base, Federazione Sardegna esprime preoccupazione e sconcerto per il fatto che le recenti e gravissime iniziative adottate dal Presidente della Repubblica non hanno suscitato se non riprovazione perlomeno un dibattito pubblico fra le forze politiche sedicentisi democratiche che agiscono nella società italiana.

 

Noi continuiamo a pensare che l'operato del Presidente della Repubblica sia degno di lode ma anche di critiche e perfino di censure a seconda dei casi. Pensiamo che nessuno abbia il diritto di esser sottratto a critiche quando ne ricorrono gli estremi.

 

In particolare l’USB Federazione Sardegna ritiene del tutto inopportuna la grazia concessa ad un criminale statunitense per i reati commessi in territorio italiano, per il rapimento di Abu Omar, grazia concessa al colonnello Joseph Romano III, comandante della base Usa di Aviano, condannato in via definitiva per concorso in sequestro di persona, grazia che sconfessa di fatto l'inchiesta della magistratura milanese.  

 

Riteniamo inoltre a maggior ragione inopportuna per la mancanza di reciprocità: noi non abbiamo dimenticato che, a suo tempo, le autorità statunitensi opposero un secco rifiuto a che gli assassini del Cermis fossero giudicati in Italia (venti persone morirono ad opera di un aereo statunitense nei cieli italiani, durante un volo di addestramento, per una sfida di abilità nel pilotare, tranciando le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme).

 

Nè è stato possibile processare in Italia il militare americano Mario Lozano, imputato per l'omicidio di Nicola Calipari e per il ferimento della giornalista Giuliana Sgrena in Iraq. La commissione d'inchiesta istituita negli Stati Uniti, lo ha assolto, e sembra che John Negroponte, allora vicesegretario di Stato americano, abbia esercitato forti pressioni affinché il processo in contumacia a Mario Lozano fosse fermato (la stampa riporta la seguente affermazione "un processo in contumacia è un messaggio orribile e va fermato").

 

Del pari discutibile e censurabile ci sembra il fatto di aver ricevuto in modo solenne, due soldati italiani accusati di aver assassinato due pescatori indiani.

 

Se è vero che gli imputati vanno considerati innocenti fino a sentenza definitiva è pur vero che sarebbe stato opportuno non manifestare, in modo tanto plateale, il proprio sostegno a due persone accusate di aver ucciso due pescatori; non facendolo si sarebbe evitato di esercitare indebite pressioni su chi ha il diritto e dovere di giudicare questi militari.

 

I militari, così come la polizia e i carabinieri non sono soggetti sopra le leggi, essi hanno il dovere di rispettare le leggi internazionali quando si trovano ad operare fuori dai confini, e se non lo fanno debbono pagarne le conseguenze.

 

Questa enunciazione di principio che ci sembra persino banale è stata smentita dalle sentenze che dovevano giudicare gli appartenenti alle forze dell'ordine per i gravissimi fatti di Genova, funzionari ed agenti accusati di pestaggio indiscriminato, torture ed altri reati consumati ai danni di cittadini inermi nella scuola Diaz e per i quali sono state inflitte pene irrisorie.

 

E le forze politiche, quelle che si dicono democratiche, continuano nel loro silenzio? O non si tratta piuttosto di silenzio-assenso?